Scontro tra maggioranza e opposizione sul consigliere accusato di molestie
MOLFETTA – 7.5.2003
Nuovo scontro in consiglio comunale tra maggioranza e opposizione. Il centrodestra che governa la città non sembra volersi adattare alle regole della democrazia e continua a imporre ogni sua scelta senza nemmeno sentire il parere dell'opposizione di centro-sinistra. Berlusconi e governo centrale docet: sull'esempio di ciò che avviene a livello nazionale, anche a Molfetta il livello dello scontro si è elevato pericolosamente, con grave rischio per la democrazia.
E' accaduto anche nell'ultima riunione del consiglio che doveva approvare il nuovo regolamento del consiglio comunale. I consiglieri di opposizione avevano chiesto di fare un intervento per motivo grave sulla vicenda dell'esponente della maggioranza coinvolto nello scandalo sessual-politico che sta dilagando in città. La richiesta era già stata avanzata nella precedente seduta, ma la maggioranza l'aveva elusa, rinviando ogni cosa alla riunione dei capigruppo.
In quella seduta il consigliere «chiacchierato» non era presente in aula, avendo avuto il buonsenso di restare a casa. Nell'ultima riunione, invece, con grande faccia tosta si è presentato, quasi a sfidare i colleghi.
A questo punto l'opposizione è tornata sulla sua richiesta di discutere dell'autospensione del consigliere fino a quando la posizione giudiziaria non fosse risultata chiara. La maggioranza ha replicato sostenendo la necessità di affrontare l'argomento a porte chiuse. Così è stato: il pubblico è stato fatto uscire, ma poi, a sorpresa, dopo alcuni minuti sono usciti anche i consiglieri di opposizione perché sarebbe stato loro impedito, anche a porte chiuse, di poter affrontare l'argomento, risolvendo tutto a colpi di maggioranza, approvando ciò che è stato deciso prima senza discutere.
Ancora una volta il sindaco Tommaso Minervini non si è presentato in consiglio comunale, confermando la sua convinzione che le riunioni rappresentino solo una perdita di tempo, che evidentemente deve essere così prezioso da non sprecarlo a sentire gli interventi dell'opposizione: tanto i suoi votano a comando, avendo ormai rinunciato ad usare perfino il cervello, per decidere di testa propria.
Per dovere di cronaca dobbiamo registrare anche l'ennesima rissa, avvenuta nella riunione precedente, tra due consiglieri di Alleanza nazionale, Di Terlizzi e Giancola che sono arrivati quasi alle mani e agli insulti nella sala antistante l'aula consiliare, per sostenere ognuno un proprio candidato alla Multiservizi.
Più edificante di così... Stile, costume politico, etica, e perfino democrazia? Ma che vogliono dire? Qualcuno potrebbe spiegarlo ai consiglieri di centrodestra? Anche se riteniamo sia forse inutile.
Il sindaco spesso, almeno a parole, si dice preoccupato dell'immagine delle istituzioni, ma lui cosa fa per salvare quell'immagine? In questa vicenda che ormai non ha più i contorni di un fatto personale, ma è esplosa a livello di opinione pubblica per colpa degli stessi interessati che stanno raccontando sulla stampa tutti i loro fatti e misfatti. Così il gossip tra Mimì e Antonella dilaga coinvolgendo l'intero consiglio.
Noi crediamo che il sindaco sia sincero quando si dice preoccupato dell'immagine che le istituzioni offrono alla città, ma non capiamo perché non reagisca: è prigioniero della sua maggioranza o di qualche personaggio? Se è così, lo dica apertamente. Non ripeta l'errore del suo predecessore che rinunciò a denunciare pubblicamente la stessa situazione, rimanendone poi vittima.
Una cosa è certa: non se ne può proprio più di assistere a questa situazione squallida di scontri, risse, accaparramento di poltrone, dittatura della maggioranza, mancato rispetto delle istituzioni gettate ormai nel fango. Non si può, con la connivenza della peggiore destra che governa Molfetta, gettare alle ortiche la democrazia. Ci mancava solo il sexygate, e ora c'è anche quello. E poi il sindaco, in occasione del 25 aprile, parla di piombo degli intellettuali, accusando la stampa di seminare odio, quando noi facciamo solo il nostro dovere. E' una strada pericolosa: così, invece, si incita all'odio contro i giornalisti. Una cosa intollerabile e inaccettabile! La democrazia, allora, ci chiediamo è proprio finita a Molfetta?
Bravo sindaco, la sua mutazione politico-antropologica è completa. Berlusconi dice che il presidente della Regione Fitto è il suo pupillo, ma lei è ormai un vero e proprio clone del Cavaliere: la sua carriera politica in Forza Italia è assicurata!
Felice de Sanctis