Salviamo questo dipinto murale
Sul muro esterno di un cortile privato di via XX Settembre, accanto alla Posta centrale, da molti anni esiste un bel dipinto murale accompagnato da un bellissimo testo di Don Tonino Bello “Percorrere un itinerario di riflessione significa: abbandonare i recinti delle nostre sicurezze, i calcoli delle nostre prudenze per rileggere la storia sui volti spauriti a cui nessuno ha mai sorriso, lacrime mai asciugate fra le solitudini mai riempite. Per riconquistare il senso della vita, il gusto delle cose semplici, ……del sereno, la gioia del servizio, le…….della vera libertà ……nasceranno tra le rocce. Don Tonino”. Ho volutamente lasciato i puntini di sospensione perché descrivono esattamente le parole monche e non più leggibili che lo stato di abbandono e incuria dell’opera hanno cancellato per sempre. Infatti, l’intonaco su cui furono scritte e buona parte del grande dipinto annesso, anch’esso denso di significati, si sta lentamente sgretolando. Non so perché questo lavoro fu fatto, anche se una targa in plastica porta lo stemma del Comune di Molfetta, l’indicazione di Adonat ed i nomi degli autori. So solo che mentre fotografavo si sono avvicinate diverse persone a chiedermi se fosse previsto un restauro e se si poteva evitare di perdere definitivamente una cosa così bella. Tutto ciò mi ha colpito e mi ha fatto riflettere sulla sensibilità dei molfettesi, spesso sottovalutata, e su quanto una piccola opera dipinta su un muro di una strada del centro cittadino possa rompere la monotonia e il grigiume dei palazzi, oltre a ricordarci un indimenticabile Uomo e Vescovo. Voglio proporre all’Amministrazione comunale di vedere se sia possibile fare qualcosa per salvare il murale, magari ricoinvolgendo gli autori, che invito a farsi vivi attraverso questo giornale per spiegarne le origini e le motivazioni. Credo che basterebbe un investimento minimo in termini economici, che si potrebbe trovare tra le pieghe delle opere pubbliche milionarie in corso di attuazione e di progetto. Basta capire l’importanza e avere l’intelligenza e la sensibilità di volerlo.