Sabato a Molfetta Eredi della Storia e Anmig organizzano una conferenza sullo scultore Giulio Cozzoli
MOLFETTA - Sabato 18 novembre, presso la Sala Finocchiaro della Fabbrica San Domenico di Molfetta, si terrà la Conferenza dal titolo: Giulio Cozzoli: atto finale (1947-1957) “Dall'ironia all'amarezza e viceversa”.
L'evento, organizzato dall'associazione Eredi della Storia e dalla Fondazione ANMIG di Molfetta, con il patrocinio del Comune di Molfetta, intende divulgare la conoscenza di un artista molfettese di valenza nazionale: Giulio Cozzoli. Uno scultore del XX secolo che nella monumentale opera dedicatoria ai soldati e ai Caduti della Grande Guerra (un tema molto caro alle nostre associazioni), ha lasciato opere senza tempo.
Alla conferenza saranno presenti per i saluti istituzionali il Sindaco del Comune di Molfetta, Tommaso Minervini, il Cav. Sergio Ragno, Presidente dell’Associazione Eredi della Storia, e l’Avv. Cav. Nico Bufi, Presidente Regionale della Fondazione ANMIG. L’ing. Biagio Stoia, Vice Presidente ANMIG Molfetta introdurrà il relatore del convegno, il Prof. Gaetano Mongelli, Storico dell'Arte Moderna dell'Università agli Studi di Bari, già autore di studi, pubblicazioni e curatore scientifico di esposizioni dell'artista Giulio Cozzoli.
Lo stesso prof. Mongelli ha relazionato sulla "Apoteosi degli Eroi nelle sculture di Giulio Cozzoli" nel convegno organizzato dalle associazioni Eredi della Storia e ANMIG, per il centenario del Cap. Domenico Picca nel novembre 2016. E prima ancora, nell'anno 2002, in occasione del convegno e mostra "I molfettesi nel Secondo Conflitto mondiale" con un personale contributo storico-artistico.
Le vicende essenziali degli ultimi dieci anni di vita dello scultore molfettese Giulio Cozzoli (1883-1957) trovano il loro incipit con la conclusione del lungo e travagliato percorso ideativo e creativo delle figure a tutto tondo, in gesso, del gruppo della Deposizione.
Ma si sa, il destino dei grandi artisti resta sempre quello di lasciare incompiuto un’opera o un progetto e di non vederlo realizzato durante la propria esistenza. Lo scultore assiste all’incedere inesorabile di un tempo segnato dai nuovi linguaggi modernisti, opportunità mancate, ma soprattutto di importanti realizzazioni per le principali committenze.
L’intreccio narrativo delle vicende che verranno descritte chiarisce la piena fiducia nella classicità, esemplata nella sua scultura attraverso i linguaggi artistici di quello che è stato definito un “michelangiolismo di ritorno”.
Ad un anno dalla morte, la sua partecipazione al bando di concorso riguardante il parco monumentale che la Città di Foggia indisse per celebrare il musicista Umberto Giordano (1956), avrebbe potuto con una clamorosa sua vittoria portare a compimento la fusione in bronzo della sua monumentale opera testamentaria?