MOLFETTA – Una crisi che in Italia durerà decenni, per una politica inefficiente e impreparata, per una scarsa cultura d’impresa e una debole coscienza civica. E in cui, tuttavia, gli imprenditori pugliesi possono diventare protagonisti grazie al loro coraggio di innovare, potendo presentare al Paese un metodo per riformare il sistema politico e sociale orientandolo a favore della crescita e della competitività. Con la consapevolezza che la soluzione, nel mondo globalizzato, può essere sempre dietro l’angolo, poiché la crescita economica non ha bisogno d’altro che d’idee, coraggio e capacità di sperimentare.
È stato questo il filo conduttore della tavola rotonda «Le imprese pugliesi di fronte alla crisi: le possibili soluzioni» (nella foto Favuzzi, Leone, de Sanctis, Aiello, De Bartolomeo, Ciccolella, Montrone), organizzata dal Rotary Club di Molfetta e tenutasi all’Hotel Garden di Molfetta con i Club di Altamura-Gravina, Bisceglie, Bitonto e Corato (programmati altri due convegni a tema).
Dopo le statistiche e i dati allarmanti sull’attuale situazione economica italiana, snocciolati dal moderatore del dibattito Felice de Sanctis, giornalista economico della Gazzetta del Mezzogiorno e direttore di "Quindici", gli imprenditori pugliesi rappresentanti i settori dell’edilizia, dell’energia, dell’information technology e dell’editoria, hanno spiegato, ognuno dal proprio punto di vista, le quotidiane difficoltà sul mercato e nel loro rapporto con la pubblica amministrazione, portando ciascuno le proprie proposte di cambiamento per tentare non solo di uscire “vivi” da questo drammatico momento, ma anche più forti e pronti a competere a livello nazionale e globale.
Domenico de Bartolomeo, presidente della sezione Edili di Confindustria Bari, non ha nascosto il senso di sconforto che pervade i suoi colleghi, costretti a fare i conti con un mercato immobiliare in costante calo e su cui l’Imu, la nuova imposta comunale, inciderà negativamente. Il settore edile ha, perciò, bisogno urgente dell’aiuto dello Stato, sia dal punto di vista dello snellimento burocratico e dell’esigenza di regole certe e coerenti, sia dal punto di vista dei fondi per lo sviluppo e l’innovazione. Non, però, lo sviluppo drogato che ha portato al collasso della crisi finanziaria globale, ma uno sviluppo che prenderà necessariamente la forma di un’edilizia nuova, energeticamente ed economicamente sostenibile. Un’edilizia che non si nutrirà più di cementificazione selvaggia, ma di progetti di riqualificazione urbana e sostenibilità ambientale.
Anche il mercato dell’energia in Puglia ha subito pesantemente le sconfitte di una politica miope e di una programmazione produttiva del tutto inadeguata. Secondo Vincenzo Ciccolella, presidente della sezione Energia di Confindustria Bari, la Puglia è stata negli ultimi anni soltanto «terra di conquista per i gruppi stranieri, i quali, con manodopera straniera a basso costo hanno sottratto ricchezza alle imprese e ai lavoratori del territorio».
A Ciccolella ha fatto eco Donato Leone, rappresentante di Enel in Confindustria Bari, che ha condiviso le critiche alla errata pianificazione produttiva dello scorso decennio, sottolineando le enormi potenzialità che la Puglia potrebbe, invece, sfruttare a proprio vantaggio grazie ai venti e al forte irraggiamento solare di cui gode. Basterebbe, ad esempio, un serio programma d’incentivazione all’autoproduzione di energia elettrica per le aziende pugliesi per contribuire ad abbattere i costi di produzione, rendendo tali imprese più competitive.
Che la Puglia sia dotata di preziose risorse è anche l’opinione di Domenico Favuzzi, amministratore delegato dell’azienda molfettese Exprivia Spa. Risorse umane, soprattutto, risorse che i cosiddetti Paesi emergenti ancora non hanno. L’Europa, e in genere le nazioni industrializzate, dispongono di competenze nell’information technologies, nei servizi e nei beni immateriali che, con coraggio e spirito d’impresa, anche le aziende pugliesi possono sapientemente “vendere” alle nazioni in grande crescita come Cina o Brasile.
Il capitale umano è, dunque, il fattore più importante, perché la crisi si tramuti in opportunità per il Sud Italia e per la Puglia. La formazione di cittadini informati, la promozione del senso civico e dei valori della comunità di cui la crescita economica non può fare a meno sono ben presenti anche alla industria editoriale pugliese, come ha testimoniato Luca Montrone, presidente del Gruppo Telenorba.
La sua proposta, audace e attuale, di un settore radiotelevisivo nazionale realmente liberalizzato, dove gli investimenti pubblicitari non siano più drenati dal duopolio Rai-Mediaset, ma diventino un volano dello sviluppo per le emittenti locali, per le imprese del territorio e per lo sviluppo dei consumi interni, è un altro esempio di quanto lo spirito imprenditoriale nella nostra terra certamente non manchi, anzi sia frenato da una pubblica amministrazione (locale e nazionale) corrotta e inadeguata, da riformare con urgenza per il bene di tutta la comunità e dei giovani del Sud in particolare.
© Riproduzione riservata