MOLFETTA - È un caso davvero problematico quello del Comune di Molfetta. Secondo la bozza del nuovo Decreto-Legge per il riordino delle Province , approvato dal Governo Monti lo scorso mercoledì 31 ottobre, Molfetta sarà inclusa ex ufficio nella Città metropolitana di Bari, come già Quindici aveva ipotizzato nelle scorse settimane (il nuovo assetto regionale sarà costituito dalle Province Foggia-Bat, Brindisi-Taranto con Taranto capoluogo e Lecce).
In sostanza, la legge di riforma è stata applica sic et simpliciter dal Governo Monti, anche se la bozza del Decreto-Legge (di cui Quindici vi propone alcuni estratti significativi) riporta piccole variazioni per alcuni Comuni pugliesi: il Comune di Fasano è passato dalla Provincia di Brindisi alla Città metropolitana di Bari, i Comuni di Cellino San Marco, Erchie, Mesagne, San Donaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Torre Santa Susanna sono stati trasferiti dalla Provincia di Brindisi a quella di Lecce e il Comune di Avetrana è stato inserito nella provincia di Lecce da quella di Taranto.
Il decreto sarà poi discusso in Parlamento nei prossimi 60 giorni per vararne la legge di conversione: solo allora, come spiega la relazione illustrativa, «si terrà conto di ulteriori iniziative assunte da altri comuni ai sensi dell’articolo 133, primo comma, della Costituzione, sentite le Regioni interessate». Nel caso in cui il Parlamento dovesse considerare in toto e sine exceptione la volontà espressa dai Comuni potrebbe essere condita per il Comune di Molfetta un’amara insalata, quella foggiana, preparata dal dimissionario sindaco di Molfetta, senatore Pdl Antonio Azzollini. Ma questa è una conclusione improbabile.
Infatti, i Comuni di Fasano, Cellino San Marco, Erchie, Mesagne, San Donaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Torre Santa Susanna e Avetrana avevano dichiarato nel deliberato consiliare di voler aderire a un’altra circoscrizione provinciale, attivando il meccanismo dell’art. 133 della Costituzione (come accaduto per altri Comuni italiani). Di contro, il Comune di Molfetta ha scelto di non aderite alla Città metropolitana e di attivarsi per promuovere un decreto correttivo per il riordino istituzionale tra i Comuni della BAT e i Comuni baresi non aderenti alla Città Metropolitana, senza però citare Foggia o scegliere di aderire alla Provincia di Foggia.
Tra l’altro, a Molfetta il sindaco Azzollini ha preferito evitare la consultazione dei cittadini attraverso un referendum o un dibattito pubblico, come accaduto altrove, imponendo la sua posizione assolutistica che, già proiettata all’imminente campagna elettorale, ha saputo toccare in un primo momento la “pancia” dei molfettesi non solo rigettavano con forza la Provincia di Foggia, ma erano restii a essere definiti cittadini “metropolitani”. Per ora quella soluzione si è rivelata solo un vacuo bluff elettorale di fronte all’applicazione della Legge n.135/12, che aveva convertito il Decreto-Legge n.95/12 (già illustrate da Quindici sul numero di ottobre) da parte del Governo Monti.
Allo stesso tempo, se si considereranno le iniziative dei Comuni sia per proporre nuove Province sia per modificare i confini provinciali, non si esclude in Parlamento un possibile “effetto catena” di emendamenti.
Secondo indiscrezioni, se il Comune di Bisceglie, pur destinato alla Provincia di Foggia, decidesse di trasferirsi nella Città metropolitana di Bari perché Comune di confine (imitando Fasano e secondo quanto previsto dalla legge di riforma con l’art. 133 della Costituzione), si potrebbe determinare proprio un “effetto catena” per i Comuni di Trani, Barletta, Andria e così via.
In questo modo, i Comuni della BAT rientrerebbero nella loro sede storica, creando seri problemi alla costituzione della Città metropolitana di Bari, a quel punto costituita da Comuni con diverse realtà socio-economiche molto distanti tra loro. Si tratta, però, di una possibilità di fronte a una situazione complessa e molto intricata.
Sul prossimo numero cartaceo di Quindici, in edicola il 15 novembre, un ampio approfondimento sulla riforma governativa di riordino delle Province, in particola sulla Città metropolitana di Bari, sulle sue caratteristiche e sul futuro del Comune di Molfetta.
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