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“Rinascerò pesce" di Teresa Antonacci nel "Mare di storie" della libreria “Il Ghigno” a Molfetta
24 novembre 2014

MOLFETTA - Autismo e ADHD, sicuramente una tematica non facile da trattare perché magari poco conosciuta, pesante o affrontata con distacco. Ma con un pizzico di amore tutto diventa più leggero, la lettura più piacevole, la problematica un romanzo. E' proprio attraverso il tema dell'amore che l'autrice Teresa Antonacci ha scelto di parlarci di autismo e ADHD nel suo nuovo libro "Rinascerò pesce" di Schena Editore, presentato alla libreria Il Ghigno di Molfetta in un incontro moderato e condotto dalla giornalista Angelica Labianca (nella foto: Marlfa, Antonacci, Labianca).

L'amore, sempre presente in tutti i suoi pensieri e in tutte le sue scritture, permette di leggere la sindrome dell'autismo con praticità e di affrontare e presentare con leggerezza un tema strettamente personale dell'autrice, non diagnosticata di ADHD, seppur con caratteristiche peculiari di tale disturbo, e mamma del piccolo Matteo affetto da ADHD. L'autobiografismo traspare anche dal titolo, nato letteralmente in acqua durante un lungo bagno dell'autrice; l'acqua, suo personale antistress, nonché habitat dei pesci che, così come i bambini autistici, tendono a chiudersi in loro stessi e ad estraniarsi da ciò che li circonda.

Così la protagonista Chicca, quarantenne affetta da ADHD nello spettro autistico, è un'insegnante milanese ma di origini pugliesi che, vincendo il concorso da dirigente scolastica, deve trasferirsi a Bari. Ha vissuto la sua infanzia da "adorabile monella" in una Milano degli anni 70 che, seppur evoluta, conosceva poco della sindrome, tanto che i pazienti genitori erano stati isolati per colpa delle monellerie della figlia additata come bambina maleducata e viziata. Grazie poi all'aiuto di un insegnante di sostegno, Chicca impara in quarta elementare a leggere e scrivere e continua a progredire fino ad arrivare al successo di tre lauree e alla scrittura di libri.

E' attraverso questa storia che l'autrice ci parla di autismo e ADHD pur non essendo un'esperta dell'argomento, ma vivendo in prima persona il problema o, come lei stessa lo definisce, un dono. Come ci spiega l'autrice, le peculiarità dell'ADHD sono l'iperattività e il disturbo dell'attenzione che si manifestano in particolari stereotipie, nonchè rigidi e ripetitivi schemi comportamentali, come per esempio il contare di tutto e in continuazione: passi, scalini, mattonelle... I bambini affetti da ADHD, sono particolarmente vivaci e irrefrenabili sia dal punto di vista motorio che verbale. L'autismo, d'altro canto, è di più facile individuazione per alcuni strani atteggiamenti dei bambini già nei primi sei mesi di vita. I bambini affetti da autismo tendono a chiudersi in loro stessi e a vivere in un mondo tutto loro, infatti parlano poco e quando si esprimono tendono a ripetersi. E' come, attingendo dalle parole dell'autrice, trovarsi straniera in una nazione straniera di cui non si conosce la lingua; di fronte ad un mondo che non si conosce. Importante è sapere che queste sindromi non dipendono dall'educazione ricevuta o dalla cattiveria del bambino stesso, ma sono veri e propri disturbi che non guariscono con il tempo ma che vanno monitorati e opportunamente gestiti per far sì che non peggiorino. Diventa quindi necessario, una volta individuato il problema, condividere la propria esperienza per evitare di essere isolati o di isolarsi, sulle tracce del coming out dell'autrice stessa.

Per un approfondimento scientifico sul tema, ben accolto è l'intervento della psichiatra Marta Vilardi la quale ribadisce la distinzione tra autismo e ADHD  che rientrano nell'area dei deficit neurologici. Sono disturbi che necessitano la diagnosi di un clinico, psicologo o psichiatra infantile, attraverso un lavoro lungo e coordinato che prevede le fasi di osservazione, anamnesi familiare e personale, valutazione e somministrazione di test e in cui vi rientrano tutti i contesti con cui il bambino affetto da disturbi entra in contatto, come la famiglia e la scuola. Importante, come sottolinea la psicologa, è la diffusione di informazioni sull'argomento a cui il manuale DSM 5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) già provvede e l'individuazione/differenziazione del livello di gravità di autismo in ogni singolo bambino. Il tutto per approcciarsi opportunamente a questa malattia non curabile ma facilitante per, riportando le parole dell'esperta, «creare all'interno della diversità, la particolarità del bambino».

Parlando dei contesti in cui il bambino cresce, risulta più che pertinente l'intervento della direttrice dell'istituto comprensivo statale "Battisti-Pascoli"  Annalisa Vena, per illustrare la necessità di un rapporto di conoscenza reciproca tra scuola e famiglia attraverso un dialogo leale, per promuovere contesti in cui il bambino possa realizzarsi con l'aiuto, la cura e la competenza di eventuali insegnanti di sostegno. Il tutto per sottolineare l'importanza di progetti che ruotino attorno alle dimensioni formative che il bambino vive quotidianamente quali la classe, la scuola, la famiglia e la comunità e in rapporto alle quali può attuarsi un processo di inclusione ed esclusione del bambino stesso. Lo scopo è quindi quello di abbattere i muri mentali, i pregiudizi e cancellare l'idea che esistano bambini cattivi e bambini bravi.

Ma come si prepara la società a supportare le famiglie con figli affetti da ADHD o autismo per evitare la loro esclusione? Per questo viene interpellato il vicesindaco nonché assessore alle politiche sociali Bepi Maralfa il quale, citando il piano sociale di zona che predispone misure di sostegno alla genitorialità, riconosce i passi avanti fatti dalla scienza piuttosto che dalla politica in seguito ad un aumento della casistica di bambini affetti da disturbi mentali, si veda appunto la già citata nuova edizione del DSM. La politica ha si intuito che i genitori debbano essere aiutati per potersi creare degli spazi indipendenti dai propri figli, ma non ha ancora provveduto a misure che vadano incontro ai bambini stessi. Per raggiungere questi obiettivi , ribadisce il vicesindaco, bisogna che scatti il meccanismo di reciprocità fra famiglie e politica locale in modo da evitare che la famiglia si chiuda in se stessa o in piccole associazioni indipendenti. A questo proposito, quindi, ben venga l'aiuto dell'autrice sotto forma di outing su un argomento così delicato. 

Si conclude la presentazione del libro "Rinascerò pesce" con un intervento del sen. Antonio Azzollini che si sofferma sulla parola leggerezza e su come, attraverso il tema dell'amore, un argomento come quello dei disturbi mentali e le nozioni specialistiche ad esso correlate vengano apprese in maniera più facile, più semplice, più spontanea. Appunto perché alla leggerezza dello scrivere l'autrice ha aggiunto il coinvolgimento delle passioni, l'emotività. Anche riferimenti ai più grandi "disturbati" quali Mozart, Einstein, Michelangelo e Majorana, sono necessari con l'augurio che con l'aiuto della nuova scienza e dell'educazione, ogni bambino un po’ "monello" riesca a rivelare il proprio lato migliore, il proprio talento distintivo.

Ed è con questo augurio e con l'auspicio di tutti i presenti per un grande successo del libro di Teresa Antonacci  "Rinascerò pesce" che si è chiuso l'evento con la partecipazione straordinaria dell'attrice Angela Rubino che ha dato lettura impeccabile di un passo del libro.

© Riproduzione riservata

Autore: Gabriella Pappagallo
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