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Rifondazione comunista e il “pensiero unico”
15 marzo 2002

Egr. Direttore, nell'articolo di Lella Salvemini pubblicato sul più recente numero di “Quindici” ci sono alcune osservazioni critiche a delle posizioni tenute dal circolo cittadino di Rifondazione. Col suo permesso desidero rettificarle. Nel paragrafo “Le divisioni”, la redattrice analizza il comportamento di Rifondazione in rapporto al centro sinistra nell'attuale fase politica cittadina; ebbene lei saprà, direttore, che Rifondazione si muove in un ambito politico diverso da quello delle altre organizzazioni di sinistra, nel senso che intende rappresentare le esigenze delle fasce sociali più deboli e sfruttate. Fasce sociali che, nell'epoca della globalizzazione capitalistica, diventano purtroppo sempre più numerose e affollate, perché sempre più spinto è il processo di proletarizzazione complessivo della società. In questo senso va interpretata l'opposizione di Rifondazione al processo di “modernizzazione” in atto nella nostra società, avallato da tutta una serie di scelte politiche operate dalle maggioranze governative che si sono succedute in questi ultimi anni con privatizzazioni (scuola, sanità, settori primari dell'economia, ecc.), precarizzazione del lavoro (contratti a termine, part time, lavoro interinale ecc.), revisione della Costituzione, per non parlare degli interventi militari e di altro. Su tutti questi argomenti, come su altri, i partiti del centro sinistra hanno posizioni diverse da quelle di Rifondazione e, non a caso, formano una coalizione, come non a caso hanno formato maggioranze di governo. Se, come abbiamo appena visto, fra il centro sinistra e Rifondazione ci sono non soltanto differenze ma anche profonde divergenze, che senso ha continuare a parlare di “divisioni”? Se questo è vero, è però altrettanto vero che, lì dove è possibile, Rifondazione non rinuncia a partecipare a coalizioni di centro sinistra sulla base di precisi contenuti programmatici, così come è accaduto alle recenti comunali; non è pertanto accettabile la nemmeno tanto velata critica rivolta a Rifondazione da L.Salvemini a proposito dei distinguo operati in consiglio comunale rispetto alle scelte dei partiti del centro sinistra. L. Salvemini costruisce la parte del suo articolo che riguarda Rifondazione utilizzando alcuni argomenti che sono costretto a riportare per poterli confutare. Non me ne abbia la Salvemini se decostruisco il suo pensiero, spero di non travisarlo, per non ricadere nel suo errore. Sintetizzo: 1) Rifondazione intende “distinguersi”, per “marcare la propria differenza”, dal centro sinistra, spinta dall'esigenza “di non confondersi col centro sinistra”; 2) questo atteggiamento è determinato dalla volontà di ripagare i partiti del centro sinistra sia per gli errori compiuti nel passato nei suoi confronti quando, in seguito alla scissione, Rifondazione fu esclusa dalla “seconda amministrazione Minervini”, sia per il fatto di aver dovuto prendere una “decisione sofferta e probabilmente mai digerita, di rinunciare ad un proprio candidato per Nino Sallustio”; 3) Rifondazione “appare impegnata piuttosto che a costruire un nuovo progetto di governo, a porsi come punto di riferimento per i delusi dell'epoca di Guglielmo, oltre che, rispecchiando le solite logiche nazionali, per il movimento degli antiglobalizzatori. Infatti è molto attivo nel Molfetta social forum”. La Salvemini è stata costretta, presa dall'esigenza (a cui non s'è voluta sottrarre) di porre in relazione avvenimenti fra loro distanti nel tempo e collocati in diversi contesti, a compiere un'operazione di sintesi tanto ardua quanto (purtroppo) non corretta. Provo a spiegare come stanno le cose: 1) i rapporti con la seconda amministrazione di Guglielmo Minervini si sono interrotti non perché Rifondazione, dopo la scissione, avesse chiesto e non ottenuto una presenza in giunta, ma perché il centro sinistra, dopo la scissione avvenuta in Rifondazione, ha sistematicamente rifiutato le proposte avanzate da Rifondazione nelle riunioni della maggioranza; 2) caduta l'amministrazione di centro sinistra, Rifondazione ha partecipato ad una serie numerosissima di incontri con gli altri partiti, di sinistra prima, di centro sinistra poi, per individuare il candidato sindaco e non ha mai ufficialmente proposto una sua candidatura; la candidatura Sallustio è stata accettata da Rifondazione dopo l'impegno formale del candidato sindaco a far proprio il programma elettorale di Rifondazione, pubblicato in tre fascicoletti col titolo “Passioni di sinistra”; faccio sommessamente notare a L. Salvemini che la candidatura Sallustio è stata fortemente sostenuta da Rifondazione, dal momento che anche tutta la segreteria era candidata nella lista di partito; se L. Salvemini ritiene “probabilmente mai digerita” da Rifondazione la decisione di appoggiare quella candidatura, faccia solo un esempio che testimoni di questa sua supposizione, che testimoni come, durante la campagna elettorale, Rifondazione abbia mancato di sostenere il candidato sindaco Sallustio; suppongo che L. Salvemini abbia un ricordo almeno pallido del comportamento tenuto dagli altri partiti della coalizione in quella campagna elettorale: ritiene realmente di poter insistere su questo argomento nei confronti di Rifondazione? 3) Viene criticata Rifondazione per non “costruire un nuovo progetto di governo”. Ebbene, dopo le elezioni e il disastro elettorale del centro e della sinistra, Rifondazione ha sollecitato degli incontri con i partiti della coalizione presenti in consiglio comunale, per lavorare a una ipotesi di organizzazione dell'opposizione; due riunioni si sono tenute nella sede di Rifondazione: buoni propositi da parte di tutti, prima di stabilire di rivedersi in altri appuntamenti, fissati ma evasi da tutti tranne che da Rifondazione. Da quel momento il tentativo di costituire un coordinamento fra i partiti di opposizione presenti in consiglio comunale è saltato: ne chieda ragione, la Salvemini, se è curiosa di saperlo, agli altri partiti del centro sinistra. Da quel momento a Rifondazione non è restato altro da fare che organizzare la sua parte di opposizione, che poteva “distinguersi” o persino distanziarsi da quella dei partiti del centro sinistra, ma sempre nel rispetto degli orientamenti politici e dei contenuti programmatici presenti nel programma elettorale condiviso da tutti. Ed in effetti le posizioni di Rifondazione si sono distinte, ma solo su quattro provvedimenti: la questione della Madonna dei Martiri, Torre Calderina, la 167 e il regolamento sull'installazione delle antenne radiotelefoniche. Su Torre Calderina non è necessario spendere molte parole: la posizione di Rifondazione risulta confortata dal fatto che la Regione ha sospeso l'iter relativo al provvedimento, ritenendo valide le ipotesi di illegittimità avanzate dal consigliere Zaza nel suo ricorso, poiché quella zona è vincolata per legge in virtù delle sue caratteristiche paesaggistiche. Le sembra, questo, un “distinguo” pregiudiziale e inutile? Per quanto riguarda la Madonna dei Martiri, i partiti del centro sinistra hanno contraddetto in consiglio comunale, di fatto permettendo alla giunta di destra di concordare una transazione, le posizioni tenute fino a qualche mese prima dall'amministrazione di Guglielmo Minervini, senza che siano intervenuti nel frattempo validi elementi giuridici in contrario. Del resto la Salvemini potrebbe verificare, alla luce del programma elettorale del centro sinistra, se Rifondazione su questo punto per “distinguersi” sia venuta meno a quel programma. Sulla 167 la posizione di astensione di Rifondazione è dovuta al fatto che è nostra preoccupazione fondamentale evitare che si ripetano le situazioni che hanno portato alla creazione di rione Paradiso o del lotto 10. Molfetta ha bisogno di case, ma anche di quartieri in cui la qualità della vita non sia mortificata. Rifondazione si fa carico di entrambe le esigenze. Varare il provvedimento relativo alla 167 senza il corredo di chiari indirizzi urbanistici che regolino l'integrazione nei comparti tra “pubblico” e “privato”, senza un piano generale dei servizi, non solo non eviterà che quelle situazioni possano ripetersi, ma condannerà questa città ad uno sviluppo urbano rappezzato. E anche su questo la Salvemini potrà verificare se, rispetto al programma elettorale, si siano “distinti” di più Rifondazione o i partiti del centro sinistra. Infine l'astensione di Rifondazione sul regolamento citato si motiva col fatto che esso, a nostro parere, non fornisce sufficienti garanzie per la tutela della salute dei cittadini. Per quanto concerne il rapporto tra Rifondazione, i ”delusi dell'epoca di Guglielmo” e (“rispecchiando le solite logiche nazionali”) il “Molfetta social forum”, preciso che Rifondazione è parte integrante (e non “punto di riferimento”) del movimento contrario alla globalizzazione capitalistica: lo è a tutti i livelli, da quello internazionale a quello locale, e lo è per convinzione e libera scelta dei suoi militanti e su questo tema sta discutendo nei congressi di tutte le sue istanze. Se nello sviluppo delle sue attività Rifondazione incontra amici e compagni delusi dell'epoca di Guglielmo Minervini, se in qualche modo ne incontra la sensibilità e l'intelligenza, non offre un contributo positivo all'intera sinistra? Diverse cose si dicono a sinistra e nel centro sinistra su Rifondazione: pareri legittimi, ovviamente, e per loro natura ovviamente anche criticabili. Ma, come Lei insegna, si corrono dei rischi quando si fa informazione: un rischio si corre, ad esempio, quando si costruisce l'informazione sulle supposizioni. Questo in generale. Per quanto riguarda il particolare: se il centro sinistra smettesse di addebitare a Rifondazione il possibile e il suo contrario e cominciasse seriamente a fare autocritica ed a comportarsi di conseguenza, forse la destra avrebbe meno spazi. La ringrazio per l'ospitalità che vorrà concedermi e la saluto cordialmente. Antonio Mastropierro Segretario cittadino di Rifondazione comunista Risponde Lella Salvemini Ringrazio il segretario di Rifondazione e il circolo locale tutto, che avrà contribuito dopo lunga ed articolata discussione alla stesura di questa missiva. Essa testimonia che l'articolo in oggetto è stato minuziosamente letto, cosa che non può che render felice il suo estensore. Un giornale si propone di suscitare dibattito, oltre che di informare, questa volta il bersaglio è stato centrato, cosa che non sempre ci riesce nel sonnacchioso panorama molfettese. Insieme al bersaglio anche punti nevralgici e forse dolenti, vista la ricchezza d'argomentazioni prodotte a discolpa da critiche mai avanzate. Peccato che il segretario parta da un assunto teorico che non può essere contrabbandato per verità assoluta, quello che esistano i Fatti e che essi rifulgano nella loro autoevidenza. Assunto teorico che egli stesso non rispetta, visto che ad una ricostruzione dei suddetti Fatti contrappone un'altra ricostruzione, questa sì ortodossa, ma alle logiche, al pensare, al vedere di Rifondazione Comunista, che nessuno contesta o mette in discussione, ma che si fa fatica a ritenere estensibili tout court al mondo intero. Il pensiero unico non ci piace, ovunque si collochi nello schieramento politico. E non credo che questo ce lo si possa addebitare come colpa.
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