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Rifondazione Comunista e Comunisti italiani insieme a Molfetta per sostenere Divella "Per la prima volta da dieci anni a questa parte ci sarà una sola falce e martello sulle scheda elettorale".
02 maggio 2009

MOLFETTA - Alle prossime elezioni provinciali ci sarà una sola lista comunista a sostegno del presidente Divella. Per la prima volta da dieci anni a questa parte ci sarà una sola falce e martello sulle scheda elettorale. E' questa una decisione che nasce dalla presa d'atto che non esistono più le motivazioni politiche di una divisione e dalla condivisione di un esperienza di governo alla provincia che ha dato innegabili frutti. Pensiamo agli innumerevoli lavori di manutenzione di scuole e strade e la riapertura del Pulo. I candidati saranno l'assessore provinciale alla socialità Antonello Zaza per il collegio di Levante Molfetta - Giovinazzo e l'avvocato Vincenzo Mongelli per il collegio di Ponente. Si tratta delle uniche candidature molfettesi direttamente riconducibili all'area della sinistra storica, per tradizione e storia personale. E' il giusto mix tra continuità e innovazione al servizio della politica con la Pi maiuscola, non quella degli affari e delle clientele ma quella che da risposte collettive a problemi individuali. Anche alle elezioni europee Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani saranno insieme per un Europa dei popoli e non dei mercati. In questo caso la coalizione si arricchisce di Consumatori Uniti e Socialismo 2000 l'associazione che ha in Cesare Salvi uno degli esponenti di maggior spicco. E' l'unica lista che propone una via d'uscita dalla crisi a sinistra. Tutti i nostri eletti aderiranno al G.U.E. il gruppo della sinistra unita al parlamento Europeo che si è sempre opposto a quella grosse koalition formata da partito popolare europeo,liberali democratici e partito socialista europeo, che ha creato l'Europa di Maastricht e del famigerato patto di stabilità. Tali e tanti sono stati i vincoli di bilancio imposti agli stati nazionali che l'attuazione di politiche improntate all'allargamento e al potenziamento dello stato sociale è risultata problematica o troppo onerosa. Questi sono i temi del dibattito che si terrà domenica 3 maggio al corso Umberto altezza liceo alle ore 11.30 nel corso della quale verranno presentati i candidati alle elezioni provinciali.
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GIOVE E "IL BOVE". Un celebre detto latino sostiene che "quod licet Jovi non licet bovi" (quel che e' lecito a Giove non lo e' al bove), ossia i grandi possono permettersi cose vietate alle persone comuni. Questa massima e' moralmente alquanto discutibile; inoltre non c'e' "bove" che non si ritenga Giove, e dunque autorizzato a infrangere norme e doveri. In questi ultimi giorni, nel forum, è apparso un "degno esponente", della categoria, quella dei "bovini boriosi", che si ritengono legittimati a sparare "boiate" a tutto spiano, in favore di "Giove", al quale tutto sarebbe dovuto, a differenza di tutti quelli la cui unica colpa è quella di non aver ceduto alla tentazione di "pascolare" e di involversi in "mandria bovina" In tempi recenti si sono sentiti politici accusati di corruzione che si difendevano richiamandosi all'esempio di grandi uomini di Stato non immuni da simili colpe, ma capaci di segnare la storia e di promuovere il progresso; in difesa di questo tipo di politci, intervengono le "mandrie bovine" immemori (per mancanza di elemento basico fondante della memoria: il cervello!) che, se qualcuno contemporaneamente e' stato un ladro e un grande condottiero, non basta rubare per essere un grande statista. Quel detto latino puo' essere rovesciato. Spesso ai veri o presunti grandi, a chi ha autorita', potere e responsabilita', non e' lecito cio' che e' concesso o almeno piu' facilmente perdonato a chi non ha, ne' presume di avere quella statura e quel ruolo. Un generale che fugge durante la battaglia e' piu' colpevole di un ausiliario addetto alle cucine che scappi egualmente a gambe levate. ...f.r... P.S. "Bove", torna nella "stalla"!



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