Rete idrica pugliese fa acqua da tutte le parti
Ottobre 2008. La crisi idrica mette in ginocchio la Puglia. Le risorse idriche negli invasi lucani sembrano destinate ad assottigliarsi sempre più. Unica certezza: non piove. Immediata, dunque, la riduzione dell'erogazione idrica diurna. 350 litri al secondo in meno, e una consapevolezza in più: “Usare l'acqua è un diritto, sprecarla è un delitto”. Febbraio 2009. La situazione di crisi sembra essere superata, le piogge invernali hanno scongiurato il peggio soprattutto per l'agricoltura, ma sembra rimanere vivo il timore che la siccità possa ripresentarsi puntuale con la prossima estate. Questo però non sembra essere l'unico problema. Se è vero che sprecare l'acqua è un delitto, continuamente la nostra regione delinque perdendo e sprecando la stessa in percentuali elevatissime, a causa di una rete idrica oramai vecchia e poco efficiente. Gran parte dell'acqua che giunge nelle nostre città, per dissetare noi cittadini o irrigare i campi viene infatti dispersa lungo la rete. Un vero è proprio colabrodo. Una situazione paradossale per una regione che dovrebbe gestire al meglio tale risorsa. La ricerca e l'innovazione tecnologica potrebbero dare un importante contributo per una gestione che preveda il miglioramento dell'efficienza irrigua, la riduzione di sprechi e la razionalizzazione di questa risorsa preziosa. In realtà nonostante la consapevolezza che il disagio possa essere ridotto, a mancare sono i fondi necessari. Federutility, l'associazione delle imprese che erogano i servizi idrici ed energetici e che raccoglie il 95% degli acquedottisti italiani, appoggia l'Acquedotto Pugliese ad oggi costretto a sospendere 250 milioni di investimenti nelle reti idriche. 100 milioni di gare già aggiudicate nel settore potabile, e 150 milioni di progetti già pronti nei settori depurazione e fognatura. Il perché di tutto ciò? Il blocco della tariffa imposto dall'Autorità d'ambito ottimale per la Puglia. L'autorità ha revocato gli aumenti tariffari già deliberati lo scorso marzo. Il direttore generale di Federutility, Adolfo Spaziani, ha espresso la sua preoccupazione per questa scelta, “AQP aveva avviato piani di risanamento e sviluppo in infrastrutture, nonostante le proprie tariffe fossero ferme da tre anni. I risultati sono visibili e misurabili. Gli investimenti si sostengono solo in due modi - continua Spaziani - o con le tariffe o con i soldi pubblici che gravano sulle imposte. Essendo il Paese con le tariffe più basse d'Europa, la soluzione sembrerebbe evidente, eppure si preferisce rischiare di mandare in crisi un sistema, piuttosto che operare con le normale regole di gestione industriale. Saremo al fianco di AQP nelle sedi istituzionali, per promuovere una rapida soluzione della vicenda”. Un grave problema, dunque, che richiede una rapida soluzione. Intanto a noi cittadini, costretti a scontrarci quotidianamente con questa realtà, non resta altro che armarci di contagocce, e viste le ultime ristrettezze, capire davvero che questa risorsa è un bene prezioso, e come tale va salvaguardato.
Autore: Alessandra Lucivero