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REGIONANDO - Ddl contro il lavoro nero: sì anche dalla quarta commissione Il molfettese Franco Visaggio (Nuovo Psi) non ha nascosto il rischio di “ricadute negative nel settore primario”
12 ottobre 2006

Parere positivo a maggioranza della commissione sviluppo economico del Consiglio regionale al disegno di legge contro il lavoro nero. “Con la riserva di proporre in Aula un approfondimento sui temi che sono emersi in particolare nel corso della seduta”, ha fatto presente il presidente Dario Stefàno. Astenuto il consigliere Pietro Manni (Prc), favorevole senza riserve al ddl “Barbieri”. Contrari per l'opposizione Mario Vadrucci (La Puglia prima di tutto) e Nino Marmo, “ma la mia contrarietà – ha detto il consigliere di AN - è solo a questo inutile intervento normativo, nessuno pensi che non sono contro la piaga del lavoro nero”. In questo “sì, ma parliamone”, la commissione – ha spiegato Stefàno – ha voluto esprimere un disagio unanime e allo stesso tempo recuperare un ruolo di merito su un argomento così importante, offrendo un nostro contributo alla soluzione di qualche dubbio”. In particolare, nella discussione in Consiglio dovranno essere affrontate le perplessità intorno agli indici di congruità e alla comunicazione dei rapporti di lavoro da parte degli imprenditori agricoli. “Siamo stati chiamati a dare solo un parere, nemmeno vincolante – ha fatto presente il presidente della quarta commissione – ma avremmo voluto incidere di più sul ddl, in una lettura congiunta insieme alla sesta. Invece, il difetto di origine ci ha portato a dover esprimere un semplice giudizio, dopo che l'esame referente è stato già esaurito. Il testo è praticamente in Aula”. Le osservazioni del presidente Stefàno (“le norme hanno un impatto forte sul mondo produttivo, che non deve vederci estranei ad un valutazione approfondita”) sono state condivise dai commissari, con accenti diversi. Per Palese (FI), nulla vieta di raccogliere proposte di emendamenti da sottoporre al Consiglio dopo una riflessione comune. Totalmente contrario alla legge Nino Marmo: “è inemendabile, impresentabile e come tale ritirabile. È da rinviare, in attesa della finanziaria Prodi. È una materia concorrente con lo Stato, nella quale la Regione deve confrontarsi col livello centrale”. Per Vadrucci, sul lavoro nero andrebbero fissati solo “principi politici: chi riceve dei benefici pubblici non può che rispettare i contratti di lavoro, ma è poi inutile incamminarsi su altri aspetti, che possono creare più danni che vantaggi al sistema agricolo”. Per la maggioranza, Franco Visaggio (Nuovo Psi) non ha nascosto il rischio di “ricadute negative nel settore primario” e pur ritenendo l'iniziativa legislativa “necessaria e improcrastinabile” ha condiviso la necessità di un confronto col governo regionale per migliorarla. Sergio Povia (DS) e Manni hanno difeso l'opportunità di una disciplina. “È vero che la legge ha una forte connotazione politica, ma è un nodo che va comunque affrontato- per Povia – proprio per un'esigenza politica. Non si può far finta di niente”, davanti a reati ed abusi continuati e praticamente quotidiani. Secondo Manni “il ddl non è un fatto negativo, è sollecitato da un'emergenza davanti alla quale non si può continuare a chiudere gli occhi, va evitata per il futuro. L'allarme sociale è un elemento reale e richiede una risposta pronta. La repressione da sola non basta a cancellare il fenomeno, senza un'azione politica che individui le cause.
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