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REGIONANDO - Consorzi di bonifica: la riforma ora al vaglio di enti locali e partenariato Sono state già depositate in commissione bozze di emendamenti che prevedono l'aggiornamento del ddl della Giunta
21 settembre 2006

BARI - La riforma dei consorzi di bonifica. Finalmente. È la sintesi dei pareri sulle iniziative di legge di riordino illustrati dal “sistema Puglia” nel corso delle audizioni avviate dalla commissione sviluppo economico del Consiglio regionale. Un giudizio in generale positivo sulla scelta della Regione di porre mano ad una “bonifica integrale” e sulla scelta della commissione consiliare di acquisire i contributi di tutte le rappresentanze istituzionali, sindacali e professionali. “I nostri lavori – ha detto il presidente della “quarta”, Dario Stefàno - hanno ulteriormente confermato l'interesse del sistema delle autonomie locali e di tutto il mondo agricolo verso una riforma attesa da tempo”. Oggetto del confronto, articolato in tre sessioni, tutte alla presenza dell'assessore regionale Enzo Russo (foto), la proposta di legge Brizio, Loperfido e Tarquinio e il disegno di legge della Giunta. Hanno aperto Upi, Anci e consorzi, poi è stata la volta di sindacati e associazioni di categoria, nel pomeriggio consumatori e utenti. “Le audizioni – questo ancora il punto del presidente Stefàno - sono state particolarmente ricche di spunti partecipativi, che richiamano la responsabilità della commissione e del Consiglio regionale a proporre un impianto normativo che goda della massima condivisione possibile e risponda realmente alle attese che il territorio pugliese manifesta sul tema”. Condivisa, nelle prime due sessioni, l'opportunità di un intervento normativo urgente. Ampio il consenso sul ddl del governo regionale, con i distinguo e le modifiche proposte dalle diverse organizzazioni. Saranno oggetto di emendamenti all'attenzione della commissione. Osservazioni sono venute dall'Anci, “sul metodo e sul merito seguito dal governo regionale”, ha rilevato il presidente dell'associazione dei comuni pugliesi, Michele Lamacchia. “Con i comuni – ha detto – bisogna concertare, definire intese, non ci si può limitare a un parere. La gestione idraulica è parte della tutela del territorio, riconosciuta dalla Costituzione in capo alle amministrazioni comunali”. Da qui la richiesta di un gruppo di lavoro che interagisca con la Regione, “per riprendere con l'Assessorato regionale un percorso che si è interrotto”, ha concluso Lamacchia, sollecitando tra l'altro la definizione di una “carta unica del territorio”, per evitare la sovrapposizione di soggetti e regole. “Primo atto della commissione è stato avviare le audizioni, non soltanto per sentire ma appunto per concertare e questo prima ancora di approfondire l'esame dei testi nelle seduta di merito”, è stata la replica di Stefàno, che ha invitato l'Anci a fornire i suoi emendamenti. “Dalle audizioni – ha ricordato il presidente della quarta commissione - non vogliamo soltanto pareri ma contributi sui quali riflettere in vista della definizione di un testo che terrà conto di tutti gli apporti. Non tutto certo può essere preso e riportato, è nell'autonomia dei consiglieri regionali tenerne conto”. Lo hanno confermato Rocco Palese (FI) (“la commissione è comunque sede di Consiglio regionale, e ogni contributo farà parte integrante degli atti preparatori”) e Nino Marmo (AN) (“il Consiglio non è parte di intese, è organo autonomo e non si può rimproverare alla commissione di tenere conto o meno degli emendamenti”). Rispondendo ad un'altra delle osservazioni, l'assessore Russo ha fatto presente che sono state già depositate in commissione bozze di emendamenti che prevedono l'aggiornamento del ddl della Giunta al decreto legislativo 152/2006 intervenuto in materia ambientale successivamente alla redazione del testo.
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