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Regionali, Molfetta non si risparmia e si divide: ben 5 candidati
15 maggio 2015

Molfetta non si è risparmiata e si è divisa in queste elezioni regionali del prossimo 31 maggio: ben 5 candidati locali che si mescoleranno fra le fratture del centrosinistra e del centrodestra. E sì perché ci sono quelli di centrodestra che votano il candidato del centrosinistra e quelli di centrosinistra che si dividono su tre candidati. Cominciamo dal candidato più conosciuto Guglielmo Minervini, assessore uscente che ha scelto di non candidarsi nel suo partito il Pd preferendo la lista del governatore uscente Nichi Vendola “Noi a sinistra per la Puglia”. Questo ha scatenato non poche polemiche nello stesso Pd, anche se Guglielmo ha spiegato che tale candidatura aveva un senso per garantire la continuità dell’esperienza e non disperderne il patrimonio. La risposta del Pd è stata quella di mettere in campo una giovane donna Erika Cormio, nipote del compianto Sandro Fiore del Pci, anch’egli consigliere regionale. Erika, già collaboratrice di “Quindici” e già candidata alle elezioni amministrative del 2013 nel centrosinistra è una ragazza con molta grinta e tanta voglia di entrare a via Capruzzi. Il fronte del centrosinistra è completato da Mario Abbattista, sconosciuto militante di Rifondazione comunista che, come spesso avviene in quel partito, va per conto suo rispetto al resto del centrosinistra e si presenta per la lista “L’altra Puglia”. Ma il candidato presidente del centrosinistra Michele Emiliano, che imbarca tutti, ha preso a bordo anche Saverio Tammacco, consigliere comunale ed ex consigliere provinciale di destra, che non ha esitato a fare il salto della quaglia, pur di garantirsi una poltrona. Questo ha spaccato il fronte dell’opposizione di centrodestra all’attuale amministrazione di Paola Natalicchio, costringendo il sen. Antonio Azzollini a mettere in campo un suo amico di sempre Stanislao Caputo. Come risultato finale non si esclude che nessun candidato riesca ad essere eletto, lasciando la città senza alcun rappresentante nel consiglio regionale.

LA SFIDA IN PUGLIA
In Puglia la sfida sarà fra 7 governatori, per 19 liste e 950 candidati. Nel centrodestra ci sono tre liste dell’area fittiana: Movimento Schittulli - Area popolare, Fratelli d’Italia e Oltre con Fitto che sostengono il presidente uscente della Provincia di Bari Francesco Schittulli. Mentre Poli Bortone è sostenuta, oltre che da Forza Italia, da altre tre liste: Puglia Nazionale, Noi con Salvini e Partito liberale italiano. Il candidato del centrosinistra, Michele Emiliano, primeggia per numero di sostenitori e si propone di sbancare, calcolando di aver fatto proselitismo anche a destra. Otto i partiti o movimenti collegati all’ex sindaco di Bari: Pd, La Puglia con Emiliano, Emiliano sindaco di Puglia, Noi a sinistra, Partito comunista d’Italia, Popolari, Popolari per l’Italia, Pensionati, invalidi e giovani insieme. Una sola lista a sostegno per gli altri quattro candidati: la grillina Antonella Laricchia (Movimento- 5stelle), Riccardo Rossi (L’altra Puglia), Gregorio Mariggiò (Verdi) e Michele Rizzi (Alternativa comunista). Un esercito di circa 950 aspiranti consiglieri regionali che dovranno sfidarsi per uno dei 50 seggi di via Capruzzi.

QUANDO E COME SI VOTA
Le Elezioni Regionali e Amministrative 2015 si terranno domenica 31 maggio, dalle 7 alle 23 si terranno. Saranno chiamate a rinnovare il consiglio regionale Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia mentre in oltre mille Comuni italiani si voterà per il primo cittadino ed il relativo consiglio comunale. Anticipano il voto a domenica 10 maggio Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta mentre in Sicilia si vota sia il 31 maggio che il 1° giugno. L’eventuale turno di ballottaggio è fissato per il 14 giugno, se previsto dalla legge regionale di riferimento. I Comuni capoluogo di regione chiamate a scegliere il sindaco sono Aosta, Trento e Venezia mentre i comuni con più di 100.000 abitanti sono Andria, Bolzano, Giugliano in Campania. Saranno complessivamente quasi 23 milioni gli italiani chiamati a votare. In questo articolo spieghiamo come i differenti sistemi elettorali per la scelta del Sindaco e del Consiglio Comunale. Nei Comuni con più di 15.000 abitanti, come Molfetta, si vota con una sola scheda, sulla quale si troveranno i nominativi dei candidati per la carica di Sindaco affiancati dal simbolo o più delle liste che lo appoggiano. L’elettore può esprimere il proprio voto secondo tre diverse modalità: 1. tracciando un segno solo sul simbolo di una lista, in questo modo la propria preferenza viene data alla lista contrassegnata e al candidato Sindaco da quest’ultima appoggiato; 2. tracciando un segno sul simbolo di una lista, con eventuale preferenza per uno dei candidati alla carica di Consigliere appartenenti alla stessa lista, e tracciando un segno sul nome di un candidato Sindaco non collegato alla lista votata: in questo modo si effettua il cosiddetto “voto disgiunto”; 3. tracciando un segno solo sul nome del Sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco senza indicare preferenza per alcuna lista. Nei Comuni con più di 15.000 ab. è eletto Sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno). Qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare la seconda domenica successiva per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti (ballottaggio). In caso di parità di voti al primo turno, verrà ammesso al ballottaggio il candidato alla lista più votata (maggiore cifra elettorale) e, in caso di ulteriore parità, verrà ammesso il più anziano di età (gli stessi criteri saranno usati in caso di parità nel ballottaggio). Al secondo turno viene eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Per stabilire la composizione del Consiglio si tiene conto dei risultati elettorali del primo turno e degli eventuali ulteriori collegamenti nel secondo. In pratica, se la lista o lìinsieme delle liste collegate al candidato eletto Sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60% dei seggi ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40% dei voti, otterranno automaticamente il 60% dei seggi. I seggi restanti saranno divisi tra le altre liste secondo il criterio proporzionale delle preferenze ottenute.

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