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Quell’immagine di don Tonino sul comodino
15 febbraio 2022

“Sono don Tonino”. Si fermò sui gradini di ingresso della Capitaneria di Porto, aveva parcheggiato la sua 500 nello spazio antistante e aspettava rispettosamente assieme ai lavoratori del mare che dovevano essere ricevuti. Il giovane piantone, aveva eseguito il suo compito: aveva riferito al maresciallo che in attesa, oltre ai lavoratori marittimi, c’era un prete, don Tonino che aspettava di essere ricevuto. Il maresciallo ebbe un’intuizione ed uscì precipitosamente. “Don Tonino benvenuto, si accomodi, la faccio subito ricevere dal comandante”. “Come ti chiami?”. “Come Lei, mi chiamo Antonio”. Subito il piccolo gruppo di marinai capì che lui era don Tonino Bello, il nuovo Vescovo della Diocesi, il vescovo venuto dal Salento e subito si strinse attorno a lui, chi chiedeva una benedizione, chi una preghiera di intercessione, chi, semplicemente, di poter ricevere la grazia di poter portare a casa il pescato e tornare a casa dai propri figli. Passò molto tempo prima che don Tonino riuscisse ad entrare ed il maresciallo Antonio, colui che non credeva, ebbe la percezione che quel giorno, quell’uomo, avevano scalfito qualcosa in lui. Il giovane piantone, originario di un paese sul Gargano, era mortificato per non aver riconosciuto il Vescovo ma le sue parole, il suo sorriso, lo sollevarono dalla responsabilità di quello che sentiva come un errore. Finalmente don Tonino riuscì a raggiungere il comandante della Capitaneria da cui accettò l’invito a fermarsi a pranzo con i militari. Anche il maresciallo Antonio si fermò a pranzo. Telefonò a casa e disse a sua figlia che avrebbe pranzato con don Tonino. Il maresciallo si chiamava Antonio Trogu e la figlia alla quale comunicò la notizia dell’arrivo del vescovo ero io. L’incontro con don Tonino cambiò Antonio, militare per necessità e non per scelta, lavoro che ha onorato fino all’ultimo. Mio padre non è mai stato un credente, ma da quando don Tonino ci ha lasciati fisicamente, fino alla sua malattia e alla sua morte, ha sempre tenuto nel proprio comodino l’immagine di don Tonino invocandolo per lenire le sue sofferenze. Quella immagine è ancora lì, nel primo cassetto del suo comodino. Ora Antonio e don Tonino sono assieme e stanno conversando amabilmente della loro città d’adozione, una città amata e dal quale sono stati amati. Di fronte al mare. Ne ho la certezza. © Riproduzione riservata

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