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Può un avvocato difensore del Comune fare una causa contro lo stesso ente?
15 novembre 2013

Caro Direttore, mi è capitato in questi giorni spulciando l’albo pretorio del Comune di trovare una determina dirigenziale degli affari legali (la n. 73 del 18 ottobre 2013) che ha per oggetto: ricorsi al Tar Puglia - Bari in materia elettorale. Costituzione in giudizio. Incarico a legale (per il quale il Comune ha indicato l’avv. Gianluigi Pellegrino, esperto amministrativista di Lecce). Ebbene si tratta di uno dei due ricorsi presentati dall’opposizione di centrodestra al consiglio comunale di Molfetta, il primo per l’elezione del sindaco che non sarebbe valida in quanto le liste del centrodestra, ma anche qualcuna del centrosinistra, sarebbero state autenticate da un consigliere provinciale che, contrariamente al passato, non avrebbero titolo a farlo. Il ricorso a cui mi riferisco, e per il quale chiedo lumi alla sua persona e alla sua esperienza e competenza, è quello presentato al Tar dai candidati, Nicola Camporeale, Giulio La Grasta, Vincenzo Spadavecchia, Sergio De Candia e Michele Palmiotti, in qualità di sindaco e candidati non eletti, nei confronti dei consiglieri comunali eletti nel centrosinistra Facchini, De Robertis, Ciccolella, Germinario, Percoco, Mongelli, La Grasta Roberto, Abbattista, Angeletti, Cirillo. Con questo ricorso si contesta l’attribuzione dei seggi col premio di maggioranza. Non entro nel merito della questione, perché sarà il Tar a decidere, né mi voglio soffermare sulle conseguenze dell’accoglimento del ricorso che darebbe la maggioranza in consiglio comunale al centrodestra, determinando il fenomeno della cosiddetta “anatra zoppa”(sindaco di centrosinistra e consiglio comunale di centrodestra) e la certa ingovernabilità. A me, invece, preme interrogarmi su una presunta irregolarità nella presentazione del ricorso. Mi spiego: il ricorso è stato presentato dall’avv. Giovanni Minervini contro il Comune di Molfetta. Io mi chiedo: è legittimo che un avvocato che, tra l’altro, è anche socio dello studio dello stesso Ninnì Camporeale ed è difensore del Comune per quanto riguarda altri procedimenti, in particolare quelli contro le multe per i grattini della sosta, si costituisca contro il Comune stesso con il quale ha una convenzione? Cosa dicono in merito le norme deontologiche e professionali, soprattutto tenuto conto che si tratta di un’amministrazione pubblica e non di una privata? In pratica sarebbe come se venisse presentato un ricorso contro il proprio datore di lavoro. Non c’è un conflitto di interessi? Le norme deontologiche permettono che tu possa presentare ricorso contro il tuo stesso cliente, quello che ti paga, insomma? Da quello che mi risulta, ma posso sbagliarmi e per questo chiedo lumi a lei e al suo prestigioso giornale, non può essere fatto prima del trascorrere di 2 anni dall’ultimo incarico con il Comune. Ma anche lo stesso Ninnì Camporeale avrebbe patrocinato in passato una causa contro il Comune del quale era presidente del Consiglio comunale? Si sarebbe fatto garante per una transazione alla quale il Comune si sarebbe prestato di buon grado. E’ vero? E’ lecito? O rientra anche questo nello scarso rispetto delle regole che si dice abbia caratterizzato la precedente amministrazione di centrodestra con sindaco il sen. Antonio Azzollini? Insomma, anche qui Camporeale avrebbe proposto causa contro se stesso. Se non sbaglio il consiglio nazionale forense in passato, precisamente nel 2001, avrebbe considerato illecito disciplinare il fatto che un avvocato anche come semplice consigliere comunale assumesse un incarico e facesse causa allo stesso Comune. Anche perché col suo ruolo potrebbe provocare uno sbilanciamento della causa. Cosa dice in merito il Consiglio dell’Ordine degli avvocati? Come mai non è intervenuto? Tutto regolare? È legittima anche la costituzione in campagna elettorale di un’associazione, o un non meglio definito circolo giuridico denominato “Giustamente”, che è sembrato più un’associazione ad hoc per raccogliere consensi (magari con la promessa di futuri incarichi legali) che per tutelare la categoria. Una conferma ci viene dal fatto che il suddetto circolo ha presentato una sua iscritta, Cecilia Marino, come candidata del Pdl che ha raccolto 439 voti, ma non è stata eletta? Certo che la categoria forense, se queste cose fossero vere, non ne uscirebbe bene da queste vicende. Sperando che lei possa chiarirmi il tutto, e mi auguro di sbagliarmi perché ritengo che ci sia nella categoria un’etica professionale più elevata, le invio cordiali saluti. Lettera firmata Gentile lettore, non entro nel merito di questa vicenda, mi limito a girarla al presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Trani, avv. Francesco Logrieco, che tra l’altro è di Molfetta, per chiedere notizie in merito e un suo parere e se le cose sono andate effettivamente come lei racconta, se ha in mente un’azione disciplinare. Volevo altresì informarla che Quindici ha presentato regolare domanda al sindaco di Molfetta per conoscere, ai sensi della legge 241/90, i nomi degli avvocati che hanno ricevuto incarichi comunali dalla gestione dell’ex sindaco Antonio Azzollini e dalle società partecipate dal Comune, con i relativi importi. Finora non c’è stata alcuna risposta, il nuovo segretario generale ha nicchiato. Ci auguriamo di avere una risposta, altrimenti denunceremo tutto all’opinione pubblica, che ha il diritto di conoscere, anche in nome della trasparenza sempre vantata dal sindaco Paola Natalicchio.

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