Primarie e questione morale
Caro Direttore, il significato profondo delle “primarie” doveva solo e soltanto essere inteso dai "nostri" politici e politicanti nello stesso modo con cui Lei lo ha chiaramente esposto nell'editoriale "Questione morale". Invece, proprio per la natura del nostro sistema bipartitico (a parole!) le primarie sembrerebbero un metodo di modernità anti-democratico per l'affermazione della “democrazia militante”.
Infatti, come Lei ben sa, non è possibile garantire una democrazia partecipativa in un sistema come quello italiano (con tanti partiti spesso inutili) che non ha nulla a che spartire con quello veramente bipartitico degli Stati Uniti in cui si affrontano due partiti, due persone e tante idee senza indecisionismo e confusione.
Non è pertanto possibile: 1) garantire il candidato sindaco indicato dalla base; 2) garantire la rappresentatività delle minoranze (alludo a quelle storiche ovviamente! ) sia nella preselezione che in sede di candidatura finale; 3) dar vita all'approccio sensato di un candidato nei confronti dell'elettore nel momento in cui questi gli pone inevitabilmente la domanda più importante: il programma qual è? Distinti Saluti.
Giulio Germinarlo