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Polje: museo archeologico del Pulo gestione balbuziente e senza prospettiva
15 gennaio 2013

Il Museo, demagogicamente aperto al pubblico solo a mandato amministrativo terminato, è nei fatti privo di un progetto gestionale che ne garantisca un’ immediata fruizione. Le visite guidate sono state effettuate gratuitamente solo per alcuni giorni e ancora oggi non si conosce né il costo del biglietto d’ingresso, né si sa quando le visite guidate riprenderanno e con quali modalità. Chiara la posizione dell’Associazione consortile Polje che in un comunicato stampa ha contestato la gestione sperimentale varata dalla giunta Azzollini per il Museo Archeologico del Pulo. Infatti, inaugurato lo scorso novembre 2012, il Museo resterà aperto almeno fino a maggio per tre giorni a settimana dalle 9 alle 13, privilegiando un pubblico costituito da scolaresche e gruppi organizzati a cui proporre visite guidate su prenotazione, mentre la gestione è stata affidato all’associazione turistica molfettese Pro Loco «che metterà a disposizione le risorse utili ed idonee di concerto con il Dirigente del Settore Socio-Educativo pro-tempore, provvedendo alla formazione delle guide con personale specializzato». Questo è quanto stabilito nell’ultima giunta “volante” convocata il 29 ottobre dal senatore Antonio Azzollini (peraltro priva di quattro assessori), prima di protocollare le dimissioni dalla carica di sindaco. Una delibera, la nº 239, che non solo ha creato numerose perplessità tra i cittadini, ma ha anche lasciato l’amaro in bocca a molte associazioni culturali locali. Perché non affidare la gestione del Museo all’associazione Polje (comprendente le associazioni Archeoclub, Ictiùs, Legambiente, Pro Loco, Terrae, WWF), che da ben quattro anni si occupa, con successo e con il beneplacito della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia, della conservazione e della fruizione del Pulo di Molfetta, che è di proprietà della Provincia di Bari? Questa obiezione si pone anche in considerazione del fatto che Polje nel 2010 ha ricevuto il premio «Buone Pratiche del Paesaggio » dall’Assessorato alla Qualità del Territorio della Regione Puglia per l’attività di gestione e il ricorso al volontariato – soprattutto dei giovani – fronteggiando le complesse esigenze di manutenzione del sito e la sua pubblica fruibilità. Allo stesso tempo, l’associazione Polje cura alcuni reperti preistorici del Museo Diocesano e collabora con la cooperativa FeArt al progetto «biglietto integrato», che permette ai visitatori di accedere al sito del Pulo e al Museo Diocesano con un unico biglietto a un prezzo più vantaggioso. Inoltre, la Provincia di Bari versa annualmente a Polje un contributo economico, che l’associazione integra alle vendite dei biglietti di ingresso per visite guidate per iniziative e manifestazioni, alla vendita di libri e gadget e alla sponsorizzazione di enti pubblici e imprese private locali. Tutti questi motivi rendono Polje l’unico soggetto culturalmente coerente che può dar senso all’esposizione museale, l’unico che possa garantire una gestione integrata e coerente del sito e del Museo, senza nulla togliere ad altre associazioni che, però, non hanno questo rapporto diretto con il sito preistorico di Molfetta. Anzi, sarebbe stato opportuno pianificare una rete gestionale che potesse collegare il Museo al Pulo (fonte primaria dei beni archeologici custoditi nella Casina Cappelluti), in collaborazione con tutte le associazione culturali del Comune di Molfetta. Se il museo deve davvero rappresentare «un ulteriore volano di sviluppo e promozione turistica in grado di supportare i processi di pianificazione e programmazione sui temi di sviluppo sugli assi turistico-culturale- scientifico», come si legge nella delibera n.239/12, è necessario programmare una politica culturale più organica e attenta ai bisogni del territorio. La stessa delibera ribadisce l’importanza della promozione della cultura e del turismo «attraverso il coinvolgimento di associazioni pubbliche e private che includono le istituzioni universitarie, le Soprintendenze, gli istituti scolastici, le scuole, le imprese, le associazioni noprofit, le cooperative giovanili, i consorzi, le fondazioni nonché le organizzazioni governative e non di riconosciuta valenza nazionale ed internazionale che promuovono, gestiscono e diffondono la cultura, l’arte, la conservazione del patrimonio culturale ». Di sicuro queste non possono restare solo parole e intenzioni politiche, ma devono essere concretizzate. Perciò, è bene puntare non solo su una gestione efficace e qualificata sotto il profilo scientifico, ma anche su risorse umane già formate sul piano della comunicazione e dei contenuti e, soprattutto, sulla configurazione di una rete capillare tra il Museo archeologico e il Pulo. Di fatto, la decisione di affidare la gestione del Museo Archeologico alla Pro Loco si delinea come una scelta politica miope e un inutile atto di forza della passata amministrazione comunale. © Riproduzione riservata

Autore: Olimpia Petruzzella
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