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POLITICA, maggioranza: calma piatta, ma resta il fuoco sotto la cenere I problemi del Cdu e della Minuto. La “guerra” con Pino Amato. La battaglia sotterranea degli assessorati
15 aprile 2002

Calma piatta nella politica molfettese. O almeno così pare. La maggioranza di centrodestra a sostegno del sindaco Tommaso Minervini dà l'impressione in Consiglio Comunale di essere un mastodontico transatlantico che attraversa tranquillo il placido mare dell'amministrare, approvando compatta ogni provvedimento all'ordine del giorno, incurante delle scaramucce e delle polemiche sollevate dall'opposizione. Eppure qualche nube che potrebbe sconvolgere questo quadro idilliaco sembra addensarsi all'orizzonte, anche se tutti si affrettano a smentire o minimizzare. Di certo i tanti “assessori in pectore” rimasti fino a questo punto in panchina, cominciano a scalpitare. Negli accordi post-elettorali i tempi, per l'allargamento della Giunta da sei a dieci poltrone, e quindi per l'assegnazione dei nuovi incarichi a chi nella prima distribuzione delle deleghe era rimasto a bocca asciutta, dovevano essere molto più brevi di quanto in realtà si sta dimostrando. Ma l'approvazione del nuovo Statuto Comunale ha comportato una notevole perdita di tempo, ampiamente al di sopra di ogni aspettativa e qualcuno, a quasi un anno dalle elezioni, ha cominciato a battere i piedi. E non sono pochi i partiti (o forse sarebbe più opportuno dire i “maggiorenti” delle forze politiche) ancora in attesa della propria dose di “visibilità”. Tra tutti spicca senza ombra di dubbio il Cdu ed in particolare la consigliera comunale Carmela Minuto (che ricordiamo è risultata essere la più suffragata nelle scorse elezioni amministrative). Qualche tempo fa in una pubblica manifestazione il Cdu ribadì con forza il proprio ruolo nella coalizione di centrodestra e l'importanza del proprio apporto in termini elettorali per l'affermazione della Casa delle Libertà, ergo rivendicò la necessità di ottenere in tempi brevi un assessorato importante come riconoscimento per tutto questo. A chi poi spetterebbe, visto che i numeri parlano chiaro, non è difficile immaginarlo anche se sempre più insistentemente circola voce che la consigliera Minuto sia intenzionata a “dirottare” il tanto ambito assessorato (all'ambiente?) verso una persona a lei assai vicina (il fratello?). Ma tra i movimenti importanti da rilevare al centro della coalizione al governo della città, vi è senza dubbio quello che riguarda la risorta Democrazia Europea della quale sembrava si fossero perse le tracce. Ed invece si è appreso che Lillino Di Gioia, candidato alla Camera nello scorso maggio proprio per il partito di D'Antona, è divenuto coordinatore provinciale di De. Fin qui nulla di particolare se non fosse che proprio De, assieme al Cdu ed al Ccd ha già costituito a livello nazionale (e si appresta anche a farlo nelle realtà locali) un unico soggetto politico di centro che si ripropone di aggregare tutti i cattolici democratici della Casa delle Libertà (l'Udc). Cosa questo potrebbe significare a Molfetta non è difficile da immaginare se si considera che De può contare in consiglio comunale su quel Benito Cimillo ormai a tutti gli effetti parte della maggioranza… ed anche qui si riproporrà la questione-visibilità. Sarà comunque importante capire quale ruolo politico intenderà giocare Di Gioia nella nostra città e a sostegno del sindaco Tommaso Minervini, dopo le ben note vicende relative alla scorsa campagna elettorale. Occorre tuttavia sottolineare che il percorso per la costituzione di un unico soggetto politico a Molfetta tra le tre formazioni di centro appare davvero irto di ostacoli, persistendo una certa freddezza nei rapporti in particolare tra il Ccd ed il Cdu (ma sarebbe più opportuno dire tra il presidente del Consiglio Comunale Pino Amato e la consigliera Minuto…). Dall'altra parte e cioè nel centrosinistra la novità più importante è rappresentata senza dubbio dalla costituzione della Margherita locale sebbene anche questa non sembra essere scevra da problemi. Quello che infatti a livello nazionale costituisce, sebbene tra qualche difficoltà e polemica, un soggetto politico unico tra tre forze politiche (Democratici, Partito Popolare e Rinnovamento Italiano) a Molfetta rischia di essere un “fiore…monopetalo”. Infatti sono in particolare i “Democratici” ad essere proiettati nella dimensione unitaria dovendosi registrare una certa freddezza in questo senso da parte del Partito Popolare, dovuta anche al fatto che questo è privo di rappresentanza in Consiglio Comunale. In questi giorni ci sono stati incontri tra i due “petali” (Democratici e Ppi) per sensibilizzare un maggior “coinvolgimento” di risorse nella iniziativa comune, ma i risultati sono davvero tutti da verificare. In ogni caso mai come in questo periodo l'opposizione di centrosinistra sta scontrandosi con la dura realtà rappresentata dall'esiguo numero di rappresentanti in Consiglio che determina un sovraccarico di lavoro sui pochi eletti, sempre molto motivati, ma comprensibilmente ed inevitabilmente stanchi. E ora all'attenzione della massima assise comunale ci sono i nuovi criteri di assegnazione per le aree alle cooperative edilizie. Insomma, provvedimenti che contano e che necessitano di una opposizione vigile. Giulio Calvani
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