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Polemica sulle grandi opere a Molfetta, Isa de Bari, prestanome come candidato sindaco del sen. Azzollini le difende. Ma non dice che portano corruzione e interventi della magistratura come avvenuto per il porto. La replica di MolfettAttiva
15 maggio 2017

MOLFETTA - La polemica politica di questi giorni si è incentrata anche sulle grandi opere che il candidato sindaco di Antonio Azzollini, una specie di suo prestanome, in pratica, l’avv. Isabella de Bari continua a difendere, confermando il suo vecchio modo di fare politica e soprattutto dimenticando che tutte le grandi opere in Italia sono state oggetto di corruzione e di indagine della magistratura, compreso il porto di Molfetta (con lo stesso Azzollini coinvolto). A guadagnarci sono sempre i privati, a rimetterci montagne di denaro sono sempre i cittadini. Non producono lavoro e, anzi, alla distanza fanno perdere posti e creano danni all’ambiente. Ma evidentemente la signora non conosce la storia o volutamente la ignora.

L’occasione è data dal programma elettorale della destra e soprattutto dalla cancellazione della scritta “No grandi opere” che una mano ignota aveva disegnato sul viadotto che collega il nuovo porto commerciale all’area della Madonna dei Martiri. Azzollini non l’aveva mai digerita e si batteva da sempre perché fosse cancellata. Gli è venuto incontro il commissario straordinario Mauro Passerotti che, approfittando della partenza del Giro d’Italia da Molfetta, ha dato disposizioni al personale della Multiservizi perché fosse rimossa. A coprire il tutto i drappi rosa del giro.

E così Azzollini ha esultato: «Finalmente eliminata quella ignobile scritta! Aspettavo la rimozione da troppo tempo. Apprendo da Roma con soddisfazione che dopo la mia ennesima denuncia, al mio ritorno, non vedrò più la scritta "NO GRANDI OPERE" sul viadotto del nuovo porto commerciale. Spero che sia di buon auspicio».

E sempre nelle sue dichiarazioni demagogiche Azzollini, con molta ipocrisia si è anche detto preoccupato per gli operai che, per cancellarla, hanno rischiato di farsi male!

Non ci rammarichiamo della cancellazione, non ci piacciano le scritte sui muri anche se si tratta di cemento periferico, ma difendiamo il diritto al dissenso che il senatore non ha mai accettato, perché lui non ama la democrazia e il dialogo civile, rifuggendo dal confronto e aggredendo chi lo critica. E’ questo il futuro di Molfetta affidato alla sua prestanome? I cittadini se lo chiedono perplessi, perché non vogliono tornare indietro. Il senatore si lamenta dell’odio e dell’ignoranza che a suo dire verrebbero diffusi dai suoi avversari e con la sua grande ipocrisia finge di ignorare che i cittadini non sono ignoranti come lui li vorrebbe e non dimenticano l’odio da lui diffuso a piene mani in città in questi tre ultimi anni al punto che anche i suoi pretoriani lo hanno abbandonato (per il peggio, il ciambotto, comunque hanno lasciato solo e nudo il loro re).

Alla sua esultanza risponde con grande fermezza il Movimento MolfettAttiva che ricorda gli scempi operato dallo stesso Azzollini durante i suoi 10 anni da sindaco.

«E alla fine è accaduto. Erano anni che il Senatore Azzollini cercava invano di imporre la cancellazione di quella scritta grande e nera – dice MolfettAttiva -. "NO GRANDI OPERE". Una frase semplice e ribelle, contro le logiche con cui era nato il progetto del porto commerciale, contro un sistema non ecosostenibile. Al centro non una risposta ai bisogni della comunità, ma il costruire infrastrutture sempre e comunque.

Questa scritta è scomparsa, oggi, sotto i colpi di pittura, coperta da un drappo rosa voluto dall'Amministrazione commissariale in occasione della tappa del Giro d'Italia, coprendo con la vergogna il grido tatuato sull'opera da chi non ci sta.

 Nonostante ciò, non scompare quell'ecomostro da 162 milioni di euro che ancora oggi è bloccato e su cui pende un processo penale che vede 41 imputati tra cui lo stesso Senatore.

Ci fa strano pensare che una bonifica di questo tipo sia risultata molto più semplice da realizzare rispetto alle tante piccole opere che sarebbero fondamentali per la comunità; opere per le quali non servirebbero ingenti somme di denaro, ma solo l'attenzione di un governo cittadino che si preoccupa della fruibilità di spazi e servizi.

MolfettAttiva, con la prima iniziativa della campagna #parcobenecomune, ha dimostrato questo, generando un'operazione di sensibilizzazione sulla questione spazi comuni della città e individuando cosa serve per migliorarli e viverli al meglio.

Un esempio, lo scivolo del Parco di Levante, gioco rotto, ancora oggi utilizzato dai più piccoli, che mette a rischio la loro incolumità, la cui riparazione non dovrebbe richiedere cifre importanti.

Come cittadini attivi abbiamo protocollato una richiesta indirizzata al Commissario, precisamente la n.20863 dell'11 aprile, in cui abbiamo fatto presente la necessità di mettere al sicuro i bambini del parco.

Da quel giorno, nessuna risposta è stata ricevuta e nessun intervento è stato svolto. Per questo ci domandiamo: esiste una priorità tra le grandi e le piccole opere? Perchè ancora oggi le richieste sono rimaste inascoltate? Perchè una scritta merita maggior attenzione rispetto a un servizio? Una città che non è a misura di cittadino non è una città vivibile. Per questo invitiamo il Commissario a intervenire e a risolvere quanto prima possibile un problema che persiste ormai da tanto, troppo tempo».

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