Plastic free ancora in campo per pulire l’agro di Molfetta
MOLFETTA – “Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta” (Goethe).
Plasticfree ne ha fatto il proprio motto. Con incrollabile determinazione e costanza, persegue il sogno di un mondo senza plastica. Ma i sogni hanno braccia e gambe per camminare, quelle dei volontari che, rinunciando a parte del proprio tempo libero, svolgono una funzione sociali.
Lama Martina è il sogno, una lama libera dalla plastica, dai rifiuti deliberatamente lasciati da chi non si rende conto del dono della natura, della gratuità della bellezza in un contesto sano, pulito. E così, quasi ogni fine settimana, i volontari di Plasticfree indossano guanti, muniti di buste, scandagliano la lama alla ricerca del rifiuto lasciato. L’ultimo appuntamento ha visto i volontari ritrovarsi a Ponte Schivazappa, per pulire il polmone verde di Molfetta.
L’obiettivo, lo ribadiscono i referenti di Plasticfree, Raffaele Annese ed Eliana Salvemini, non è solo la raccolta dei rifiuti e la pulizia, ma anche la sensibilizzazione verso un uso più consapevole delle risorse della natura, una sensibile riduzione dei rifiuti, dei materiali più naturali, meno aggressivi per l’ambiente. Duole constatare che, nonostante l’appuntamento di pulizia del sabato, appuntamento della domenica, ha registrato un considerevole bottino, segno che cittadini poco responsabili, non solo non sono grati dell’opera meritoria dei volontari, ma siano convinti dell’assoluta non punibilità di questi che, senza tema di smentita, possono essere considerati reati contro la natura, alla stessa stregua delle grandi catastrofi ambientali causate dall’uomo.
Appare improcrastinabile una sorveglianza della lama, una gestione della stessa, una partnership tra enti e associazioni per gestire, valorizzare, tutelare, questo enorme patrimonio.
Ma i sogni, hanno bisogno di energie, di fatti, di persone.
“La natura ci sfida ad essere solidali e attenti alla custodia del creato, anche per prevenire, per quanto possibile, le conseguenze più gravi” (Papa Francesco)
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Autore: Beatrice Trogu