Pino Amato interroga l'amministrazione comunale sulla gestione della piscina comunale di Molfetta
Il consigliere comunale chiede anche lumi sul licenziamento per i mesi estivi di alcuni addetti alle pulizie
MOLFETTA - Torna a far discutere la piscina comunale di Molfetta. Questa volta a portare all'attenzione dell'opinione pubblica alcune presunte inadempienze del CONI nella gestione dell'impianto natatorio di Molfetta è il consigliere comunale Pino Amato che, con una interrogazione protocollata nella mattinata di ieri ed indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale, Nicola Camporeale, chiede che venga fatta chiarezza su una serie di delicate questioni che riguardano la struttura sportiva e, in particolare, sul licenziamento (per i mesi estivi di luglio ed agosto) di alcuni addetti alle pulizie, impiegati presso una impresa molfettese titolare di quel servizio.
Il consigliere Amato chiede, inoltre, lumi sul comitato di garanzia – previsto dalla convenzione tra Comune e CONI e composto da consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione– che dovrebbe vigilare sulla corretta gestione dell'impianto natatorio ma che non si sarebbe ancora formalmente costituito.
Riportiamo di seguito la nuova iniziativa del consigliere Amato che, in attesa di una definitiva schiarita sul suo possibile ingresso in Alleanza Nazionale (ed a questo proposito qualche importante novità dovrebbe aversi nella prossima settimana), continua ad “incalzare” l'amministrazione comunale su svariate problematiche che interessano la città.
“È ormai da diversi anni che il Coni è affidatario dell'uso e della gestione dell'impianto natatorio comunale. La convenzione relativa al rinnovo per il periodo che va dal 21 luglio 2006 al 30 luglio 2008 e le precedenti, all'art. 78 epigrafati “Servizi da espletare a cura del Coni” indica una numerosa serie di attività che il Coni in qualità di ente concessionario è tenuto ad assicurare. Tra queste attività è ricompressa l'elencazione di una serie di servizi (pulizia, verde, manutenzioni ordinarie, custodia, ecc).
Risulta, invece, che alcuni dei citati servizi vengono svolti da altre imprese contravvenendo alle disposizioni della citata convenzione, che addirittura hanno pensato bene di licenziare il personale nel periodo di chiusura dell'impianto (luglio-agosto scorsi) lasciando alcune famiglie senza stipendio: cosa che non era assolutamente accaduta negli anni scorsi. A questo punto viene da domandarsi: 1) Può il Coni far svolgere a soggetti terzi i servizi che per convenzione avrebbe dovuto assicurare in proprio? 2) Quali sono le imprese che operano per conto del Coni e in base a quale disposizione della convenzione operano? 3) Se ciò fosse possibile, sono stati adottati i criteri dell'evidenza pubblica nella selezioni di tali soggetti dal momento che il Coni è concessionario di un servizio pubblico? 4) Il Comune era ed è a conoscenza di tale situazione? 5) E il Comitato di Garanzia previsto dall'art 4 della citata convenzione non avrebbe dovuto vigilare sulla corretta esecuzione della convenzione (pare che il citato Comitato ad oggi non risulti ancora costituito)?.
6) Se la convenzione ha durata biennale e non viene interrotta nel periodo estivo perché i dipendenti, pur se di altra impresa, sono stati licenziati?”.