MOLFETTA - Il candidato sindaco dell’Udc a Molfetta Pino Amato (foto) si lancia in un’analisi sulla politica nazionale e dà le pagelle a Pd e Sel, smentendo la fine dell’Udc, pesantemente sconfitta e quasi scomparsa nelle ultime politiche. Ma Pino Amato assicura che la lettura del voto nazionale non può essere riportata a livello locale, dove l’Udc (o meglio Pino Amato) confermerà il suo bagaglio di voti pronti a pesare al ballottaggio.
Pino Amato azzarda anche critiche alla stampa, dimenticando il dato elettorale incontrovertibile: l’Udc ha ottenuto meno di 500 voti alla Camera, con un crollo di consensi rispetto alle amministrative.
«Le ultime votazioni, quelle che hanno portato alla vittoria con riserva di Bersani e della coalizione di ferro PD\\SEL, hanno suscitato giuste riflessioni anche in ambito cittadino – dice Pino Amato -.
Di fatti l'UDC Molfetta, sin dalla sua prima conferenza stampa (quella in cui si annunciava la campagna Obiettivo Città) ha dovuto far fronte alle domande, lecite, e alle opinioni sentenzione, francamente meno lecite, degli organi di stampa che, analizzando il dato nazionale e valutando la coerenza tra questo e quello della città, hanno preteso, o temuto, che a Molfetta l'UDC avesse, nel suo destino, la stessa sorte che ha patito a livello nazionale.
C'è anche chi ha deciso che l'UDC Molfetta, a seguito di quel risultato elettorale, fosse definitivamente morto.
Ma, ora che le vicende politiche nazionali prendono una piega inimmaginabile qualche mese fa, gli stessi sentenziosi si avvalgono della facoltà di tacere i risvolti e le conseguenze cittadine di determinate realtà nazionali.
Ad esempio le dimissioni di Bersani e la conclamata malattia che da anni affligge i partiti di centro sinistra, ossia un'incolmabile distanza tra la Segreteria di partito e la base.
Una lontananza definita da me "incolmabile" non per necessaria impossibilità ma per affermata mancanza di volontà.
In queste elezioni nazionali tutti i partiti, PD non escluso, sono andati a scuola dai grillini e hanno compreso quanto il web sia utile per le loro campagne elettorali, per fingere di interessarsi alla popolazione e dar loro, simil contentino, una parvenza di "voce in capitolo". Poi, nel momento in cui quella stessa base elettorale coinvolta ha cominciato ad esprimersi in favore di Rodotà come Presidente della Repubblica, molti parlamentari PD hanno cambiato idea mostrando il loro vero volto: hanno definito inopportune, fastidiose e decisamente "al limite della legalità" le mail (o i post o i tweet) che gli elettori indignati hanno inviato.
Nessuno ha voglia di sapere se a Molfetta un Sindaco lontano dalla città, che ora parla di partecipazione e collettività, una volta eletta terrà lo stesso comportamento dei suoi "compagni"?
A nessun giornalista sorge la riflessione che l'elettorato molfettese, coinvolto ed illuso in fase di campagna elettorale, possa subire la sorte di essere dimenticato a vantaggio di vecchie logiche di potere cittadine?
Evidentemente no, questo sospetto non sorge a nessuno dei sentenziosi, così pronti ad elargire giudizi sull'UDC ma così lenti a farlo sul PD.
E, la spaccatura dell'alleanza di ferro Bersani\\Vendola?
Visto che il PD a Molfetta ripercorre nella sua totalità le scelte d'alleanze della sua Segreteria Nazionale, siamo sicuri che, una volta in maggioranza mantengano la stessa, utile, coesione o seguiranno una linea di condotta che lascerà il comune di Molfetta nella situazione di stallo ed indecisione che imperversa nelle aule romane?
Possiamo esser certi che il candidato Sindaco di Molfetta abbia una maggiore capacità di governare o che, se eletta, avendo alle spalle una maggioranza incerta non si scopra più adatta alle dimissioni?
E, non volendosi dimettere, cosa potrebbe fare se non barattare voti in consiglio comunale in cambio di nomine clientelari, commissioni assegnate o altri comportamenti del solito mal governo?
È lecito porsi certe domande, ed è ancor più lecito attendere delle risposte chiare e coerenti.
Ma, conoscendo il modus operandi dei candidati molfettesi, anche queste parole (come la proposta di dimezzare gli stipendi degli assessori o quella di dichiarare i candidati in lista non adatti a ricevere commissioni comunali) resteranno senza alcuna risposta.
Ci si affannerà nell'organizzare manifestazioni, nel pronunciare slogan e nell'urlare promesse.
Il solito fumo negli occhi per un elettorato disilluso e stanco al quale però mi sento di poter rivolgere una richiesta semplice: fate sentire la vostra voce, giudicate, pretendete... in sostanza PARTECIPATE!».
Insomma, da questa analisi appare un Pino Amato che si sente circondato, attacca tutti (o quasi: non c'è una critica al centrodestra, ndr), anche la stampa (tirata in ballo fuori luogo), dimostrando di non accettare le giuste critiche al suo partito e dando letture anticipate di quello che avverrà in caso di vittoria del centrosinistra. Forse la sua lettura politica appare molto personalistica, risentendo dell’esclusione del suo partito dalle coalizioni di centrosinistra e di centrodestra, che lo ha lasciato praticamente isolato.
Ma, si sa, in campagna elettorale si dice tutto e il contrario di tutto. Tra la'ltro l'altro Pino Amato è conosciuto come un combattente e ha deciso di scendere in campo direttamente per trainare voti che alle amministrative saranno sicuramente molto più numerosi di quelli delle politiche e l’Udc si prepara a far pesare questo pacchetto di consensi al ballottaggio.