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Piero de Nicolo: torno a fare politica, contro di me accanimento inspiegabile Paola mi ha amareggiato Il presidente della Multiservizi si dimette e crea un movimento
15 febbraio 2015

Paola è diventata sindaco 540 giorni fa. Cosa è cambiato da allora? Non dico tutte le cose che non sono state fatte perché sarebbe come sparare sulla croce rossa ma alcune non possiamo ignorarle. Serve un colpo d’ali che ci faccia accelerare. Le catene sono rotte e da questa momento ci sentiremo liberi di valutare, decidere, selezionare le proposte migliori per il bene di questa città. Piero de Nicolo scuote la testa, allarga le braccia, mostra alla platea, troppo numerosa per essere contenuta dalla pur capiente, sala Finocchiaro, il voluminoso programma elettorale proposto da Paola Natalicchio alle comunali del 2013. Lo indica come a dire che dopo un anno e mezzo l’amministrazione è ferma al palo e che quelle progettualità sono rimaste sulla carta. L’applauso è veemente, l’accoglienza è calorosa, la prima uscita di “Molfetta riformi- via Manzoni” (sede del primo studio legale di De Nicolo e luogo d’incontro con i suoi uomini) si struttura in un movimento politico e culturale autonomo, (presentato ufficialmente presso la Fabbrica di San Domenico) e si ritaglierà un nuovo campo d’azione all’interno dell’amministrazione targata Paola Natalicchio. Solo un mese fa in un incontro tenutosi a Comitando de Nicolo porgeva ramoscelli d’ulivo al primo cittadino: “conosco Paola da tantissimi anni e malgrado le difficoltà sta mettendo il sangue e il cuore per gestire una situazione ingovernabile. Da 1 a 10 il mio voto è 7. Un voto altissimo considerate le difficoltà che ha trovato Paola sulla propria strada. Quando potrà andare a pieno regime farà ancora meglio”. Acqua passata: il caso “parentopoli” (l’assunzione a tempo determinato del figlio della consigliera comunale Raffaella Ciccolella alla Multiservizi) ha gettato altri granelli nei rapporti già tesi tra de Nicolo e il primo cittadino e dopo le dimissioni da presidente della Multiservizi, questo è determinato a dettare con maggior vigore la propria linea politica. “La società da me presieduta si è sempre mossa nel solco della trasparenza e il figlio della consigliera comunale Raffaella Ciccolella ha subito rinunciato all’incarico. E’ partito quindi, una sorta di processo nei miei confronti e ben tre riunioni di maggioranza. E’ qualcosa che mi ha fatto male” Un acuirsi delle tensioni, proprio in vista delle Regionali di maggio, alle quali de Nicolo parteciperà quasi certamente aderendo a una lista composta da una reunion dei vecchi socialisti, da Alberto Tedesco a Onofrio Introna. Molfetta Riformista quindi è un progetto buono a scaldare i motori e a coagulare consensi per le elezioni di maggio e dopo chissà. “Vogliamo chiedere, domandare, fare domande, ottenere risposte. Continueremo nel solco della collaborazione ma non indietreggeremo di un passo ogniqualvolta non condivideremo certe scelte amministrative, disposti ad assumerci tutte le responsabilità del caso. Non saremo noi a rompere il mandato elettorale ma non ci faremo più imporre decisioni dall’alto. Da oggi torno a fare politica, da cittadino”. Adesso, intanto, dall’urbanistica alla trasparenza, sono solo critiche. “Avevamo promesso l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul porto con tecnici e periti super partes per fare luce sull’intera vicenda. Che fine ha fatto? Forse adesso ne sapremmo di più. Ora la chiedo a gran voce dopo 540 giorni”. Stessa musica sulla trasparenza: “Dove è finita la casa di vetro che avevamo promesso ai nostri elettori? Il Tar continua a condannarci per il difficile accesso dei cittadini agli atti. Serve troppo tempo e qui ha responsabilità politiche l’assessore Bepi Maralfa: la sua delega alla trasparenza si ferma davanti ai cancelli di Lama Scotella? E lo chiedo anche all’assessore Rosalba Gadaleta: quante istanze servono ai cittadini per avere conto di quello che accade sull’urbanistica?”. Proprio sull’urbanistica sono arrivate le critiche più dure, sfociate addirittura nella proposta di un referendum: “dopo 540 giorni non siamo stati in grado di uscire dal meccanismo perverso secondo il quale per ottenere un’autorizzazione edilizia bisogna penare. Intanto si acuisce il dramma dei proprietari dei terreni che si stanno rovinando per mantenerli, pagando un sacco di tasse. Eppure dietro questo settore ci molti sono giovani che vogliono investire e tanti operai che potrebbero lavorare. Invece aspettiamo che sia il Tar a sbloccare situazione. Ebbene io non sono disposto ad aspettare questo. Serve un colpo d’ali che ci faccia accelerare. L’art. 63 dello Statuto del consiglio comunale prevede la possibilità di lanciare un referendum consultivo, che noi vogliamo sul futuro urbanistico della nostra città. Se la politica non riesce a decidere, che decidano i cittadini. Dobbiamo sbloccare i comparti. Lancio ufficialmente la proposta”. Le sorti dell’amministrazione Natalicchio appaiono adesso sempre più incerte. De Nicolo, infatti, controlla un gruppo nutrito di consiglieri comunali: Saverio Patimo, Raffaella Ciccolella, Roberto la Grasta e Giulio Germinario, ed esprime un assessore, Tommaso Spadavecchia (che l’ex presidente della Multiservizi ha preferito proprio a Germinario la cui nomina praticamente imminente, fu bloccata in extremis). La sua nuova discesa politica è salutata con speranzoso entusiasmo da pezzi influenti della destra Molfettese (da Mariano Caputo a Giacomo Rosiello) che sperano di portare de Nicolo dalla loro parte in un’eventuale formazione di un grande centro cittadino e tutti gli scenari appaiono possibili. Di certo la maggioranza di centrosinistra vedrà il proprio cammino complicarsi notevolmente. Guai anche per il Partito Democratico. A caldo, il segretario Giulio Calvani ha cercato di minimizzare: “Piero è iscritto al partito democratico, non cambia niente ”. Molto difficile credergli. Si apre una stagione di perturbazioni: Paola Natalicchio riuscirà a mantenere salda, la rotta della sua amministrazione?

Autore: Onofrio Bellifemine
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