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Piazzetta Giovene privatizzazione involontaria con pilomat?
15 novembre 2011

Conclusi i lavori, qualche perplessità resta su Piazzetta Giovene. Cambia l’ingresso sulla piazza (lato villa comunale): non rispettata l’originale fi - sionomia? «Abbiamo ampliato quel marciapiede perché l’interno della piazza non sarà utilizzato a parcheggio - ha spiegato l’ing. Enzo Balducci, dirigente del Settore Lavori Pubblici - perciò è stato anche necessario porre degli ostacoli fi ssi sui due ingressi». Due pilomat. Accesso giustamente negato alle auto dei cittadini per creare un’area pedonale (la piazza è stata usata in passato come parcheggio), ma garantito alle auto della curia solo per transitare verso il parcheggio dell’episcopio, all’amministratore del condominio della palazzina che si aff accia sulla piazza e anche ai proprietari dei box auto a piano terra. Piazzatta Giovene sarà una zona di solo passaggio: dunque, sosta bandita. Eppure, le foto documentano la presenza delle auto: inossidabile mal costume o avvisaglie di “privatizzazione involontaria” della piazza? Come mai le strisce pedonali sono state collocate proprio all’uscita sul lato Cattedrale? Superfi cialità e errore? Per la pavimentazione, sono state utilizzate le stesse basole asportate, ha confermato Balducci, mentre quelle rotte nelle fasi di rimozione e riposizionamento sono state sostituite vecchie basole di proprietà comunale (anche per risistemare i marciapiedi che erano in pietrini di cemento) La cisterna: i dubbi di Quindici. Sarà possibile accedere alla cisterna? Perché non si è optato per vetrate che avrebbero reso l’interno visibile dall’alto? Accesso possibile dalla botola con una scala per qualsiasi ispezione o studio, dopo aver asportato l’acqua accumulata. Evitata l’accessibilità pubblica perché la realizzazione del vano scala avrebbe reso inutilizzabili gli ambienti e modifi cato la copertura, secondo Balducci, mentre la condensa avrebbe opacizzato la vetrata. Scartata anche l’idea del cupolino, possibile preda dei vandali. Saranno eliminati anche armadi e cavi aerei elettrici e telefonici dalla facciata del Seminario per avere una lettura pulita dell’area, oltre alla sostituzione dei vecchi pluviali (i nuovi in rame) e all’installazione di un’illuminazione artistica per l’ambiente, mentre il monumento sarà allestito con le stesse essenze arboree di quando fu realizzato dopo una ricerca storica. Ma le volte a crociera in tufo carpino sapranno sopportare le reiterate sollecitazioni delle auto, anche se a piccole dosi? La cisterna non era stata costruita negli anni 60 del sec. XIX (ma secondo calducci, inizi del ‘900) per sopportare il peso delle auto, bensì uomini, cavalli, secchi e carretti. Lo stesso Balducci ha ammesso che la struttura sarà soggetta a un fenomeno d’invecchiamento, dunque occorreranno ulteriori lavori di consolidamento in un lontano futuro. Colpa del tempo e del deterioramento degli elementi? Aggravante il peso delle auto? Anche. Ma è pur vero che la piazzetta è una zona di passaggio verso il parcheggio dell’episcopio, che nella seconda metà del sec. XIX era un semplice atrio. La struttura, i canali: e le vasche? La struttura della cisterna è stata lasciata intatta, ha assicurato Balducci, ma i canali di affl usso delle acque meteoriche «non sono stati tutti ostruiti». La cisterna doveva raccogliere l’acqua proveniente dal tetto della Cattedrale con un artifi - cioso sistema di grondaie e canali. Dai tetti di levante e ponente l’acqua confl uiva nelle grondaie per giungere in un canale verticale che, giunto alla terra ferma, scaricava l’acqua in un secondo canale orizzontale verso la cisterna. Per la parte occidentale, invece, fu realizzato un canale sotterraneo di quasi 61 metri che, partendo dall’angolo nord-ovest, attraversava la chiesa per terminare direttamente nella piscina. Furono anche installate tubature in zinco per la dotazione di acqua (C. Natalicchio, M. Uva, C. Pappagallo «L’acqua a Molfetta. Cisterne, pozzi, piscine in territorio molfettese»; C. Pappagallo, «Riscoperta la piscina comunale a Pizzetta Giovene», Quindici febbraio 2010, p.23). Se alcuni di quei canali e tubature non sono stati chiusi (anzi, le parole di Balducci lasciano intendere la presenza di altri canali), è possibile che l’acqua continui a scorrere fi no alla cisterna: lo stesso ingegnere ha ricordato che sarà necessario asportare l’acqua dal fondo della piscina in caso d’ispezioni o studi. Ma quel ristagno potrebbe provocare un nuovo deterioramento della struttura dopo i lavori? Non bisogna dimenticare che con la variante al progetto iniziale (1866) furono aggiunti due canali, uno proveniente da piazza Vittorio Emanuele (63m) e l’altro da Corso Umberto (34m): anche questi canali sono stati chiusi? O sono rimasti in funzione? È stato eseguito uno studio idrico? Sono stati interpellati studiosi e storici di Molfetta, che ben conoscono storia, problemi e struttura della cisterna o si è preferito procedere con le “bende agli occhi”? Inoltre, i canali ostruiti, e non completamente eliminati, potrebbero presentare col tempo dei problemi dovuti alla pressione dell’acqua accumulata? In questo caso, l’acqua proveniente dal tetto della Cattedrale sarà riversata dai pluviali lungo la strada con la possibilità di creare diffi coltà ai pedoni stessi in caso di forti piogge? Potrà anche percolare nella cisterna?

Autore: Marcello la Forgia
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