MOLFETTA - State buoni se potete, altrimenti fate come vi pare, nessuno vi dice nulla. Tolleranza tutto, un unicum di sottovalutazione e lassismo che ha accresciuto negli ultimi 2 anni il fenomeno dell’ambulantato a Molfetta. Modello del partito dell’«in fondo che male c’è», del «ma i problemi sono altri».
Scaduto il Piano del Commercio il 18 aprile 2010, dopo l’intervento della Magistratura e delle Forze dell’Ordine l’8 giugno e il 21 settembre (e non è escluso che ce ne siano altri, prima che venga approvato il piano del commercio), con sequestri e arresti, l’amministrazione comunale di centrodestra porterà in Consiglio Comunale la bozza del nuovo Piano quadriennale del Commercio su aree pubbliche per l’approvazione. Un dannoso ritardo, a tal punto da provocare situazioni di palese illegalità. Bizzarra dilazione, favorita anche dalle ordinanze-tampone del sindaco-senatore-presidente Antonio Azzollini, l’ultima il 28 settembre scorso, con cui prorogare al 30 novembre tutte le autorizzazioni concesse agli ambulanti a posto fisso il 21 giugno e scadute il 30 settembre.
PIANO DEL COMMERCIO, SANATORIA CHE TRADISCE LA CITTÀ
In attesa del prossimo Consiglio Comunale per la discussione e l’approvazione del piano (domani, lunedì 11 ore 16,30, aula consiliare), l’opposizione (Pd, Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà) ha presentato alla città le sue proposte in una conferenza stampa nei pressi del Liceo Classico (nella foto, da sinistra: Mino Salvemini, Gianni Porta, Beppe Zanna, Giovanni Abbattista e Nicola Piergiovanni)
Non convince il nuovo piano, l’introduzione di Giovanni Abbattista, segretario Pd, «è la semplice riproposta del piano approvato dal commissario prefettizio nel 2006». Si consolida una situazione che ha impoverito e degradato la città: «è una sanatoria che istituzionalizza le vecchie postazioni con l’invenzione del mercato diffuso - ha continuato il consigliere Abbattista - un concetto non presente in nessuna legge statale e regionale». Molfetta diventa una vera e propria piazza mercatale.
Lo stesso Abbattista ha ricordato la mancata revisione del Piano del Commercio Generale, scaduto da un anno, oltre all’assenza di un’analisi dei bisogni commerciali della città: «l’Amministrazione Azzollini ha assecondato le richieste dei vari operatori, palesando la sua incapacità di governare e organizzare l’attività amministrativa con libertà e serietà».
Un oltraggio alla legalità, dunque, un’amministrazione che forza le leggi: l’opposizione non ci sta «pur condividendo il sostegno per chi ha bisogno, non dobbiamo assecondare ogni sua richiesta - la glossa di Nicola Piergiovanni (Sinistra e Libertà) - dobbiamo eliminare la farsa dell’ambulante a posto fisso e puntare al decoro, all’igiene, alla sicurezza».
Tutelare anche gli interessi di quei punti vendita che seguono puntualmente la legge, controllare in modo serrato l’attività di questi operatori ambulanti, salvaguardare le Forze dell’Ordine cittadine, sempre più spesso sotto il mirino delle minacce: «non solo l’amministrazione accontenta questi operatori che si sono impuntati nei loro capricci - ha aggiunto il consigliere Piergiovanni - ma introduce nelle piazze del mercato giornaliero altri bar, che a Molfetta sono già 264».
LE PROPOSTE PER UNO SVILUPPO DIVERSO
L’opposizione porterà in Consiglio Comunale alcuni disegni di revisione per un «piano blindato», consapevole di un’approvazione a maggioranza allargata. Attrezzare, innanzitutto, aree mercatali con 4-5 operatori, individuate nei rioni non ancora coperti e nelle nuove zone di espansione, senza caricare il centro città. Ampliare e recuperare strutture mercatali già esistenti come la Piazzetta 167, Piazza Gramsci, l’ex-Mattatoio, il vecchio mercato ortofrutticolo all’ingrosso, adiacente la chiesa San Giuseppe, assegnando anche posteggi liberi. Senza dimenticare la corretta regolamentazione delle aree di esposizione.
PERCHÉ I CITTADINI SI RECANO DAGLI AMBULANTI?
Un piano che tradisce le aspettative della città, secondo Mino Salvemini, capogruppo del Pd in Consiglio Comunale. Una città che accusa l’ambulante di sporcare, di violare la legge, di vendere merce non igienica, che decanta l’intervento delle Forze dell’Ordine: che, alla fine, è sempre pronta a ritornare dal suo rivenditore a comprare frutta e verdura. Una contraddizione, la città riflette il potere che la governa.
Prezzi più bassi del 10%-30%, la scusa dell’acquirente. Per questo molte postazioni erano e saranno collocate in modo strategico nei pressi di supermercati e altri punti vendita, proprio per intercettare la clientela: il piano del commercio legalizza questa imbarazzante situazione.
Possibilità di acquistare specialità locali, dimenticando troppe volte che sul bancone dell’ambulante prevale l'unbranded, nessuna marca del prodotto: garante della qualità del prodotto è il venditore.
© Riproduzione riservata