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Petrolio, per le trivellazioni al largo di Molfetta attesa la decisione del Tar Lazio
15 marzo 2010

Come già anticipato in anteprima sulle pagine di Quindici lo scorso gennaio, la Regione Puglia ha deciso di fare ricorso al Tar del Lazio per far valere le proprie ragioni. In regione infatti si attende il pronunciamento del tribunale per cercare di bloccare le prospezioni petrolifere concesse dal ministero dell’ambiente alla società britannica Northern Petroleum ltd, che avrebbe richiesto di poter avviare ricerche nel nostro mare. Dopo la sentenza del Tar di Lecce che ha sospeso temporaneamente il decreto ministeriale che aveva autorizzato i lavori preliminari per scandagliare il mare pugliese (in particolare quelli a largo di Ostuni) consentendo l’estrazione di idrocarburi, ci si attende, salvo sorprese, lo stesso provvedimento da parte del tribunale amministrativo regionale alla richiesta avanzata dalla Regione Puglia prima, e dalla provincia di Bari poi. Il ricorso presentato dalla Regione Puglia nello scorso gennaio, ha trovato infatti il sostegno del presidente della provincia di Bari Francesco Schittulli, che, anche se in ritardo, ha deciso di appoggiare il ricorso al Tar «per sostenere le ragioni di illegittimità del decreto di autorizzazione alle indagine petrolifere a largo delle coste baresi. Una decisione presa per il bene del nostro territorio e della nostra comunità» ha spiegato Schittulli. «È evidente – aggiunge il presidente della Provincia di Bari - che la nostra non è una presa di posizione per fini elettorali, ma crediamo fermamente che lo sviluppo economico e turistico del nostro territorio passi anche e soprattutto dalla salvaguardia e tutela dell’ambiente. La questione delle piattaforme petrolifere in Puglia è diventata motivo di scontro elettorale». «Oggi - conclude Schittulli - è importante, al di là dei colori politici, fare fronte comune contro una decisione che rischia di compromettere il futuro paesaggistico, turistico e culturale di questo territorio». Dello stesso avviso non è però il primo cittadino di Molfetta Antonio Azzollini che avrebbe ammesso di non essere contrario alle trivellazioni al largo delle coste molfettesi. «Il Comune sarebbe favorevole» ha dichiarato il primo cittadino molfettese, questo a fronte delle proteste della sezione Wwf di Molfetta e della locale sezione dell’associazione ambientalista Marevivo, contrarie alle ricerche di eventuali giacimenti nel nostro mare. Antonio Azzollini sarebbe infatti disponibile ad accogliere e ad autorizzare le esplorazioni per valutare la consistenza di eventuali giacimenti al largo di Molfetta, sostenendo che a trarne vantaggio sarebbero soprattutto i cittadini e le città del circondario. Una convinzione quella del primo cittadino di Molfetta che non ha sicuramente preso in considerazione i rischi che si corrono, tra i quali lo smaltimento dei fanghi di risulta delle perforazioni, a base di arsenico e cadmio, altamente tossici per l’uomo, che se non adeguatamente smaltiti, rischiano di finire in mare, provocando un disastro ecologico già annunciato. In particolare, la preoccupazione deriva dal flusso continuo di inquinanti che sarebbero dispersi in mare, molti dei quali tossici come l’idrogeno solforato, il piombo, il cromo e il mercurio, e potenti cancerogeni come il toluene, il benzene e lo xilene. Oltre all’inquinamento dell’ecosistema, si rischia, come sottolineano le associazioni ambientaliste, che le sole prospezioni petrolifere a base di Air Gun o proiettili ad aria possano determinare diminuzioni del pescato tra il 45% e il 70% in un raggio di quaranta miglia nautiche, circa 70 chilometri, e, considerando la vastità dell’area su cui verranno utilizzati questi proiettili, si può ben immaginare il danno sulla quantità e la qualità del pescato. Oltre alla moria dei pesci, e ai danni alla biodiversità, questi potenti proiettili ad aria causano veri e propri danni a cetacei e soprattutto alla specie protetta delle tartarughe marine. Pertanto non si spiega come si sia potuto autorizzare delle ricerche petrolifere in mare senza tenere conto del carattere altamente inquinante della tecnica di prospezione geofisica degli Air Gun. A questo punto ci auguriamo che il Tar del Lazio accolga la proposta avanzata da Regione Puglia e Provincia di Bari, sospendendo così il decreto ministeriale che autorizzava le prospezioni in mare,visto che il nostro sindaco si è già esplicitamente schierato per il fronte del sì.

Autore: Giovanni Angione
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