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Per non dimenticare, i molfettesi dal giorno della memoria al giorno del ricordo
15 marzo 2019

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati; […] in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”. Così recitano gli articoli 1 e 2 della Legge 20 luglio 2000 n. 211 al fine di celebrare il Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale celebrata il 27 Gennaio per commemorare, appunto, le vittime della Shoah. Si è scelto di celebrarla il 27 gennaio, perché in quel giorno del 1945, le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramenti di Auschwitz. A tal proposito l’associazione Eredi della Storia - ANMIG, sabato 26 gennaio, è stata promotrice del convegno che si è tenuto a Palazzo Turtur, con relatore il presidente dell’associazione, dottor Michele Spadavecchia. Lo stesso ha tracciato un percorso ideologico, mettendo in risalto il fanatismo, portato all’esasperazione, di alcuni esponenti delle classi dirigenti dell’epoca, evidenziando come si è arrivati gradualmente “alla soluzione finale”. Si è cominciato, obbligando gli ebrei ad emigrare, chi restava era tenuto a pagare una imposta, erano vietati i matrimoni fra ebrei e ariani, gli Ariani non potevano fare acquisti nei negozi appartenenti a Ebrei, tant’è che fra il 9 e 10 novembre del 1938, membri del partito nazista su istigazione della Gestapo, in Germania, Austria e Cecoslovacchia, incendiarono e saccheggiarono tutti i luoghi di aggregazione degli ebrei, come sinagoghe, cimiteri e negozi, infatti questo episodio passerà alla storia come la “Notte dei cristalli”. Da qui iniziarono le deportazioni che culmineranno nell’agosto del 1941, dando origine alla famigerata “soluzione finale”. E’ stata allestita nella hall di palazzo Turtur, una mostra fotografico - documentaria riguardante la deportazione degli Ebrei e del salvataggio della comunità pugliese da parte di alcuni protagonisti molfettesi, che con un peschereccio acquistato dagli ebrei molfettesi, chiamato Nettuno, trasferì in Palestina (poi diventata Israele) le comunità locali, partendo da Molfetta e Monopoli. I protagonisti di questa impresa furono il capitano Salvemini e il motorista Domenico Raguseo. L’associazione di piazza Mazzini è rimasta aperta domenica 27 gennaio, per consentire ai tanti visitatori di consultare l’archivio storico inerente all’argomento. Nella mattinata è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime molfettesi nei campi di concentramento e i 550 deportati, molti dei quali morirono subito dopo la guerre, per le sevizie e le ferite riportate; in pochi invalidi e mutilati di guerra sono arrivati ai giorni nostri per raccontarci i loro tragici vissuti. Il giorno del ricordo, è una solennità celebrata il 10 febbraio di ogni anno, istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92 con lo scopo di ricordare le vittime delle Foibe e dell’esodo degli italiani che abitavano i territori dell’Istria, della Dalmazia, della Venezia Giulia, che prima dei trattati di pace di Parigi del 1947, erano appartenuti all’Italia. Anche in questa occasione l’Associazione Eredi della Storia - ANMIG è stata promotrice di una serie di eventi che hanno coinvolto l’intera cittadinanza. Mercoledì 6 Febbraio presso l’istituto Amerigo Vespucci di Molfetta, il dott. Michele Spadavecchia, ha tenuto una conferenza sul tema delle Foibe rivolta agli alunni di 5° superiore, più inclini a questa tematica dato che rientra fra gli argomenti del loro piano di studi. Nella hall della scuola, inoltre, è stata realizzata una mostra temporanea con fotografie e documenti inediti, riguardanti il periodo delle Foibe e secondo dopoguerra; che è stata oggetto delle riprese dell’emittente televisiva “Telenorba”. La stessa tv ha intervistato il presidente dell’istituto nazionale del Nastro azzurro di Molfetta, il Cav. Sergio Ragno, che ha raccontato come sono stati ritrovati fotografie e documenti risalenti a quel periodo. Nella mattinata di domenica 10 febbraio piazza Mazzini è diventata piazza Martiri delle Foibe, si è osservato un minuto di silenzio con la bandiera a mezz’asta. Successivamente ci è stata l’esposizione del materiale storico-documentario, che ha visto i nostri concittadini coinvolti in quella tragedia. Grande successo da parte dalla cittadinanza, ha riscosso la conferenza tenutasi in serata, nella sala consiliare di palazzo Giovene dal titolo “La Bicicletta nera”. Quest’ultimo è il titolo del romanzo storico scritto da Maria Addamiano, che è stato presentato in quella sede, dove l’assessore alla cultura Sara Allegretta, facendo riferimento alla figura della donna, oggetto delle ultime analisi e dibattiti, ha messo in risalto la persona di Rina, moglie del protagonista, per la sua caparbietà nel resistere di fronte alle difficoltà, rimanendo sempre accanto al marito. Successivamente hanno preso la parola il dr. Michele Spadavecchia e l’avv. Nicola Bufi, presidente regionale dell’ANMIG (associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra), relazionando in merito al tema delle Foibe, ricordando anche la comunità di molfettesi che ha abitato quelle terre. Ha concluso la settimana ricca di eventi, la conferenza svoltasi all’ANEB Mercoledì 13 Febbraio, tenuta dal dott. Michele Spadavecchia e dal prof. Angelo Antonio Spagnoletti, docente di storia moderna dell’università degli studi di Bari. Significativa ed efficace è stata l’esposizione di quest’ultimo, che ha spiegato come la diatriba legata ai confini orientali dell’Italia risalga all’età moderna e precisamente alla Repubblica di Venezia, “La Serenissima”, per poi passare al periodo delle campagne d’Italia di Napoleone Bonaparte fino ad arrivare al secondo conflitto mondiale e immediato dopoguerra. In conclusione, l’attività della Associazione Culturale Eredi della Storia è prolifica ed intensa, perché persegue un solo scopo, mantenere viva la memoria di cittadini molfettesi che lor malgrado hanno affrontato momenti e periodi storici importanti e che nel loro piccolo hanno contribuito a realizzare la Storia. Dott. Michele La Grasta

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