Partecipazione popolare il potere del cittadino stropicciato dalla politica
Né la strizzata d’occhio dei pidiellini al popolo, né l’inconsistente gioco di squadra dei sinistra(n) ti. La politica a Molfetta è un vegetale senza sostanza: populismo e demagogia, anch’essi inesistenti, affiancati a vetocrazia e particolarismi privati. È la gemeinschaft molfettese, gerarchia familiare e clientelare. Molfetta è questa non per mancanza di democrazia: ma per eccesso di marciume nell’amministrazione pubblica e politica che produce assenza di democrazia ed esilio della partecipazione popolare. Il cittadino appare in campagna elettorale, scompare a urne chiuse (eccetto il “dazio elettorale”, prassi consolidata e considerata legale). Nel neopopulismo (di destra e sinistra) il voto è la forma della partecipazione popolare: ma, secondo l’art.8 del Testo unico degli enti locali, «i comuni, anche su base di quartiere o di frazione, valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione popolare all’amministrazione locale». Proposito ripreso dall’art.6 dello Statuto comunale: il Comune «riconosce il diritto dei cittadini, delle formazioni sociali intermedie, degli enti e delle associazioni a partecipare alla formazione e all’attuazione delle sue scelte programmatiche e all’esercizio della funzione amministrativa». Ribadito dall’art.53: «i cittadini contribuiscono con le loro proposte alla determinazione delle scelte e alla formazione delle decisioni su temi di interesse collettivo». LA PARTECIPAZIONE POPOLARE Esiste il “Forum dei Giovani”, non quello dei cittadini, pur riconosciuto dall’art.58 Stat.: «il Comune promuove, quali organismi di partecipazione, Forum dei cittadini, cioè riunioni pubbliche finalizzate a migliorare la comunicazione e la reciproca informazione tra popolazione e amministratori in ordine a fatti, problemi ed iniziative che investono la tutela dei diritti dei cittadini per gli interessi collettivi». Risicato è il senso civico, l’obiezione politica. Perché non tentare con un’adeguata pubblicizzazione? Impossibile istituire comitati circoscrizionali, perché mancano le circoscrizioni a Molfetta, anche se l’art.52 Stat. ne prevede l’istituzione a partire dal Regolamento per il decentramento (i comitati esprimono «pareri in materia urbanistica, ambientale, di servizi, di bilancio e opere pubbliche attinenti la parte di territorio Comunale di competenza del comitato circoscrizionale » e hanno «diritto di proposta per qualsiasi materia di competenza del Consiglio comunale»). Ma il Comune può anche promuovere consultazioni popolari, secondo quanto stabilito dall’art.59, «allo scopo di conoscere il giudizio in ordine ad iniziative, attività o provvedimenti di rispettiva competenza». Ad esempio, la redazione del Documento di Rigenerazione Urbana nel giugno 2011 o la programmazione del Pirp nel 2007, come anche il progetto di riqualificazione del quadrilatero commerciale urbano di Molfetta, avrebbero richiesto una delle tante forme di partecipazione popolare fissate dallo Statuto, piuttosto che imboccare le idee dei politicanti tra i denti dei cittadini. Perché a Molfetta negli ultimi 10 anni non sono mai state attuate forme di partecipazione popolare riconosciute per legge? Forse per obbligare il cittadino a rivolgersi ai politicanti locali, ingrossando le file del clientelarismo politico? LA RESPONSABILITÀ DELLA POLITICA Il Comune organizza almeno un incontro all’anno con le associazioni cittadine «per un esame congiunto dei problemi generali della città»? Monitora l’attività del volontariato e dell’associazionismo? Perché non redarre un regolamento per l’attuazione della partecipazione popolare? Poca volontà politica. Basti pensare al trattamento riservato a istanze e proposte dei cittadini, come quella per la cassazione dell’art.10 dallo schema di contratto per l’assegnazione degli appartamenti in edilizia convenzionata: i proponenti attendono dal 2009, nonostante il sindaco, il presidente del Consiglio o i funzionari comunali «sono tenuti a dare adeguata e tempestiva (comunque non oltre i trenta giorni dalla presentazione) risposta scritta». E, se la proposta rientra nella competenza del consiglio, il presidente «iscrive la stessa all’odg della prima seduta utile previo parere della competente Commissione Consiliare Permanente». LA RESPONSABILITÀ DEI CITTADINI Molfetta è quella che viviamo anche per il torpore dei cittadini, imbavagliati dalle promesse del politico e del privato, stregati dai compromessi quotidiani. Ad esempio, i “Forum dei cittadini” possono essere convocati con una richiesta sottoscritta da almeno 100 cittadini (art.58). Ma è possibile rivolgere al sindaco interrogazioni «per chiedere le ragioni di determinati comportamenti o aspetti dell’attività amministrativa»: e, se sottoscritte da almeno 100 cittadini, «saranno iscritte all’ordine del giorno del Consiglio comunale entro trenta giorni dal deposito», mentre «il sindaco potrà fornire, entro quindici giorni dal deposito, risposta scritta» (art.60). O ancora azioni popolari e petizioni al consiglio e alla giunta (artt.61, 64). A Molfetta numerosi sarebbero oggi gli argomenti di discussione civica: la pulizia della città, l’urbanistica, il verde pubblico, il silenzio della politica, l’incompatibilità sindaco-senatore. I cittadini si indignano, ma pochi agiscono. Si preferisce poltrire, limitarsi a consumare parole e non prendere posizione. Oppure nessuno conosce lo Statuto. Si spera non sia marcito negli scaffali comunali o in una cartella di computer, per l’indifferenza e la poca sensibilità politica degli amministratori locali, avvezzi a promettere e a strumentalizzare il bisogno del cittadino. Si spera lo conoscano almeno tutti i consiglieri comunali, i dirigenti e, soprattutto, il sindaco senatore Antonio Azzollini.