Paola, una di noi
Per mesi li abbiamo chiamati per nome ma solo uno di loro sarebbe diventato il nuovo sindaco di Molfetta ed oggi finalmente possiamo associare il nome al nuovo ruolo: Paola Natalicchio Sindaco di Molfetta. Paola, una giovane donna grintosa, motivata, onesta, preparata; gli aggettivi potrebbero continuare ad essere elencati numerosi pur non essendo gratuiti ma comprovati dal forte impegno profuso durante questa lunga campagna elettorale. Potremmo dire tanto, tantissimo sul nuovo sindaco, potremmo tessere elogi che risulterebbero di parte, specie per chi l’ha sostenuta; potremmo fare un esame del voto per cercare le motivazioni che hanno portato alla vittoria, da una parte e alla sconfitta dall’altra, ma molto è già stato detto e analizzato. Unico dato inconfutabile è che la città si è ritrovata intorno e grazie a questa giovane donna che ha saputo parlare a tutti, ha saputo ascoltare il giovane e l’anziano, il cittadino acculturato, quello meno fortunato, quello residente in centro e quello della periferia ottenendo da tutti il medesimo risultato: dare la speranza di rinnovamento ed ottenere fiducia. A Paola va il mio duplice ringraziamento; quello come elettrice e quello come mamma di due ragazzi il più grande dei quali di quattordici anni. Spesso pensiamo ai nostri figli come eterni bambini, con idee che in fondo sono le nostre, ma in questi mesi ho scoperto un aspetto di mio figlio, forse il più bello: la sua partecipazione. All’inizio della campagna elettorale mi aveva chiesto per chi avrei votato ed ottenuta la risposta mi aveva accusato di votare per Paola solo perché donna. Io mi arrabbiavo tanto perché non accettavo una risposta simile da un uomo, anche se figlio di quattordici anni. E via con disquisizioni sul valore di una donna, sul suo coraggio, sulla preparazione, sul valore aggiunto che ha una donna che è anche generatrice di vita. Interminabili serate a parlare con i miei figli, durante le quali li sommergevo di dati storici sul ruolo delle donne ottenendo però sempre la medesima conclusione: parli così perché sei femminista. Terminavano per sfinimento ma nessuno abbandonava le proprie posizioni. Si rincominciava il giorno dopo. Intanto io seminavo e Luca e Daniele, inconsapevolmente, raccoglievano. Poi sono iniziati gli incontri pubblici, i comizi, le uscite di Paola e Luca ha iniziato a seguirli. Una domenica mattina, mentre passeggiavo lungo corso Umberto, l’ho visto mentre ascoltava interessato il discorso di Paola. I suoi amici erano andati via, lasciandolo solo ma lui era lì, non credendosi osservato, che applaudiva. Che emozione! Mi sono sentita orgogliosa di lui, forse stavo facendo qualcosa di buono, come genitore. I giorni passavano e per Luca non era più sufficiente seguire i comizi; voleva essere parte attiva. Ha iniziato a frequentare la sede del comitato di Corso Umberto 105, dapprima timidamente, fermandosi all’ingresso, poi con atto di coraggio e con Riccardo, il suo migliore amico, entrando e offrendo disponibilità per la distribuzione di volantini. Noi genitori non potevamo che essere contenti della sua scelta. La sera non “litigavamo” più ma ci aggiornavamo sulle zone in cui avevano “volantinato”, sulle persone incontrate. Finalmente è arrivato il primo turno delle votazioni. Luca si è offerto di accompagnarmi per raccogliere i voti da trasmettere. Che ansia, che paura che Paola non riuscisse neanche ad arrivare al ballottaggio. Ma il duro lavoro, iniziava la sera del 27 maggio, quando la lotta per la carica di sindaco si circoscriveva a soli due candidati. Sono trascorse due settimane durante le quali Luca si è aggiornato su percentuali, apparentamenti, previsioni, coinvolgendo anche il fratello minore. Alle ore 15 di lunedì 10 giugno Luca era con me alla sezione 49 della Scuola Elementare Zagami per raccogliere i dati da trasmettere alla redazione di “Quindici”. Ogni tanto esultava guadagnandosi i rimproveri del Presidente di seggio e la mia ammirazione. Poi di corsa alla Scuola Media Poli e infine al Comitato dove ci ritrovavamo con il resto della famiglia per gioire della vittoria. Che gioia quell’abbraccio! Che bello saltare insieme al ritmo di “Ti porto via con me” e che emozione sfilare tutti insieme, lungo le strade della città nonostante la pioggia. Inizia ora un duro lavoro per la nuova Giunta. Ma inizia con la gioia di una città che ha ritrovato la sua unità. Paola sarà il sindaco di tutti, anche dei quattordicenni che tra cinque anni voteranno e la confermeranno sindaco. Buon lavoro Paola. Ci scuserai se qualche volta ti fermeremo per strada e non ti chiameremo Sindaco. A te va la mia riconoscenza di cittadina e di mamma cui hai fatto scoprire aspetti del proprio figlio che non conosceva. Ho trovato, grazie a te, argomenti su cui discutere con questo figlio testardo, cocciuto, chiacchierone e allegro, come te. Hai fatto nascere in lui l’interesse per la sua città e per la vita politica. Paola, una di noi, dice Luca. Ed ancora una volta siamo d’accordo.