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Pansini Legnami un altro simbolo dell'antica industria che scompare
15 febbraio 2008

Un altro simbolo della Molfetta industriale che scompare per sempre è il sito della ex Ditta Fratelli Pansini meglio, conosciuta come Pansini Legnami, situata lungo Via Baccarini con fronte su Via Imbriani. La nascita dello stabilimento Pansini Legnami su Via Baccarini risale ad una fase di ampliamento delle proprie attività della ditta di Bonifacio Pansini che associò i propri fi gli ( Francesco, Saverio e Giovanni) nel commercio e lavorazione del legno. Lo stabilimento nasce con una semplice segnalazione al Comune del 16 aprile 1921. Da parte sua il Comune si oppose adducendo l'inosservanza dell'art. 15 dell'allora regolamento edilizio. I Pansini da parte loro si sentivano liberi da ogni vincolo in quanto l'area da loro occupata non era pubblica né tanto meno era interessata ad un eventuale sviluppo edilizio. La documentazione storica tace sullo sviluppo della vicenda; rimane il fatto evidente che lo stabilimento entrò nel sistema commerciale locale per circa 70 anni, riducendo man mano l'attività fi no a cessarla all'incirca nel 1990. Lo stabilimento costituito da diverse tettoie è stato demolito nella prima metà del corrente anno. Lo stabilimento ebbe un notevole sviluppo nella lavorazione e commercio del legno. I Pansini lungimiranti si rifornivano dalla vicina Jugoslavia ricca di boschi e proprio in concomitanza dell'apertura del nuovo stabilimento nel 1925 impiantarono un'industria boschiva in Jugoslavia con una segheria a Donij Vakuf (Bosnia). Proprio l'importazione di legname dalla vicina Jugoslavia fu la causa di un diverbio tra alcune Autorità Politiche Provinciali e Comunali con l'azienda dei Fratelli Pansini. Il 21 dicembre 1933 le massime Autorità della Provincia di Bari e quelle Comunali di Molfetta convocarono presso il Comune di Molfetta la Ditta Fratelli Pansini a discolparsi di una precisa accusa: “spirito di anti-italianità per aver noleggiato alcuni velieri di bandiera jugoslava per il trasporto del proprio legname da Gravosa a Molfetta”. L'accusa era mossa dal padrone marittino Paolo de Gennaro presidente della Cooperativa Trasporti Marittimi “La Pugliese” di Molfetta e dal rappresentante per la Provincia di Bari dell'Ente Nazionale Fascista della Cooperazione. I Fratelli Pansini a loro discolpa dichiararono che tra il mese di settembre e ottobre del 1933 si era costituita a Molfetta la cooperativa “la Pugliese”. In realtà questa non era una cooperativa ma un consorzio di alcuni armatori locali con l'unico scopo di stabilire i noli. Il de Gennaro al costituirsi della cooperativa costringeva i proprietari dei velieri molfettesi ad aderirvi; lo stesso de Gennaro senza alcun criterio e norme a riguardo aveva stabilito arbitrariamente i noli. I Pansini dichiararono che, avendo impiantato una industria boschiva in Jugoslavia con una segheria in Bosnia, avevano la necessità di trasportare il legname a Molfetta e quindi se la ditta era da considerarsi commerciale, cioè aveva scopi economici per non fallire, doveva seguire criteri economici per cui davanti a tariffe di noli onerosi locali si rivolgeva al noleggio dei velieri jugoslavi le cui tariffe erano rimaste inalterate. Aggiungevano pure che anche le autorità jugoslave facevano pressioni affi nché per il trasporto del loro legname si noleggiassero velieri battenti bandiera jugoslava. Ultimamente la ditta aveva noleggiato il veliero Marija per un viaggio da Gravosa a Molfetta pattuendo il nolo a £. 6,50 a m3 di legname trasportato che era pure il nolo abituale dei velieri nazionali, mentre la cooperativa “La Pugliese” pretendeva il nolo di 12 lire. I Pansini fecero pure noto alle Autorità presenti che nei giorni precedenti l'armatore del Marija, su sollecitazione del capitano del veliero, voleva delle precise assicurazioni di incolumità in quanto aveva avuto sentore a Palermo di minacce e rappresaglie se il veliero fosse venuto a Molfetta a scaricare e gli stessi Pansini assicurarono l'armatore che in Italia le Autorità costituite garantivano l'incolumità di chiunque specialmente se straniero. Il brigantino goletta a 2 alberi Marija ex Anna Maria fu progettato dall'ing. Antonio Donnarumma di Torre del Greco e costruito dalla Società Anonima Molfettese che utilizzò il cantiere di Giovanni Mezzina con le relative maestranze; fu varato a Molfetta il 7 settembre 1921. Committenti e poi proprietari del veliero furono i fratelli Pansini e Michele Volpicella, lo stesso Volpicella ne era il capitano. Alcuni anni più tardi fu installato a bordo un motore a testa calda della ditta Deutsche Werke costruito a Kiel nel 1925 di 66 HP. Ai primi degli anni Trenta fu venduto a Ucivic Josep e C. di Dubrovnik, lo comandava P. Barbarovic. Nei primi anni Quaranta fu sostituito il motore con un M. A. N. da 155 HP. Passò indenne la II Guerra Mondiale nel 1946 navigava ancora.
Autore: Corrado Pappagallo
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