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Panathlon Molfetta, salta il confronto fra i candidati sindaci: solo interventi singoli sullo sport
23 maggio 2013

MOLFETTA - Il Panathlon Club Molfetta ha organizzato, in occasione delle Elezioni Amministrative fissate per i giorni 26 e 27 maggio, un incontro dibattito tra i Candidati Sindaci, mettendo gli stessi a confronto sul tema “Quale politica sportiva per Molfetta?”. L’importanza dello sport nella vita quotidiana dell’uomo è sotto gli occhi di tutti. Basti pensare a quanti sono coloro che lo praticano, lo organizzano, lo dirigono, e lo seguono. Le chiacchiere da “Bar” sono un esempio significativo della sua invasione nel quotidiano (calcio in primis, ma si discute anche su tanti altri avvenimenti sportivi).

Da anni lo sport è sempre più orientato al risultato e allo spettacolo, raccoglie milioni di praticanti e folle innumerevoli di appassionati, tanti interessi finanziari. Ma è altrettanto importante parlare di educazione fisica e di sport di massa, concetti che meglio ci riportano allo sport nel “quotidiano”. Queste due interpretazioni dello sport (competitivo e di massa) dovrebbero essere complementari ed armoniosamente coordinate tra di loro. Ma al di là dell’importanza dello sport è ormai cosa risaputa che l’Amministrazione Comunale uscente e l’assessore allo sport del Comune di Molfetta, Enzo Spadavecchia abbiano fatto ben poco per lo sport nonostante un numero considerevoli di atleti e società sportive impegnate in campionati e discipline che danno lustro alla nostra città.
Sulla tematica “Quale politica sportiva per Molfetta?” hanno poi discusso i candidati sindaci Paola Natalicchio (PD & Sel ), Gianni Porta (Rifondazione Comunista) e Bepi Maralfa (Mov. Indipendente Linea Diritta). All’evento del Panathlon Club Molfetta avrebbero in linea teorica dovuto partecipare anche gli altri candidati alla poltrona di primo cittadino, ovvero Ninnì Camporeale (PdL) e Pino Amato (UDC). Ma il candidato del centrodestra ha rifiutato il dibattito, si è presentato, ha parlato qualche minuto e poi è andato via, stravolgendo il dibattito e il confronto che non c’è più stato. Assente completamente Amato (nella foto di Antonio D’Agostino, un momento della serata. Da sinistra: Natalicchio, il presidente del Panathlon Domenico Valente, Maralfa e Porta).
Così ogni candidato ha fatto il suo intervento fino alla conclusione della serata.
Sulla questione inerente lo sport, Bepi Maralfa, candidato sindaco del Movimento Indipendente Linea Diritta dichiara: « Lo Sport altro non è che la fase dinamica della Cultura e rappresenta il terreno comune - come la Cultura stessa - su cui tutte le forze politiche, a prescindere dalla loro appartenenza, debbono confrontarsi in modo sano, rimboccandosi le maniche e lavorando verso il comune obiettivo che è quello dell'aggregazione sociale e del rilancio dell'immagine della Città. Bisogna prestare attenzione non solo alle discipline che negli ultimi tempi hanno fatto registrare risultati agonistici positivi , quali la Pallavolo, Basket e Calcio, ma anche agli sport cosiddetti minori. Dobbiamo far leva sul dialogo fra Associazioni sportive. Occorre altresì, prestare molta attenzione, in una fase delicata del Bilancio comunale, assegnare con raziocinio ed in parti uguali i contributi comunali alle associazioni e dotare la Città sportiva di un Regolamento per stabilire un corretto utilizzo delle strutture sportive a beneficio delle Associazioni . Ristrutturare, riaprire e meglio utilizzare le strutture che abbiamo, cercando di non profondere molte energie economiche, e creare un dialogo costante e proficuo fra l'Amministrazione e le associazioni attraverso le commissioni extraconsiliari, che siano composte da persone che si occupino esclusivamente dell'utilizzo delle strutture e della gestione dei fondi destinati allo Sport. Lo Sport è importante perché riduce le distanze sociali, abbatte le barriere sociali, abbatte la differenza fra le caste».  
Eppure nonostante le molte lacune in ambito sportivo dell’amministrazione “capeggiata” da Antonio Azzollini, l’attuale candidato sindaco Camporeale ha ancora il coraggio di incontrare alcune associazioni sportive per comprendere quali sono le problematiche più urgenti da affrontare per lo sport molfettese. Il tutto sembra alquanto ridicolo visto il ruolo dello stesso Camporeale (ex Presidente del Consiglio Comunale) e dei vari consiglieri ed assessori (con tutto il rispetto per l’ottico, l'Assessore alla Cultura e allo Sport) che hanno ricoperto ruoli di primo piano nella gestione di alcune strutture ed iniziative sportive.
Sostanzialmente diverso il pensiero della Natalicchio sullo sport. La candidata di PD & Sel è da inizio campagna elettorale che rivendica un sistema di incentivi per lo sport per tutti«Il nostro obiettivo è quello di scommettere anche e soprattutto su iniziative gratuite o a prezzi contenuti che promuovano la possibilità di partecipare all'attività sportiva soprattutto per le fasce più fragili come bambini, anziani, migranti e disabili. Tutto questo andrà fatto collaborando con gli enti di promozione sportiva attivi sul territorio, attraverso la promozione di impiantistica leggera nei parchi e lungo le spiagge libere di attrezzistica per lo sport outdoor l'incentivo all'uso della bicicletta come mezzo di trasporto e dei “piedibus” come mezzo di accompagnamento scolastico dei bambini una maggiore fruizione dell'impiantistica sportiva scolastica in orario extradidattico in collaborazione con la Provincia e con le associazioni sportive del territorio» ha affermato Paola Natalicchio. senza togliere sostegno alle associazioni e società sportive che promuovono attività agonistica.
Più critico è pungente è Gianni Porta (PRC) che anche nel suo percorso elettorale non ha mai dimenticato le promesse sotto il profilo sportivo non mantenute dall’Amministrazione Azzollini: ovvero lo stimolo alla nascita di polisportive e di settori giovanili, nuova pista di atletica leggera, sostegno alle squadre cittadine che raggiungono livelli di eccellenza, forte impegno per il rilancio della squadra di calcio cittadina senza tralasciare la “Cittadella dello sport”. Ad oggi niente di quanto sopra citato è stato realizzato. Anzi l’ultima cattedrale nel deserto sarà la pista di atletica. Altro cemento senza però avere un’ipotesi precisa di gestione. Porta e il Partito di Rifondazione Comunista da anni mettono in evidenze il degrado in cui le “nostre” strutture sportive comunali versano ricordando i sequestri dei campetti comunali di Via Gramsci. E bene, negli ultimi anni è andato a farsi friggere il vero significato dello sport. Così come i campi di calcetto di via Corrado Salvemini e Via del Gesù che vanno riqualificati quanto prima e messi a disposizione della comunità. Il tutto senza dimenticare una programmazione per la gestione del campo sportivo Paolo Poli, la funzione delle due piste di pattinaggio presso il Palazzetto “Don Sturzo” e Rione Arbusto.
Lo sport è anche un’occasione stupenda per mettere l’uomo a contatto con l’uomo, per creare un qualche tipo di rapporto sociale. È una pratica che spesso porta a seminare amicizie che poi continuano anche fuori dall’episodio sportivo. Esso cementa i sentimenti, è un microcosmo su cui si riflette il macrocosmo della vita societaria. Lo sport non è un espediente contro l’emergere dei difetti umani (astuzia, abuso della forza ecc.) ma ha un ruolo positivo, quello di migliorare la personalità. «Eppure la città di Molfetta possiede un grande bacino di utenza sportiva, a partire dai settori giovanili nelle varie discipline. Sono queste società a dover essere aiutate in primo luogo nella programmazione comunale. A tale scopo serve una promozione dello sport inteso come cultura delle regole, non solo come svago ma come occasione di formazione e misura di contrasto alla esclusione sociale e alla devianza. Le attività sportive rappresentano per una comunità cittadina una importante manifestazione di protagonismo civile» ha dichiarato il candidato sindaco di Rifondazione.. È un mezzo espressivo della cultura di massa, è veicolo di eccitazione pubblica ma anche di incredibile distensione.
Nonostante alcuni denigratori, lo sport offre occasioni di interazione e rappresenta la sintesi più felice di due concetti che solo apparentemente sono antitetici: libertà e disciplina. La forza e il valore dello sport come potenziale strumento di aggregazione e di coesione sociale, come occasione per porre in contatto e dialogo diversità culturali, religiose e ideologiche, è sempre più affermato e riconosciuto. La responsabilità sociale non è un atteggiamento di facciata ma uno stile di gestione finalizzato in modo sistematico ad accrescere volontariamente il valore aggiunto per tutti gli stakeholder: coloro che orbitano attorno alla società sportiva (i soci, i collaboratori, gli sponsor, i tifosi, gli atleti, le famiglie degli iscritti, la pubblica amministrazione, i media, etc.). Vista la delicatezza del tema e l’impatto sulla gestione è necessario che il processo avvenga con il coinvolgimento di tutti, dal vertice alla base senza configurare lo sport come qualcosa di privato proprio come negli ultimi anni.
 
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Autore: Andrea Saverio Teofrasto
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