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Palestina: umano, troppo umanitario. Le ragioni della resistenza
04 agosto 2015

La presunzione di farsi portavoce di questioni come quella Palestinese, senza tuttavia conoscerne i contenuti, è un’abitudine costante al giorno d’oggi. L’errore più comune è quello di affrontare la questione dal punto di vista prettamente umanitario, quando questa è ben lungi dall’essere tale.

Sempre che non si considerino il colonialismo, l’oppressione, il nazismo e l’apartheid da parte di Israele delle questioni umanitarie, alla stregua di un terremoto e di uno tsunami.

Al contrario, la questione Palestinese è totalmente politica. Si tratta di un disastro umanitario organizzato politicamente e militarmente da Israele e dai suoi alleati. E’ la vicenda di un popolo, i Palestinesi, che resiste da più di un secolo contro l’oppressione e il fanatismo di un gruppo politico-religioso, gli ebrei-sionisti.

Israele è il risultato di una combinazione tra etnocentrismo, sciovinismo e politicizzazione messianica della religione. La propaganda della menzogna propinata dai media asserviti al potere, ha assegnato a Israele il ruolo dell’eterna vittima cui è dovuto un risarcimento senza fine, Israele come Davide contro un Golia arabo,  per cui viene giustificato un apparato di violenza istituzionalizzata.

Citando lo storico ebreo Norman Finklestein, “l' Olocausto ha dimostrato di essere un' arma ideologica indispensabile grazie alla quale una delle più formidabili potenze militari del mondo, con una fedina terrificante quanto a rispetto dei diritti umani, ha acquisito lo status di «vittima»”..

Dall’altra parte, il popolo Palestinese è spesso affiancato all’immagine dell’eversione islamica di stampo fascista di gruppi terroristici quali ISIS e Al-Qaeda. La realtà è completamente diversa. I Palestinesi stanno pagando con il sangue le vicende vergognose della seconda guerra mondiale e la loro figura è accostabile a quella dei partigiani italiani. Chi lotta per la sopravvivenza e l’autodeterminazione non è un terrorista. Chi stupra, uccide e priva della dignità un popolo intero, è anche peggio.

Come Collettivo Antifascista Molfetta – Palestina continueremo ogni giorno a denunciare le violenze perpetrate dalle forze naziste israeliane, anche con immagini brutali ed impopolari.

Perché parlare di Palestina vuol dire parlare di PROFUGHI PALESTINESI, non riconosciuti dalle Nazioni Unite, a cui è negato l’accesso alla propria terra, vuol dire parlare dei 6000 PRIGIONIERI POLITICI PALESTINESI, condannati all’ergastolo per un semplice presidio e torturati nelle carceri israeliane, senza la possibilità di vedere i propri familiari; significa parlare di RESISTENZA PALESTINESE, degli SHEBAB che resistono ogni giorno per esistere.

Significa inquadrare la questione tramite un nuovo lessico, slegato dalla propaganda sionista che tende ad ingabbiare le menti in confini concettuali ed interpretativi dominanti: COLONIALISMO invece di sionismo, APARTHEID invece di conflitto, DECOLONIZZAZIONE invece di “processo di pace”, PULIZIA ETNICA invece di catastrofe.

Essere solidale con i Palestinesi è innanzitutto cominciare ad ascoltare ciò che hanno da dire sul tipo di azioni da condurre, invece di parlare al loro posto come è stato fatto in genere finora.

Il nostro impegno sta nel sostenere le campagne promosse dai Palestinesi stessi. Noi supportiamo azioni quali il BDS, una pratica non violenta e molto efficace che consiste nel BOICOTTAGGIO dei prodotti israeliani, nel DISINVESTIMENTO da parte delle aziende di tutto il mondo e nelle SANZIONI nei confronti di Israele.

Noi denunciamo la propaganda sionista e l’ipocrisia di personaggi come Piero Terracina, un ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento a cui è stata riconosciuta la cittadinanza onoraria da parte dell’amministrazione Natalicchio, che in occasione di un incontro con gli studenti dei licei cittadini afferma che “la Palestina non esiste”, dimostrando la stessa mancanza di umanità dei propri carnefici, i nazisti.

L’obiettivo del collettivo è quello di creare consapevolezza in chiunque abbia una visione distorta dai mass media della vicenda, al fine di supportare la resistenza Palestinese e non restare indifferenti di fronte alle scelte della politica locale e globale.

Chiunque voglia far parte del collettivo, può mettersi in contatto con noi sulla pagina Facebook 
https://www.facebook.com/pages/%D9%81%D9%84%D8%B3%D8%B7%D9%8A%D9%86-%D8%AD%D8%B1%D8%A9Collettivo-Antifascista-Molfetta-Palestina/707217312684351?fref=ts

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