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Ordinati quartieri dormitorio a Levante, caotica rivalutazione urbanistica a Ponente
15 novembre 2007

Provate ad attraversare in senso longitudinale la città, da est a ovest, da levante a ponente alle ore 19 di un sabato sera, avrete la percezione di quelle che ancora oggi restano zone di periferia a Molfetta. Dal silenzio e dalla solitudine di una coppia che porta a spasso un cane sul prolungamento del viale, passando dalle vetrine illuminate e dal vociare dei numerosi passanti su corso Umberto per arrivare lì dove tramonta il sole e anche l'immagine di una città a misura d'uomo. Una terra di mezzo che certo non è un sobborgo come nel caso della Madonna dei Martiri o un grande cantiere come l'area oltre via Berlinguer, non c'è la sensazione di precarietà e abbandono né di ghettizzazione ma “ci sono voluti quasi trent'anni per raggiungere la tranquillità che si può godere ora”. Oggi i nuovi insediamenti hanno reso più centrali questi due quartieri, che negli anni '60 sono stati il punto di partenza della moderna espansione della città. “Quando mi sono trasferito qui in via Matteotti nel 1961, questo edifi cio rientrava nel piano Ina-Casa (il primo grande piano di edilizia pubblica che interessò l'intero territorio italiano nel secondo dopoguerra, ndr), non c'erano neanche le strade praticabili e oltre il mio palazzo c'era la campagna”, spiega il sig. Angelo M. Oggi ci sono altri quattro isolati, una scuola e la chiesa della Madonna della Pace e alle sue spalle, oltre la prima cala, sta sorgendo un intero complesso residenziale. Passando a ponente del centro cittadino, anche qui sono molti i cambiamenti registrati negli anni: non ci sono più le stalle ai piani terra dei fabbricati, le piazze non sono più caotici e sporchi mercati rionali, l'aria non è più inquinata dalle polveri dell'acciaio della Palbertig, sul cui suolo si sta procedendo a edifi care un gruppo di più “innocui” palazzi. E non è il solo cambiamento urbanistico: in via caduti sul mare è stato costruito un nuovo edifi cio ed altri ne stanno innalzando alle spalle, nell'area dell'ex legnami sud tra corso Fornari e via S.Francesco D'Assisi ne è stato costruito un altro. Tempi di sviluppo diversi ma anche punti di contatto tra le due aree il cui progresso è partito ma si è tristemente arrestato con l'edilizia e la presenza degli esercizi commerciali per il soddisfacimento dei beni di prima necessità, più semplicemente i supermercati. LEVANTE ANCORA MEGLIO DI PONENTE? Star bene per il molfettese si traduce nell'avere una bella casa, se non al centro almeno a levante. “Abitiamo nella zona migliore di Molfetta – spiega l'anziano sig. Abbattista – in passato abbiamo avuto qualche contrasto con i residenti delle vicine case popolari ma oggi il tessuto sociale della zona si è rinnovato e qualcuno ha messo la testa a posto”. Una visione rosea, in un certo senso condivisa se si considera che il prezzo delle case a est è più elevato che a ovest: si va in media dai tremila euro a metro quadro da una parte ai duemilacinquecento dall'altra. Ma non è sempre la convenienza a far propendere per l'uno o l'altro quartiere. Infatti, come illustra la titolare di una nota agenzia immobiliare, “chi ha abitato a ponente è diffi cile che acquisterà a levante e viceversa”. La conferma arriva anche dalla strada. “Non mi sposterei da qui – racconta una signora residente in corso Fornari – perchè riesco anche a piedi a fare compere, non solo di alimentari. A levante non c'è nulla di tutto questo, la gente ha un po' la puzza sotto il naso, e ci sarà anche meno traffi co ma ci sono decisamente meno servizi”. La replica a Levante arriva dalle parole del sig. Nicola D. che dice: “i punti di forza del quartiere sono costituiti dalla serenità dell'atmosfera. Tornando a casa non è diffi cile trovare parcheggio, e anche se non proprio sotto casa ci sono due grossi supermercati”. E la mancanza di altri negozi? “Non è un problema, comunque per trovare qualità e convenienza a Molfetta non serve neanche andare al centro”. Ma questo è un altro discorso. In realtà non lontano da piazza primo maggio c'era una salumeria che non ha retto la concorrenza dei grossi punti vendita e la tranquillità non è stata raggiunta se non a prezzo di qualche barriera. Negli ultimi anni, infatti, quasi tutti gli isolati che si trovano a levante sono stati circondati da recinzioni di ferro, “prima trovavamo sottocasa gruppi di ragazzi che si appoggiavano al nostro muretto per passare la serata, coppie che si appartavano e nell'ombra non è sempre agevole cogliere le intenzioni di chi stanzia. Ora ci sentiamo più sicuri”. D'altra parte questa chiusura ha anche signifi cato isolamento e minore vivacità nel quartiere. PARCHI: VANDALISMO E STATO DI ABBANDONO Sempre nello stesso sabato sera, prima che i parchi chiudano, può essere alquanto interessante visitare sia quello di Ponente che di Levante. Le due aree verdi si distinguono per estensione e naturalmente per ubicazione. Purtroppo ad un'analisi anche superfi ciale, ci si rende conto che molte problematiche sono comuni. E' possibile iniziare dal parco a Ponente, che può vantare il famoso anfi teatro, palcoscenico di diverse manifestazioni. La denuncia però, parte proprio da questa struttura. Infatti, solo la porzione di spazio pubblico INCHIESTA 3. COME SI SONO TRASFORMATE LE PERIFERIE DAGLI ANNI Fotografi e di Fabrizio Annese e Michele de Sanctis Nuovo cavalcavia di attorno al teatro viene sistematicamente pulita. Per il resto, ovvero la gran parte dell'estensione del parco stesso l'abbandono è fattor comune. Diverse luci danneggiate, atti vandalici periodici, ingressi fuori orario, alberi che non v e n g o n o potati da anni e presenza della processionaria, pavimentazione dissestata, erbacce fra i giochi dei bambini sono le immagini poco edifi - canti del luogo. Sempre a ovest del centro cittadino sono in completamento i lavori di rifacimento di piazza Roma e piazza Giovene. A due isolati l'una dall'altra sono stati istallati giochi per bambini, insomma o troppo o troppo poco. Tuttavia pur apprezzando l'opera compiuta gli amministratori, ci chiediamo: non sarebbe più facile e meno oneroso per le tasche dei cittadini provvedere alla manutenzione degli spazi presenti, prima che siano devastati dal degrado, piuttosto che successivamente riallestire le piazze troppo a lungo abbandonate a loro stesse? Oltre il centro di Molfetta, tra curatissimi giardinetti privati prospicienti gli stabili, è inserito il parco di levante. Quindici ha già denunciato come nei mesi estivi si siano consumati atti di vandalismo. A diversi mesi di distanza nulla è cambiato, anzi qualcosa è perfi no peggiorata: alcuni giochi non sono agibili, lampioni rotti, verde poco curato, gruppi di ragazzi che non trovano migliore modo di passare la serata che disturbare gli inermi custodi. Certo, se il singolo continuerà a danneggiare, a non sentir proprio ciò che in fondo è anche suo, il molfettese medio dovrà sedersi ancora al buio su una panchina rotta. Ma ad ognuno le sue responsabilità, un conto sono gli atti di vandalismo un altro l'incuria che non è certo colpa dei cittadini ma dell'azienda municipalizzata che si dovrebbe occupare degli interventi di manutenzione e conservazione delle aree, e di conseguenza anche dell'amministrazione politica che ha il compito di vigilare sul corretto operato della stessa azienda. I GIOVANI: È UN DORMITORIO OVUNQUE Prima che i ragazzi, nella sera precedente al dì di festa, si rechino inesorabilmente in un'altra città per passare il sabato, qualcuno risponde alle nostre domande. I teenager non vestono certo in modo diverso da una parte all'altra di una cittadina di 60.000 abitanti. Anche le necessità, le richieste, sono molto simili. In Via San Francesco, Marco, 19 anni ci dice: “Per fortuna con l'auto posso spostarmi dove voglio. Molfetta è interamente un dormitorio; da questo punto di vista è ridicolo dividerla in settori”. Antonio aggiunge: “La vita sociale? E' molto ristretta perché la gente passeggia fi no una certa ora, si ferma in piazza ma niente più di questo”. E Giulia replica: “Del resto non è tutto omogeneo da queste parti, ci sono zone più o meno sicure”. Dall'altra parte della city molfettese, non circolano ragazzi durante la serata. Lo stanziamento di giovani è stato debellato recintando i muretti privati che un tempo, tra le varie cose, assumevano anche ruolo come punto di ritrovo per comitive. “Per una ragazza, dopo le 22 non è molto sicuro rincasare sola, perché le strade si svuotano e il quartiere diventa deserto”. Invece nei pressi della Madonna della Pace, dove si è orgogliosi della calma che si può tagliare a fette, possiamo assicurare che nessuna fanciulla si sognerebbe di rientrare, sola, a piedi, se avesse altra opzione. Unica voce che lamenta qualche disagio è quella di due coniugi che raccontano: “Qualche problema c'è, di tanto in tanto, il sabato, quando i giovani clienti del Calì Caffè, utilizzano a proprio piacere le strade limitrofe per soddisfare bisogni più o meno primari”. Da queste parti, in fi n dei conti, gli adulti sembra vogliano dire: lasciateci dormire tranquilli.
Autore: Michele De Sanctis
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