Oggi a Bari presentazione del libro Ho perso le parole di Felice di Lernia (ed. Meridiana)
BARI - La cura come promessa o la cura come minaccia? Il dilemma è viscerale ed è strettamente legato al sentimento di base nel quale si radica il germe del dominio: la paura.
Il rapporto di cura è un faticoso equilibrio tra potere e dominio. Costa fatica affidarsi al buio al soggetto che cura: una sensazione di vulnerabilità immancabilmente assale nell'atto di darsi con la propria autenticità.
Seppure adeguatamente occultato o camuffato sotto mentite spoglie, il tema del potere è parte integrante della formazione accademica e della organizzazione corporativa di medici, psicologi, pedagogisti, educatori, insegnanti e assistenti sociali. Non solo: la volontà di potere è alla base di qualunque vocazione professionale di questo tipo. È proprio dall'esercizio del potere che queste funzioni traggono la loro ragione di esistere. Ecco allora che la questione cruciale non è data dalle competenze o dalle qualità, ma dall'atteggiamento nei confronti del potere. L'uso che se ne fa è il tema centrale che queste pagine, con inconsueto coraggio e acuta profondità di analisi, affrontano. Il confine tra potere e dominio sui gioca sulla scelta-capacità-possibilità di accompagnare. La cura che insegna, coma la scuola, a non fare errori non accompagna all'errore. E siccome l'errore è cambiamento, la conseguenza è che la cura, come la scuola, non accompagna al cambiamento. Diviene il luogo proprio del dominio. Chi si prende troppo sul serio non accompagna ma porta. Il potere accompagna. Il dominio porta.
Il volume sarà presentato ufficialmente a Bari oggi in un incontro presso la libreria Laterza (inizio ore 18.30). Ne discuteranno insieme all'autore Felice di Lernia, il medico e assessore regionale alla sanità Tommaso Fiore, il docente Marco Galiano e il counsellor Piero D'Argento. Introduce e modera Elvira Zaccagnino delle edizioni la meridiana.