MOLFETTA - Nella tormentata vicenda del nuovo porto, il sindaco è riuscito a segnare un punto a suo favore, anche se si tratta del classico “gol della bandiera”.
Il Tar della Puglia ha, infatti, respinto i ricorsi presentati della Società Italiana per le Condotte D’Acque SpA di Roma, della Tecnis spa e dell’Ati (Intercantieri Vittadello SpA Salvatore Matarrese SpA), che chiedevano l’annullamento della gara d’appalto (vinta dall’Associazione Temporanea di Imprese che ha come capofila la CMC di Ravenna) per la realizzazione del nuovo porto commerciale di Molfetta.
I motivi del ricorso erano che l’appalto aveva previsto il possesso di una draga di grandi dimensioni (il famoso D’Artagnan), che solo la Cmc aveva a disposizione. Ma oltre alla draga, era necessario anche possedere un cosiddetto “motopontone” per il trasferimento del materiale raccolto dalla draga. Anche tale attrezzatura non era in possesso dei ricorrenti e questa, secondo il Tribunale amministrativo regionale, era la dimostrazione più concreta della mancanza dei requisiti tecnici per partecipare alla gara, eseguendo le opere a “regola d’arte”, come prevede il codice civile.
Il Tar ha anche condannato le tre società a pagare 10.000 euro ciascuna di spese legali.
Insomma, una vittoria di Pirro per il sindaco Antonio Azzollini, che almeno è riuscito ad evitare che il possibile annullamento della gara di appalto facesse slittare sine die la conclusione dei lavori del porto, già in ritardo per lo sminamento dell’area portuale, ritardi che sono costati, lo ricordiamo, già 7,8 milioni di euro al Comune e peseranno sulle tasche dei cittadini.
Intanto, i lavori sono sempre fermi e non si conosce ancora la data della ripresa dell’attività di dragaggio.