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Nuova chiesa sant'Achille, le emozioni della cerimonia di dedicazione
15 aprile 2012

Una cerimonia indimenticabile, quella dell’inaugurazione e dedicazione della nuova chiesa sant’Achille. Ad ammirare la nuova chiesa e ad assistere alla funzione presieduta dal vescovo mons. Luigi Martella, sono accorsi centinai di fedeli, oltre al sindaco Antonio Azzollini e al presidente del Consiglio Comunale Nicola Camporeale, con alcuni componenti del consiglio e esponenti delle Forze dell’Ordine locali. Diversi sono stati i riti della dedicazione. Dopo la liturgia della Parola, il vescovo ha deposto le reliquie dei santi Achille, Giovanni Bosco, Domenico Savio e Pio da Pietralcina nel sepolcro sotto l’altare, subito chiuso da due muratori. A questo rito sono seguite l’unzione dell’altare e delle pareti della chiesa. Il vescovo ha versato il sacro crisma al centro dell’altare che è diventato simbolo di Cristo e il parroco don Raffaele Tatulli ha, invece, unto e segnato le quattro croci ai lati della chiesa per ricordare che l’edificio è dedicato in modo esclusivo al culto cristiano. Posto un braciere al centro dell’altare, mons. Martella ha fatto ardere l’incenso e subito dopo alcune parrocchiane hanno ricoperto l’altare con una tovaglia, ornandolo a festa con fiori. Infine, il vescovo ha ceduto al parroco una candela con cui sono state accese tutte le altre, sia quelle dell’altare, sia quelle già predisposte in corrispondenza delle precedenti unzioni. Tutti i fedeli sono rimasti attoniti non solo nell’osservare tutti questi riti, ma anche nel contemplare la struttura della chiesa costruita dall’impresa edile Marcotrigiano Giuseppe, grazie ai fondi della Conferenza Episcopale Italiana, dell’Ufficio Diocesano e dei fedeli, e progettata dall’arch. Antonio Grasso e dall’ing. Vincenzo Balducci (dirigente del settore Lavori Pubblici e ad interim del settore Territorio del Comune di Molfetta). Una struttura progettata con sobrietà e naturalezza di stile, sullo stile delle antiche basiliche paleocristiane. Pieno è l’uso di tutta l’aula liturgica, ha sottolineato l’ing. Balducci a Quindici, perché in ogni punto della chiesa è possibile seguire la celebrazione. Non solo, ma il sistema di coibentazione «ha consentito di risolvere contemporaneamente problemi di natura acustica, termica e di comfort ambientale, nonostante la maestosità e la presenza di superfici metalliche, come le travi che segnano la croce latina sul soffitto ». Una soluzione vincente per Balducci, perché si è riusciti a coniugare qualità e costi: infatti, «ci siamo attivati per ricercare del materiale povero che non costasse molto, ma che producesse un certo effetto estetico e fosse caratterizzato anche dalla durabilità». L’asse longitudunale è orientato secondo la direzone Est-Ovest, l’aula liturgica è a forma di parallelepipedo a sua volta attraversato da due lame parallele longitudinali e trasversali disposte a forma di croce latina tipica dell’architettura cristiana antica. Lungo i due lati dell’aula sono stati creati due percorsi longitudinali che simboleggiano le tradizionali navate laterali delle basiliche paleocristiane.Tutto ha un proprio significato: l’ambone in pietra locale è un’icona della Resurrezione, memoria della tomba vuota e presenza efficace dell’annuncio, l’altare è lo spazio dove si incontrano cielo e terra, il tabernacolo e la custodia eucaristica al centro di una grande quadrato sono come la Chiesa per l’intera comunità. Ed è proprio questo aspetto che è stato ribadito da don Raffaele che ha concluso la cerimonia con le parole di don Tonino Bello, quando nel 1987 inaugurò la prima chiesa: «Questa è la chiesa di tutti, non chiede una tessera, una carta d’identità, accoglie tutti perché non ha pareti, ma la vera chiesa va più in alto del soffitto». Che cosa può fare la chiesa in più per i giovani? «La Chiesa aiuta tutti e il vecchio edificio diventerà uno spazio in cui i ragazzi potranno esprimere la loro creatività - la risposta di don Raffaele -. I giovani sono l’anima della nuova Chiesa e anche se all’inizio molti di loro erano scettici, anche se il cammino per la costruzione del nuovo tempio è stato arduo, insieme hanno compreso che i sogni possono realizzarsi».

Autore: Rita Cafagna
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