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“Natale è il 24” con Giulio Bufo ieri sera a Linea 5
08 gennaio 2010
MOLFETTA
- Il Natale è il 24. Perché c’è sempre un Natale “altro”. Quello di chi cerca un lavoro e insegue, ai margini del Natale ufficiale e festoso, delle luci e dei regali del 25, degli spazi per guadagnare qualche spicciolo. C’è il Natale di chi vive all’ombra delle luminare, fra gli scarti dei regali, alla ricerca di qualche occasione per sopravvivere.
E’ Natale, e a Natale c’è sempre qualche possibilità. Ma la sorte non è sempre compagna e persino il clima generoso e promettente di quei giorni si fa avaro di regali. Resta la speranza, la corsa ambigua alla cometa, ai sogni, alla salvezza, che si rovescia spesso nel suo contrario.
L’amarezza, allora, si fa ironica, dell’ironia di chi continua a cercare la vita fra le difficoltà quotidiane, e gli appigli si fanno sempre più sfuggenti, mostruosi ma quasi divertenti. Ci fanno conoscere un po’ del mondo circostante, delle tradizioni, dei visi e dei caratteri. Si rimane di fronte a noi stessi, alle nostre paure e passioni, nella nostra piccola storia. Quella che si svolge fra le pieghe dei fasti sontuosi, fra le rovine dei monumenti, alle spalle del 25 Dicembre, e che da quelle macerie prova a costruire un nuovo mondo, che ci esprima davvero.
“Ad una Molfetta commerciale contrapponiamo una Molfetta culturale”, continua a ripetere Giulio Bufo. Anche questo Natale, insieme a Ketty Dell’Aquia (voce) e Daniele Caldarola (chitarra), ci è riuscito.
Giacomo Pisani
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Knochin'On Heaven's Door
09 Gennaio 2010 alle ore 21:57:00
Una "contrapposizione" impossibile, per non dire - barbaramente - assurda, nella società contemporanea; nella società dove prevale l'Homo Consumens. Fin dalle sue origini l'uomo ha "desiderato". La capacità di desiderio è fondamentale negli uomini, è la vita. La vita stessa è frutto di desiderio, generando desideri e passioni. L'uomo nel suo percorso evolutivo, ha desiderato il "sapere", il "conoscere", quelle conoscenze che, sommate alle esperienze, acculturava i gruppi sociali e poi intere generazioni trasmettevano quei valori considerati "primi e irrinunciabili" per la continuazione del sapere. La contrapposizione è avvenuta e forse ha completato l'annullamento del desiderio culturale. Il "consumatore" ha sostituito il "culturale". BAUMAN: Dall'homo politicus all'homo consumens. Nella società dei consumi, lo sciame ha sostituito il gruppo. Lo sciame non ha bisogno di leader, di gerarchie, di ordine. Gli sciami non hanno bisogno di imparare l'arte del sapere, della solidarietà. Possiamo dire che abbiano una solidarietà puramente meccanica; ogni elemento ripete singolarmente i movimenti degli altri dall'inizio alla fine. Non ci sono specialisti; nessuno ha particolari risorse o capacità da esercitare o da insegnare agli altri. Non c'è scambio, nè cooperazione, solo prossimità fisica e una generale direzione di movimento. E' tardi: la Molfetta commerciale, ha preso il sopravvento sulla Molfetta culturale; almeno a quella popolare.... e non solo...chissà.
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Jonathan Livingston - Volo Libero
09 Gennaio 2010 alle ore 15:18:00
C'era una volta il Natale dal profumo di mandarino. Oggi quel profumo di mandarino non ha senso. Sarà colpa degli anni che avanzano e che risaltano impietosamente la nostalgia delle atmosfere infantili, quando bastava il profumo mandarino per renderci felici, e per offrirci l'orizzonte del Natale. Sarà, forse non sarà, perchè davvero qualcosa è cambiato e l'infanzia di oggi non commuove certo per il profumo di un mandarino! Quel che si avverte è una sorta di nausea per ciò che è diventato oggi il Natale: corsa all'acquisto, ai regali, sontuosi, ricchi e trasbordanti pranzi e cene. L'umanità sembra impazzita, calata in una follia quotidiana che mortifica lo spirito ed allontana irremediabilmente dal vero senso del Natale. A Giulio Bufo, a Ketty Dell'Aquila e Daniela Caldarola: UN MONDO DI BENE.
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Greatest Generation - Tink Tank
09 Gennaio 2010 alle ore 12:51:00
Natale, un Natale che per molti non c'è più. Per molti altri ancora, un amarcord di un natale che non c'è più. Questo progresso che doveva migliorare la nostra vita ha trasformato tutti, rendendoli freddi e distaccati… Non generalizzo, sia chiaro, però sfido chiunque a non ricordare come si era semplici e felici 20 anni fa, anche solo con un pollo "quatrato" servito a tavola (chi ricorda la pubblicità del dado? Guarda papà, un pollo!!!) piuttosto che oggi, dove se non ricevi il cellulare "fico" non sei nessuno(ma che c'hai il nokia 3310???Miii che sei tascio!!!), dove la nonna serve solo a spillare quattrini, dove il natale è meta turistica all'estero, dove le famiglie non sono più famiglie, ma semplici persone che siedono ad un tavolo e si osservano, anzi forse neanche quello riescono più a fare talmente sono superbe…
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