Musici, cantori ed eunuchi alla festa di S. Corrado
È noto che, tra il XVII e il XIX sec., tra i cantori soprani molti di loro erano eunuchi. Questi prima della pubertà, per mantenere la voce acuta di quando erano fanciulli, venivano castrati. Uno dei famosi cantori eunuchi fu Carlo Broschi alias Farinelli (1705-1782). Per un certo periodo di tempo, circa tre secoli fa, per dare maggior risalto alla Festa patronale in onore di S. Corrado, Patrono di Molfetta, si invitavano molti musici e cantori per accompagnare con il canto la messa celebrata dal Vescovo alla presenza di tutta l’autorità civile. La documentazione reperita, mette in luce come a quei tempi anche da noi nel campo della musica sacra, per avere un maggior risalto artistico, i soprani erano eunuchi. Nel 1675 Ferrante d’Andreula ebbe l’incarico da Ignazio de Nesta, sindaco dei nobili, e da Antonio Gilao, sindaco del popolo, di organizzare la musica e il canto durante la messa pontificale celebrata dal Vescovo il giorno 9 febbraio, festività del nostro Patrono S. Corrado. Questi invitò a cantare l’eunuco di Trani e quello di Giovinazzo, i sacerdoti don Bernardino de Angelis e don Gaetano Villani, ambedue di Molfetta, e Corrado Villani violinista di Bisceglie. Cantori e musicisti erano sotto la direzione del sacerdote don Nicolò Messina, maestro di cappella della cattedrale e anche tenore. Per questo incarico il Messina ebbe 10 ducati, si remunerò l’eunuco di Trani con 6 ducati, a quello di Giovinazzo furono dati 4 ducati, ai due sacerdoti 3 ducati ciascuno e al Villani di Bisceglie 2 ducati. In più, per andare a prendere i cantanti forestieri e riportarli nelle rispettive città e dare loro da mangiare, si spesero altri 6 ducati e 6 grana1. L’anno dopo (1676) il sacerdote don Gaetano Villani, nuovo maestro di cappella della cattedrale fu incaricato dai nuovi sindaci della città, Giovanni Muscati e Silvestro del Giudice, di organizzare la musica e il canto durante la celebrazione della messa pontificale in onore del S. Patrono per cui assoldò diversi cantori e musici. Da Trani fece venire l’eunuco Giovanni Angelo Santalo e da Giovinazzo l’altro eunuco Nicola Donato Giustiniano, da Bisceglie il violinista Corrado Villani, a Molfetta invitò i sacerdoti don Bernardino de Angelis e don Galiano Santoro cantori e in ultimo tale Giacomo Milanese di cui è ignota la provenienza. In tutto si spesero 25 ducati che a sua volta Don Gaetano Villani così divise: per se tenne 3 ducati, all’eunuco di Trani dette 6 ducati, a quello di Giovinazzo 3 ducati, al violinista 3 ducati, al de Angelis 3 ducati e mezzo, al Santoro 2 ducati e mezzo e al Milanese 4 ducati. A questa remunerazione si aggiusero 4 ducati dati a Taddeo d’Agni per vitto e alloggio ai musici forestieri. Tra le altre spese sostenute dall’Università per la festa devono comprendersi 5 carlini a Pietro Angelo Quarama ed a un altro compagno, per aver suonato il tamburo per le strade della città; per apparare la chiesa e far suonare le campane 1 ducato a don Giovanni Minenna e, infine, a Mauro Antonio Squeo 2 ducati e 4,5 carlini per 7 salme di legna per accendere i falò2. Nel 1715, Giuseppe Maria de Luca, sindaco dei nobili, e Giuseppe Domenico Radivani, sindaco del popolo, programmarono di allietare la festività del S. Patrono con una larga partecipazione di musici e cantori e all’uopo, notando la scarsità di artisti locali, invitarono diversi forestieri di una certa rinomanza a quei tempi. L’orchestra era così formata: suonatori di violino Nicolò Madotta (sostituiva un certo Facchinetti invitato ma assente), Nicolò Carrasso e Giuseppe Capuano di Bari, don Angelo Augenti e Giuseppe Bruculis di Bisceglie; suonatore della viola di Bitonto; suonatore della cornetta; suonatore del contrabasso; suonatore della trombetta di Gioia del Colle. I cantanti erano: il soprano di Vienna, il secondo soprano don Cosimino di Conversano, il contralto Miscianga, il tenore di Bitetto, il tenore Domenico Malangone, il basso di Barletta. Coordinavano il tutto il maestro di cappella don Leonardo Fragiacomo di Molfetta e il maestro di cappella di Bitetto. Per sistemare l’orchestra fu necessario rimuovere dal suo posto la statua raffigurante S. Leonardo. Tutti i partecipanti forestieri furono a spese dell’Università di Molfetta prelevati dalle proprie città e riportati indietro dopo la festa. Il più remunerato tra i cantori fu il soprano di Vienna con 8 ducati, 7 ducati ebbero l’altro soprano e il contralto, 6 ducati il tenore e il basso. Per gli strumentisti per la viola furono dati 4 ducati, per la cornetta 3,5 ducati, per il contrabasso 4,5 ducati, per la trombetta 5,5 ducati, per il violino 3,5 ducati, ai tre violinisti di Bari 4,5 ducati e ai due violinisti di Bisceglie 4 ducati. Al maestro di cappella molfettese, a cui ricadeva la responsabilità dell’organizzazione musicale si dettero 10 ducati, mentre al maestro di cappella di Bitetto 5 ducati. In tutto si spesero 109 ducati comprese le spese di viaggio.
Autore: Corrado Pappagallo