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Molfetta, via ai lavori per la fogna bianca nei comparti di espansione. Traffico caos Primi interventi di scavo in via Berlinguer: appello del Comune alla collaborazione rivolto ai cittadini per evitare disagi al traffico veicolare
07 maggio 2009

MOLFETTA - Sono iniziati i giorni scorsi i lavori per la canalizzazione della fogna bianca nei comparti urbanistici di espansione dall'1 al 9. Ne dà notizia un comunicato dell'ufficio stampa del Comune di Molfetta. In alcune vie comprese tra via Terlizzi, via Bitonto e via Berlinguer sarà realizzato un sistema interrato di raccolta e smaltimento dell'acqua piovana, un'infrastruttura importante (per evitare gli allagamenti delle strade in caso di pioggia) e attesa da tempo dai residenti. I primi cantieri sono stati allestiti in via Berlinguer per consentire l'avvio delle prime opere di scavo: una delle due corsie – quella in direzione viale Venticinque Aprile - resterà per alcuni giorni interdetta al traffico veicolare. Questa situazione sta creando lunghe code e notevoli disagi (foto), a riprova del malcostume di realizzare i lavori sempre dopo gli insediamenti residenziali, a differenza di quanto avviene in altre città dove queste opere di urbanizzazione vengono concluse addirittura prima dell'inizio delle costruzioni. Ora le auto e i mezzi pesanti vengono dirottati sull'altra parte della carreggiata, la corsia opposta a quella interessata dai lavori che sarà quindi percorribile (temporaneamente) in entrambi i sensi. Al fine di evitare ulteriori disagi alla percorribilità, l'assessore ai Lavori Pubblici, Mariano Caputo invita i cittadini «a utilizzare strade alternative nel limite del possibile e in considerazione delle proprie esigenze, al fine di evitare la formazione di code in corrispondenza della sopraelevata di via Berlinguer, soprattutto nelle ore di punta. Stiamo realizzando un'importante infrastruttura che i residenti attendono da tempo e che aggiungerà valore a migliaia di abitazioni presenti in questi quartieri oltre a migliorare la vivibilità generale in queste nuove aree - spiega l'assessore – chiediamo la collaborazione di tutti i cittadini». Insomma, prima il danno e poi la beffa. Assessore Caputo, i lavori andavano realizzati prima, questo è indice di cattiva amministrazione. Troppo comodo commettere errori e inadempienze e poi chiedere la collaborazione dei cittadini: questi collaborano sempre e subiscono sempre. ma l'amministrazione non viene mai incontro ai loro bisogni. Questa è la triste realtà di una città sempre più nel degrado, come le cronache confermano.
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Con il primo caldo che assale le strade di questa nostra città, saltano agli occhi quelle operazioni tardive di ristrutturazioni atte a creare confusioni e disagi. L'uomo subisce, oggi più che in ogni altra epoca precedente, il fascino e l'angoscia di un mondo che, nella globalizzazione dei sistemi culturali, economici, sociali, appare sempre più disordinato, imprevedibile, caotico, soprattutto irriconciliabile con la dimensione umana profonda, con l'equilibrio di psiche e natura. Specie negli ambiti metropolitani, dove la convivenza e stratificata e complessa, sono diventati attrattori di energie che, in positivo o in negativo, condizionano, plasmano, trasformano i fenomeni umani. Senza un'evidente regola, senza un intelligibile e leggibile ordine. E con l'ormai radicata coscienza che in ogni pur minimo evento può liberare conseguenze imprevedibile, originare un “effetto domino” che procede per necessità successive ed esponenziali. Come deve essere una città? O meglio, come vuole, come decide di essere e perché? Quale modello si è assunto per dare un senso al divenire, al necessario cambiamento di questa nostra Molfetta? Possiamo – potremmo – discuterne e avremmo – lo sviluppo economico, accetteremo qualsiasi attività che porti lavoro e soldi e costruiremo qualsiasi struttura rispondente alla logica del massimo profitto. Faremo una città come quelle che oggi in Cina vengono su come funghi, piene di casermoni per alloggiare la povera gente, di industrie altamente inquinanti, di piazzali per i camion, centri commerciali, magazzini, parcheggi e viadotti. Niente verde perché costa e non rende, niente spazi per i giovani, i bambini e gli anziani, niente di bello perché non serve; una città brutta, sporca e produttiva. Certo dovremo accettare tutti i vari inquinamenti, le malattie, l'antisocialità e la criminalità vera e propria, la pessima qualità della vita. Si sa, tutto non si può avere. Oppure potremmo scegliere di dar forma ad una città europea, fatta prioritariamente per il benessere di chi vi abita. Una città con grandi aree pedonali, tanto verde, belle piazze per incontrarsi e conversare, negozi di qualità, trattorie e localini dove sedersi e gustare qualche piccolo piacere della vita. Ci metteremmo un trasporto pubblico efficiente e gradevole, veicoli elettrici per gli spostamenti interni e tante biciclette, anche a noleggio, sul modello parigino. E poi un bell'arredo urbano, curato e fruibile, degli edifici antichi restaurati e decorosi, i palazzi moderni belli da guardare, i giusti spazi per i giochi e per lo sport. Una città bella, pensata per la salute e la socialità. Poi se qualcuno – maligno – si azzarda a insinuare che forse l'unico vero “modello” di questa città è rappresentato dagli interessi economici contingenti – della grande distribuzione, delle grandi famiglie, dei grandi immobiliaristi e dei “grandi “ in genere -, apriti cielo. L'indignazione tuonerà da tutte le bocche in qualche modo interessate alle vicende e farà tremare i malpensanti. Con toni accesi si condannerà severamente l'oltraggio patito, minacciando querele e rappresaglie; e solennemente si riaffermerà – sovrano – il bene comune, ovvero l'interesse collettivo. Purtroppo, come le vie del Signore, anche le vie di questo nostro bene comune, talvolta, sono oscurate; abbiate fede.


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