Molfetta verso la liquidazione colpo di scena finale?
Calcio
Quando Quindici sarà in edicola il destino del “Molfetta calcio” sarà definito. Le incombenze tipografiche e organizzative cadranno all'indomani del 13 luglio, ultimo giorno per le iscrizioni ai campionati regionali. Ad una settimana dalla scadenza l'unica ipotesi per tenere in piedi il titolo sportivo è che qualcuno o un gruppo di volenterosi rilevi il sodalizio biancorosso, giacché il presidente Giuseppe De Nicolò sembra fortemente intenzionato a non iscrivere la squadra. In pratica dall'annuncio del presidente di voler uscire dal calcio e di vendere la società, non è successo nulla. Gli unici che hanno cercato di sensibilizzare la città, sono stati i tifosi organizzati. Mentre si stava materializzando la rassegnazione di vedere il titolo sportivo emigrare per altri lidi, c'è stato un colpo di scena. Era tutto pronto per il passaggio del titolo al Mola, ma nel momento di mettere nero su bianco, la Federazione stoppava l'operazione. Il Mola voleva vendere il proprio titolo (Promozione) al Bitetto (2^ Categoria) e acquistare quello del “Molfetta calcio. L'operazione non si concludeva perché il Mola solo l'anno scorso aveva acquistato il titolo sportivo di Promozione e le norme federali prevedevano la vendita almeno dopo due stagioni calcistiche. In pratica il Mola poteva acquistare, ma non vendere. Stupisce il pressappochismo dei protagonisti che ipotizzano operazioni che muovono centinaia di migliaia di euro, senza conoscere gli aspetti giuridici della materia. Siamo al dilettantismo puro. Alla fine il presidente De Nicolò è rimasto con il classico cerino in mano. Certo che al De Nicolò non ne va bene una; vuole vendere la società, ma non trova acquirenti; la vendita del titolo sportivo sfuma per mancanza di titoli da parte del Mola. Sfumata la vendita De Nicolò incontrando la stampa locale, illustrava la situazione: “Se entro il 13 luglio non si fa avanti nessuno non iscriverò la squadra”. Quanto vale la società? Dai 100 ai 130mila euro, poi bisognerà aggiungere non meno di 250mila euro per i costi di un campionato di medio calibro. E' chiaro che se finora non si è fatto avanti nessuno è improbabile che succeda qualcosa nei prossimi giorni. De Nicolò ha fatto intendere che si accontenterebbe di molto meno e che comunque anche con la mancata iscrizioni ricaverebbe qualcosa. Questo significa che la squadra che eventualmente sarà ripescata in Eccellenza al posto del Molfetta, avrebbe già promesso un qualche congruo indennizzo. Incalzato dai giornalisti il presidente si è lasciato sfuggire un'ipotesi remota. “Se nei prossimi giorni si creeranno le condizioni potrei iscrivere la squadra”. Le condizioni sarebbero: garanzie di sponsorizzazioni, pubblicità, sottoscrizioni di un congruo numero di abbonamenti. Insomma, tutte cose inseguite per l'intera stagione calcistica e mai trovate. Come andrà a finire? I tifosi più irriducibili sperano che alla fine De Nicolò non butti tutto all'aria. In tal caso sarà disponibile il presidente a sborsare 200-250mila euro per un'altra annata? E poi con quali giocatori, visto che i pezzi pregiati Loporchio, Carlucci, Campanella, Tridente e Uva si sono già accasati altrove? Secondo noi per tutto ciò che non è successo finora e per le cose dette dal presidente il destino sembra segnato: l'anno prossimo Molfetta sparirà dal calcio regionale. Comunque andrà a finire, anche nel caso di un colpo di scena finale, da questa vicenda De Nicolò non ne esce bene. In cinque anni portando il calcio molfettese dalla 1^ Categoria all'Eccellenza, De Nicolò si era conquistato una reputazione di tutto rispetto agli occhi dei dirigenti federali, degli addetti ai lavori, tecnici e giocatori. Nella stagione appena conclusa, nonostante l'eccezionale campionato della squadra, la credibilità di De Nicolò è stata intaccata da una serie di situazioni. A partire dai giocatori che con la riduzione degli emolumenti mensili del 20% (per 5 mesi) e la mancata riscossione delle spettanze di aprile, in pratica hanno visto sfumare due mensilità. Poi la trattativa con il Mola per la vendita del titolo sportivo non andata in porto, i non buoni rapporti con l'Amministrazione comunale, per finire all'ipotesi di ritentare l'avventura. Alcuni rimproverano al presidente di non aver attuato una sorta di marketing del “Molfetta calcio” che così come società è rimasta ai margini delle attenzione della città. Fin quando ha potuto De Nicolò in maniera solitaria, ha tirato e con successo la carretta. Morale: fin quando il giocattolo calcio dipenderà dalla buona volontà di una singola persona, difficilmente rivedremo la maglia biancorossa scorazzare sui palcoscenici importanti.
Autore: Francesco Del Rosso