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Molfetta, una seconda casa per Eskild ed Aynara L’esperienza dell’Erasmus Plus di due danesi in collaborazione con InCo
15 novembre 2017

Giovanissimi e intraprendenti, Eskild Kielberg Jacobsen, 20 anni, studente di origini danesi, e Aynara Galindo, 29 anni, ricercatrice di origini spagnole che ha effettuato un Dottorato presso l’Università di Navarra, approdano a Molfetta, nell’anno scolastico 2017-2018, per l’esperienza di volontariato nell’ambito del progetto “Erasmus Plus”(docenti referenti: prof.ssa Marta Spaccavento per il Liceo Classico e prof. ssa Rosa de Pinto per il Liceo Scientifico), in collaborazione con l’associazione “InCo”. Sentitisi accolti dagli studenti e dai docenti dell’ I.I.S.S. Liceo Classico ‘’Leonardo da Vinci’’ e Liceo Scientifico ‘’Albert Einstein’’, dove stanno svolgendo attività didattiche con l’obiettivo di imparare la lingua italiana, di aiutare gli studenti a perfezionare la lingua inglese ed insegnare la propria lingua, i due volontari raccontano la loro esperienza e le loro impressioni in quella che hanno definito la loro ‘’seconda casa’’. Cosa vi ha spinto a prendere parte al progetto ‘Erasmus Plus’? Eskild: «Nella mia scelta è stata determinante non solo la voglia di viaggiare per respirare un’aria diversa da quella della Danimarca, ma anche la curiosità che da sempre ha suscitato in me la lingua italiana. Mentre cercavo sulla piattaforma digitale il progetto “Erasmus Plus” che più avrebbe fatto al caso mio, mi ha colpito subito la proposta di Molfetta e ora eccomi qui!». Aynara: «Credo che per capire cosa si vuole veramente nella vita, bisogna assaporare un po’ di tutto; ebbene, su consiglio dei miei amici, ho deciso di intraprendere quest’esperienza e ho scelto il progetto ‘Erasmus Plus’ di Molfetta perché, da quanto visto sulla piattaforma online, vantava buone premesse». Quali difficoltà avete riscontrato nel socializzare? E: «Arrivato qui, sono stato sommerso per giorni interi da carte da firmare, avevo l’impressione che non terminassero più! A parte questo piccolo inconveniente e l’approccio, piuttosto impegnativo, con l’italiano, che è molto diverso dal danese, non ho avuto grandi difficoltà nell’interagire con gli altri». A: «Nonostante la lingua italiana riscontri diverse affinità con quella spagnola (o così si dice!) dover pronunciare un discorso interamente in italiano non è stato affatto semplice, ma è stata questione di abitudine». Avete già vissuto simili esperienze che vi hanno portato a viaggiare? E: «L’esperienza di Erasmus Plus si può intraprendere una sola volta nella vita, ma io ho viaggiato molto e ho avuto anche occasione di visitare l’Italia. Sono stato a Roma tre volte, a Lucca, a Pisa e a Venezia, ma non avevo mai messo piede nel Sud». A: «Ricordo con particolare emozione il viaggio in Repubblica Ceca, dove ho conosciuto una delle mie migliori amiche con cui non ho perso i contatti. Quel viaggio è stato anche uno stimolo che ha fatto nascere in me l’interesse per altre realtà, per altre storie». Cosa vi ha colpito di più dell’Italia? E delle due scuole? E: «Sono felice di essere qui a Sud: ho avuto modo di conoscere piccole ma graziose città, come Molfetta e Alberobello, che dalle mie parti non si trovano. Il Sud Italia è molto particolare. Ho subito notato l’interesse degli Italiani per il cibo: la prima settimana in cui sono stato qui tutti non facevano altro che chiedermi “Cosa vuoi per pranzo oggi?”, “Cosa hai mangiato a cena ieri?”, “Come gradisci la colazione?”; in Danimarca l’arte culinaria non ha un ruolo così centrale. Mi piacciono molto le strutture del Liceo Classico e del Liceo Scientifico di Molfetta: hanno un’aria ospitale. Ma se c’è un motivo per cui posso affermare che questo posto è la mia seconda casa, quel motivo sono i ragazzi e i docenti che ho incontrato, sempre disponibili nei miei confronti e curiosi». A: «Sono sempre stata affascinata dalla cultura e dalla storia italiana, dal mio punto di vista ineguagliabili. Sono stata a Roma soltanto una volta e non facevo che osservare ogni dettaglio e scattare foto a tutto! Questa è stata un’altra ragione che mi ha spinta a tornare in Italia, dove sto scoprendo persone generose e spontanee, proprio come gli spagnoli. Sia nel Liceo Classico sia nel Liceo Scientifico tutti sono pronti ad aiutarmi: sento che questa è la mia “seconda casa”». A vostro avviso, l’Italia è più o meno sviluppata rispetto al vostro Paese? E: «Difficile fare un paragone. Dell’Italia apprezzo molto l’accoglienza e i modi di comunicare, in Danimarca siamo tutti un po’ più riservati. Mentre la mia personalità spigliata sta bene in Italia, la mia mentalità è prettamente danese: a mio parere nell’organizzazione didattica la Danimarca è più avanti rispetto all’Italia». A: «Sotto più punti di vista l’Italia e la Spagna sono simili, ma ritengo che in Italia sia data più importanza all’istruzione e alla didattica». Nella vita si può sempre migliorare. Qual è il vostro consiglio per migliorare la scuola? E: «La scuola che io ho frequentato in Danimarca è molto più democratica, più aperta alla realtà. Il mio consiglio è quello di lasciare più spazio agli studenti, alle loro idee e ai loro interessi: una buona scuola è fondata sul reciproco ascolto». A: «In questa scuola ho visto studenti eterogenei e volenterosi: secondo me la scuola dovrebbe essere più dinamica e imparare a coinvolgere di più i ragazzi». Il racconto entusiasta, questo, di due ragazzi stranieri catapultati in una città piccola ma accogliente. © Riproduzione riservata

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