MOLFETTA - Un’urgente situazione che poteva essere trattata in Consiglio comunale, anche se la richiesta di discussione non fosse stata presentata all’inizio della seduta (appena 5 minuti dopo l’appello). Ma il presidente del Consiglio comunale, Nicola Camporeale, ha imposto il suo niet al consigliere Saverio Patimo (Pd), responsabile della COPAGRI a Molfetta, rimandando la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità per gli agricoltori locali alla prossima seduta del consiglio. Quando, purtroppo, non sarà più possibile intervenire.
Evidentemente non solo la maggioranza, ma anche “qualcuno” tra il pubblico (il circolo sodale del sindaco Antonio Azzollini) aveva urgenza di chiudere una seduta che probabilmente si era protratta per troppo tempo e aveva affrontato argomenti non facilmente digeriti dalla stessa amministrazione. Ma questa è stata l’ennesima dimostrazione di come il consiglio sia considerato una mera propaggine (in)operativa della giunta comunale.
«Il protrarsi del caldo torrido e l’assenza di precipitazioni piovose stanno creando gravi difficoltà per le nostre produzioni di olio e ortofrutta e si stimano danni ingenti all’intero comparto agricolo molfettese (quasi un miliardo di euro, ndr). A rischio non sono soltanto i raccolti e le produzioni di quest’annata, ma la sopravvivenza delle nostre aziende che hanno investito soldi e fatica nelle coltivazioni e che, a causa della perdita parziale o totale dei raccolti, vedranno tagliati o azzerati i loro ricavi e il loro reddito - si legge nell’odg proposto da Patimo -. La situazione è di assoluta emergenza, tant’è che a soffrire sono anche le verdure e la frutta per effetto della cosiddetta evapotraspirazione (la perdita di acqua dal terreno e dalle piante), come pure in pericolo è la produzione a venire delle olive».
Pertanto, Patimo avrebbe voluto invitare il sindaco Azzollini e il Consiglio comunale a chiedere al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e all’assessore regionale all’Agricoltura, Dario Stefàno, il riconoscimento della dichiarazione dello stato di calamità naturale per far fronte ai danni sofferti dal settore agricolo e attivare l’attivazione del fondo di solidarietà nazionale. In questo modo, «alle imprese agricole colpite possono essere erogati contributi in conto capitale fino all’80% dl danno sulla produzione lorda vendibile, prestiti ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di conduzione aziendale, proroga della rate delle operazioni di credito in scadenza nell’anno in cui si è verificato l’evento calamitoso ed esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali».
«Inoltre, è necessario che la Regione Puglia dia subito attuazione al riutilizzo in agricoltura della acque reflui depurate provenienti dall’impianto di depurazione di Ruvo-Terlizzi in agro di Molfetta, visto che lo stesso è perfettamente funzionante - continua l’odg di Patimo -. Andrà sollecitato chi di competenza per applicare il regolamento regionale n.8 del 14 aprile 2012 (contenente norme e misure volte a favorire il riciclo dell’acqua), così da consentire un consumo idrico sostenibile in modo da rendere la disponibilità di acqua il più possibile indipendente dall’andamento delle precipitazioni».
I termini per la richiesta dello stato di calamità scadranno tra pochi giorni, ma da Molfetta non partirà nessun provvedimento comunale o richiesta verso la Regione Puglia, di contro a quanto operato dalle amministrazioni comunali dei Comuni vicini. Insufficienza socio-politica dell’amministrazione Azzollini anche in questa situazione, che potrebbe anche essere sfruttata a fini elettorali. I danni, però, ricadono ancora e sempre sui cittadini e, nel caso specifico, sugli agricoltori locali.
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