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Molfetta, Rifondazione: il sindaco Azzollini defenestra il comandante dei vigili e rischia di trasformare Molfetta in una giungla
08 maggio 2012

MOLFETTA – Anche Rifondazione comunista di Molfetta interviene (con un po’ di ritardo, per la verità) sulla vicenda della defenestrazione del comandante della Polizia Municipale cap. Giuseppe Gadaleta con un duro comunicato in cui stigmatizza il comportamento del sindaco sen. Antonio Azzollini che non giova alla sicurezza dei cittadini e rischia di trasformare la città in una giungla.
«Dal 1° maggio la Polizia municipale di Molfetta è senza comandante – scrive Rifondazione - poiché in spregio di regolamenti comunali e leggi regionali l'Amministrazione Azzollini non riconosce che la figura del comandante sia anche dirigente di Settore come le normative prescrivono.
Già in passato abbiamo ripetutamente solidarizzato – a differenza di altri che governano la città – con il capitano Gadaleta per le minacce ricevute nell'esercizio della sua funzione di presidio della legalità, oggi ci ritroviamo a ringraziarlo per quanto ha fatto in questi anni per la città e ad augurarci che le cose tornino al loro posto quanto prima.
Ma la vicenda del defenestramento del Capitano assume per noi un valore politico paradigmatico del modo di amministrare del centrodestra di Azzollini: chiunque svolga il suo compito in città tenendo conto delle regole per questa Amministrazione può finire per rappresentare un ostacolo. Se poi sussistono delle motivazioni oggettive che hanno indotto il Sindaco a non riconoscere il ruolo di dirigente alla figura del comandante, come previsto dalla normativa, si diano spiegazioni pubbliche ufficiali.
Due anni e mezzo fa un Regolamento comunale di riordino della Polizia Municipale approvato in fretta e furia e a cui non seguono investimenti in mezzi, dotazioni e uomini per rinforzare l'organico.
Da due anni sussistono e si aggravano problemi sul tema sicurezza a Molfetta e nell'ultimo consiglio comunale del 27 aprile il massimo che il Pdl sa proporre è un ordine del giorno in cui chiedere più carabinieri, più polizia, più guardia di finanza... mentre intanto si lavora per privare la Polizia municipale del suo comandante.
Ci chiediamo a chi giova lasciare senza comando la Polizia municipale che già in passato non ha ricevuto segnali di appoggio da questa Amministrazione.
Giova alla sicurezza dei cittadini? No.
Giova all'immagine delle istituzioni? No.
Giova soltanto a chi vuol fare di Molfetta una giungla per le sue scorrerie, per chi vuole imporre la “legge” della prepotenza.
A costoro
- conclude Rifondazione - e a quanti direttamente o indirettamente li aiutano noi garantiamo un'opposizione senza quartiere e senza sconti».

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- Si chiama tiranno quel sovrano che non conosce altre leggi che il suo capriccio, che si appropria degli averi dei suoi sudditi, e poi li arruola per andare a prendere i beni dei vicini. Ma non ci sono di questi tiranni in Europa. Si distingue la tirannia di uno solo e quella di parecchi. Questa tirannia di parecchi sarebbe quella di un ceto o di una corporazione che usurpasse i diritti degli altri, ed esercitasse il dispotismo per mezzo delle leggi appositamente alterate. E non vi sono neppure di queste specie di tiranni in Europa. Sotto quale tirannia preferireste vivere? Sotto nessuna. Ma se bisognasse scegliere, io per me detesterei meno la tirannia di uno solo che quella di parecchi. Un despota ha sempre qualche buon momento; una assemblea di despoti, mai. Se un tiranno mi fa ingiustizia, potrò disarmarlo per mezzo della sua amica, del suo confessore, o del suo favorito; ma una compagnia di solennissimi tiranni è inaccessibile a ogni seduzione. Quando non è ingiusta, è per lo meno dura; e non distribuisce mai grazie. Se io ho un despota solo, me la caverò buttandomi contro un muro quando lo vedo passare, o prosternandomi, o battendo la fronte a terra, secondo il costume del paese; ma se ho una compagnia di cento despoti, corro il pericolo di dover ripetere la cerimonia cento volte al giorno, cosa molto noiosa alla lunga, quando non si han le giunture pieghevoli. Se poi ho un campo confinante con questi signori, sarò angariato; se avrò un processo contro un parente di uno di questi signori, sarò rovinato. Come fare? Ho paura che in questo mondo si sia ridotti a essere incudine e martello: felice chi può sfuggire a questa alternativa. (Voltaire) – IN ITALIA E' COSI'.

BIG NUTELLA - Discorso ai MOLFETTESI, 2012 d.c. QUI A MOLFETTA NOI FACCIAMO COSI'. Qui la nostra amministrazione favorisce i pochi invece dei molti: e per questo viene chiamata OLIGARCHIA. Qui a MOLFETTA noi facciamo così. Le delibere qui assicurano l'ingiustizia sociale e, tra tutti, nelle loro dispute private, noi ignoriamo sempre i meriti e l'eccellenza, e diamo privilegio sempre ai più ricchi e ai più prepotenti. Quando un cittadino si distingue per meriti e capacità, allora esso sarà, a preferenza di altri, accoppato prima degli altri, dall'amministrazione, affinché i più meritevoli, non abbiano ad intralciare le carriere dei brocchi e dei lecchini del "cerchio magico della nutella". Non vi può essere ricompensa alcuna al merito, ma solo all'imbecillità, figlia delle clientele elettorali. La povertà costituisce un impedimento assoluto a qualsiasi cosa, anche alla vita stessa! Qui a MOLFETTA noi facciamo così. La libertà (di fare i cavoli nostri), di cui noi godiamo non si estende anche alla vita quotidiana dei cittadini molfettesi; noi che comandiamo siamo sospettosi di tutti i cittadini, che tormentiamo con pagode di fruttivendoli da tutte le parti. Noi solo, al comando, siamo liberi di vivere come cacchio ci pare e piace, e siamo sempre pronti a difendere i nostri interessi, le nostre clientele elettorali, i nostri privilegi, i nostri amici palazzinari... fronteggiando qualsiasi protesta che venga dal popolo contro abusi e ingiustizie. Un Politico MOLFETTESE, trascura i pubblici affari, quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto si occupa dei pubblici affari, solo quando deve risolvere le sue questioni private. Qui a MOLFETTA noi facciamo così. Ci è stato insegnato di infangare quei pochi magistrati che fanno il loro dovere, e ci è stato insegnato anche di obbligare al rispetto delle leggi, solo quelli che non fanno parte di qualche clan di fruttivendoli, non dimenticando mai che non abbiamo l'obbligo di proteggere i comuni mortali che ricevono offesa dai prepotenti, ma è nostro dovere tutelare i prepotenti, nei loro abusi, perché sono nostri elettori. Non abbiamo l'obbligo di curare gli interessi dei cittadini umili, semplici che fanno il loro dovere. I semplici, ci stanno sulle palle! Noi curiamo solo gli interessi nostri, degli amici nostri, degli amici degli amici nostri, dei nostri figli, che raccomandiamo dappertutto, anche quando sono dei brocchi patentati. Anzi, più sono deficienti, e meno restano inoccupati; più sono brocchi e più guadagnano, con garanzia assoluta del posto fisso, che precludiamo a tutti gli altri figli del popolo. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ingiustizia, di ciò che non è giusto e di ciò che non è di buon senso. Qui a MOLFETTA noi facciamo così. Un uomo che non interessa al "CERCHIO MAGICO DELLA NUTELLA", anche se ha meriti, capacità, noi lo consideriamo inutile. E LO DEFENESTRIAMO IMMEDIATAMENTE SPECIE SE HA L'ARDIRE DI RIPRISTINARE LA LEGGE E LA LEGALITÀ; e benché in molti siano in grado di dare vita ad una politica giusta, beh qui a MOLFETTA dobbiamo continuare a comandare sempre noi (quelli del "CERCHIO MAGICO DELLA NUTELLA", ndr), ed è precluso a tutti i cittadini di giudicare la nostra mala-politica. Noi consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della SATRAPIA COMUNALE. Noi crediamo che la felicità nostra, non si concilia con la libertà di parola, di pensiero e di opinione di tutti quelli che non fanno parte del nostro clan politico-affaristico. Per noi il valore non conta, se non il valore monetario degli affari che riusciamo a fare noi, per noi, e per gli amici nostri di cordata e di clientela elettorale. Insomma, io proclamo che MOLFETTA è la scuola dell'Italia, e che ogni Politico Molfettese, cresce sviluppando in sé una felice versatilità alla tangente e alla corruzione. Il Politico Molfettese, ha fiducia solo in se stesso, è sempre pronto a fronteggiare qualsiasi situazione che rappresenti un pericolo per i propri interessi, ed è per questo che la nostra città è aperta a tutti i corrotti del mondo, purché mollino una bella mazzetta (port. docet) Qui a Molfetta, noi facciamo così...



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