MOLFETTA - Un nuovo fascicolo sulla scrivania del sostituto procuratore Antonio Savasta. La Procura della Repubblica di Trani ha aperto una nuova inchiesta sulla presenza diffusa di alghe sul litorale Trani-Molfetta, dopo le denunce di stampa, cittadini e bagnanti delle città costiere. Altre chiazze sospette sono state avvistate a Barletta.
Secondo quanto riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, la causa potrebbe stagnare proprio nell’area del nuovo porto commerciale di Molfetta: «le indagini avviate dal sostituto procuratore Antonio Savasta diranno se le opere d’ampliamento del nuovo attracco mercantile costituiscano la causa o una concausa dell’increscioso, e chissà se e quanto pericoloso per la salute, stato delle acque marine, soprattutto a ridosso della costa; oppure se quei lavori non stanno avendo alcuna incidenza». Lo stesso procuratore Savasta ha aperto da qualche anno un’inchiesta sul porto e sui possibili reati ambientali che sarebbero stati commessi per la sua costruzione.
Ma le cause potrebbero essere anche altre, secondo la Gazzetta. Ad esempio, l’illecito scarico a mare di liquami o il mal funzionamento di collettori e depuratori della fogna che inquinerebbero le acque a Trani, nel tratto di mare antistante il Lungomare Chiarelli, dove sbocca il cosiddetto canalone (i lavori del porto di Molfetta avrebbero solo aggravato la situazione).
Alterato l’habitat marino a Molfetta? Possibile, se sarà accertata la distruzione dell’oasi Parco nazionale della Posidonia Oceanica San Vito di Barletta, sito proprio in corrispondenza dell’area dei lavori. Infatti, l’assenza di quest’alga, ha compromesso gli equilibri di fauna e flora, riducendo la quantità di pesci stanziali e migratori e lasciando, invece, proliferare le alghe.
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Un’inchiesta, quest’ultima, che conta diversi indagati, accusati a vario titolo, e che forse potrebbe interfacciarsi col nuovo fascicolo d’inchiesta - scrive la
Gazzetta -
si sospetta, infatti, che l’epicentro dei recenti fenomeni che hanno scatenato le alghe sia proprio a Molfetta luglio, per accertare profili sulla natura degli interventi, sulle possibili conseguenze e sull’adozione di eventuali contromisure.». Perciò, sono stati acquisiti dal Corpo Forestale dello Stato (già interessato alla precedente indagine) altri documenti dal Comune di Molfetta, com’era accaduto a
Secondo indiscrezioni, il Pm Savasta avrebbe nominato un perito per accertare la natura, l’entità e l’eventuale pericolosità del fenomeno per ulteriori accertamenti. ispezioni, prelievi ed esami di campioni d’acqua marina sono stati compiuti anche dall’AqP, dall’Ufficio d’igiene, dalla Polizia Municipale e dall’Arpa Puglia.
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