MOLFETTA - Una festa di popolo, con il popolo di Molfetta, quello delle periferie che si è sentito partecipe, quello del centro che, per l’occasione, si è trasferito nelle periferie, quello della grande piazza storica della sinistra, Piazza Paradiso, la piazza San Giovanni di Molfetta, stracolma fino all’impossibile: almeno 3.000 persone per applaudire e sostenere Paola Natalicchio.
Raccontiamo la cronaca di una serata incredibile.
Erano anni che questa piazza di Molfetta non veniva riempita di gente entusiasta, festante, allegra con bambini al seguito, accorsa per sentire parlare di politica, per partecipare, con la voglia di cambiare la città, “dopo oltre 12 anni di malgoverno del centrodestra”. Ed è questo che è stato sottolineato più volte da Gianni Porta di Rifondazione, Bepi Maralfa di Linea Diritta e soprattutto dalla stessa candidata sindaco del centrosinistra Paola Natalicchio che domenica e lunedì al ballottaggio sfiderà il candidato del centrodestra Ninnì Camporeale.
E la serata nella piazza storica di Molfetta è stata aperta da Pietro Capurso, “il cantastorie popolare”, che ha rievocato gli anni d’oro della sinistra a Molfetta, quando il mitico Sandro Fiore, leader del Pci dell’epoca, gli chiedeva di introdurre i suoi affollati comizi di braccianti e lavoratori con una nota di satira, come è avvenuto anche questa volta.
Ma la serata ha riservato anche altre due sorprese: la presenza della giornalista Concita De Gregorio che ha lanciato un appello alle donne, che sono quelle che muovono il mondo, per coinvolgere gli uomini affinché dalle urne esca una città diversa che faccia dimenticare lo scempio compiuto dal centrosinistra, che ha ridotto Molfetta a una città impresentabile dove non esistono regole e regna l’illegalità diffusa e tollerata dall’amministrazione di centrodestra guidata dall’ex sindaco, il sen. Antonio Azzollini.
L’altra sorpresa è stata quella della presenza sul palco di Michele Salvemini, alias Caparezza che, com’egli stesso ha detto, per la prima volta non era venuto per cantare ma per invitare la gente a rifiutare il voto di scambio e ad andare alle urne domenica e lunedì per dare una svolta e cacciare gli amministratori attuali e riappropriarsi delle piazze e delle strade. Un riscatto della gente per bene che come hanno sottolineato Porta e Maralfa, rappresentano la maggioranza della città, che non può essere egemonizzata e schiavizzata da una minoranza impresentabile che, priva di argomenti, ricorre all’insulto per colpire gli avversari politici. Natalicchio, Maralfa e Porta hanno ricordato come questi anni di gestione di centrodestra siano stati caratterizzati da scandali, arresti, inchieste della magistratura, con la Guardia di Finanza che sequestrava fascicoli su fascicoli a Palazzo di Città, mentre fuori dilagava l’illegalità.
Una città ormai alla deriva, abbandonata a se stessa, col paradosso che le stesse forze politiche di destra e gli stessi uomini che l’hanno amministrata, oggi propongono di rilanciarla. Ma chi può crede loro, è stato detto? Tutti ricordano la fase azzolliniana, con un sindaco che pensa solo al porto e dimentica tutto il resto, impegnato a Roma a fare il senatore tutta la settimana e il sindaco solo nel week-end, altro che candidata Natalicchio che risiede a Roma prima di essere sindaco: Azzollini risiede a Roma facendo il sindaco di Molfetta, cosa che è ben più grave. Del resto la Natalicchio ha dichiarato che, se sarà eletta, risiederà a Molfetta 365 giorni l’anno, stando sempre al Comune e soprattutto stando sempre in mezzo alla gente, nei quartieri, fra gli ultimi. E a questa affermazione dalla piazza si è levato il coro “Paola, Paola, Paola” con una valanga di applausi. La piazza sembrava impazzita: tutti sorridenti, tutti felici, tutti pronti per la “Nuova Molfetta” che i tre moschettieri Paola, Bepi e Gianni prospettavano per Molfetta. Ed è stato messo in evidenza come gli eletti del centrodestra siano sempre gli stessi, le solite facce, i soliti personaggi presenti da oltre 10 anni nel Comune e dintorni, dove sta il rinnovamento?
Ma Porta, Maralfa e Natalicchio hanno raccontato di intimidazioni messe in atto da personaggi del centrodestra e degli insulti rivolti alla candidata del centrosinistra, anche da parte dell’informazione spazzatura che ha ironizzato perfino sulle modeste origini di Paola, che lei, invece, ha rivendicato con orgoglio. Ma anche del tentativo, tutto Berlusconiano, che il lettore di “Quindici” aveva già denunciato sulla nostra testata on line, relativo alla promessa di ridurre la tassa sui rifiuti che la stessa amministrazione Azzollini ha imposto. “E ai cittadini di Molfetta, proprio in questi giorni sono arrivate le cartelle di pagamento, col trucco della mancanza della 4ª rata, per nascondere l’entità del tributo”.
“Basta con le bugie e con gli insulti” – hanno detto i tre esponenti del centrosinistra. “Prima hanno messo le tasse, compresa l’Imu che è la più alta della Provincia – ha detto Maralfa – e ora fanno finta di volerle ridurre, ma i cittadini non si fanno incantare con queste promesse che resteranno tali, come quelle fatte nel 2008 dallo stesso ex sindaco”.
Ma è stata Paola Natalicchio la protagonista assoluta della serata con un intervento passionale e sentito, interrotto continuamente dalla gente, che scandiva il suo nome. Ha detto al senatore «Io non ho paura, non temo gli insulti e le minacce, anzi li respingo al mittente e farò scudo con il mio corpo contro chi continuerà a calpestare la città. Hanno fatto una campagna elettorale cercando voti fra le classi deboli, proprio loro della destra che non avevano mai pensato ai bisogni della gente quando hanno governato. Ma dove erano quando Molfetta moriva? Quando la gente chiedeva aiuto, quando perdeva il lavoro, quando i commercianti chiudevano i negozi, quando la gente chiedeva prezzi delle case più accessibili, quando chiedeva servizi nei nuovi quartieri. Dove era Azzollini? A Roma a fare il senatore e a difendere gli interessi di Berlusconi e della Lega, contro quelli del Sud. E oggi ci troviamo di fronte ad una campagna elettorale del centrodestra fatta di bugie e terrore. Non ho paura, ma neanche voi dovete avere paura, non dovete credere alle loro parole, alle loro minacce, non possono controllare il voto al ballottaggio, potete votare liberamente chi credete possa rappresentare la soluzione migliore per Molfetta”. Paola ha anche rivendicato di essere oltre che una giornalista, anche una sindacalista, per la quale il posto di lavoro è sacro e “lo difenderò sempre, con me nessuno perderà il posto”.
Infine Paola Natalicchio ha rivendicato a sua molfettesità e l’orgoglio di essere cittadina di Molfetta, dove ha studiato ed è vissuta fino a quando è stata costretta, come molti giovani, contro la propria volontà, ad emigrare a Roma per trovare quel lavoro che l’ex sindaco Azzollini non ha saputo creare a Molfetta. “Altro che chiacchiere sulla residenza!”.
“Poveretti non hanno proprio argomenti che quello di affidarsi all’anagrafe, fanno pena!”. E ha aggiunto: “Ora sono tornata per fare il sindaco tutto l’anno, non solo il sabato e la domenica, come il sindaco del week-end sen. Azzollini”.
La capacità coinvolgente di Paola Natalicchio è stata totale, l’emozione della piazza era fortissima, non sono mancate le lacrime di gioia e di speranza di “liberare Molfetta e rilanciare una città degradata e mortificata da una cattiva gestione che di amore per la propria terra non ha proprio nulla”.
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