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Molfetta, minacce alla famiglia Ciccolella (imprenditori floricoli). Accuse dei sindacati e replica del Gruppo Querelati Rifondazione comunista, il sindaco di Terlizzi e i siti internet che hanno riportato notizie false sui comportamenti sindacali dell'azienda
30 agosto 2007

MOLFETTA - Si fa inquietante lo scontro in atto fra alcuni lavoratori del Gruppo floricolo "Ciccolella" che accusano l'azienda di rappresaglie, licenziamenti, discriminazioni salariali e di genere, inapplicazione della legislazione contrattuale e mancanza di rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Questo contrasto avrebbe provocato minacce alla stessa famiglia Ciccolella, come è detto in un comunicato del gruppo: "Il risultato di questo terrorismo verbale si è già concretizzato in forme che, vogliamo sperare, siano lontane dagli intenti di qualsiasi sindacato, partito politico o rappresentante delle istituzioni: nei blog di diversi siti internet, primi tra tutti quelli che hanno ospitato i comunicati in questione, sono già apparse minacce dirette ai membri della famiglia Ciccolella e alle loro abitazioni private. La manipolazione incosciente di temi così sensibili come lo sfruttamento, l'illegalità e i diritti fondamentali della persona, oltre ad essere meschina sul piano etico, genera mostri difficilmente controllabili. Facciamo quindi appello alla ragione di tutti - ed in particolare a quella delle istituzioni - per un ritorno a linguaggi e atteggiamenti più corretti e civili prima ancora che rispettosi della verità dei fatti". Ricostruiamo la vicenda che parte da uno sciopero di una ventina di lavoratori aderenti alla Flai-Cgil effettuato ieri, dopo altri precedenti scioperi annunciati e mai effettuati. Le ragioni dei lavoratori e le accuse all'azienda leader nel settore floricolo e quotata alla Borsa di Milano, sono state appoggiate anche da Rifondazione comunista che ha sollecitato interventi ispettivi degli organi competenti, chiedendo alle istituzioni una presa di posizione, invitando altresì il Consiglio comunale nella prossima seduta a discutere di una situazione che riguarda lavoratori appartenenti alla comunità molfettese. Alle accuse dei sindacati e del Partito della Rifondazione comunista replica la stessa azienda in un comunicato che riportiamo: "In una serie di comunicazioni ai media ad opera di Flai-CGIL, del Partito della Rifondazione Comunista e del partito dei Comunisti Italiani - dice la nota -, la Ciccolella Holding viene fatta oggetto di accuse tanto grevi quanto infondate riguardanti una serie di illeciti - tutti aventi rilevanza giudiziaria prima ancora che sindacale - perpetrati nei confronti dei propri lavoratori. In particolare si accusa l'azienda di rappresaglie, licenziamenti, discriminazioni salariali e di genere, inapplicazione della legislazione contrattuale e mancanza di rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. In un crescendo delirante di terrorismo verbale, il Sindaco di Terlizzi Vincenzo Di Tria scrive - a nome dell'intera amministrazione comunale - una lettera di solidarietà ai lavoratori della Ciccolella Holding nella quale si denunciano “condizioni di palese illegalità”, “sfruttamento e umiliazione”, “leggi e diritti umani di tanti esseri umani calpestati”. La lettera viene pubblicata sul sito terlizzilive.it che, in un commento che coniuga perfettamente nanismo etico e terrorismo pseudo giornalistico, parla esplicitamente di “diritti umani …quotidianamente violati e trascesi”. La situazione dei lavoratori di Ciccolella Holding, verificabile da chiunque ai lavoratori sia realmente interessato, è facilmente sintetizzabile. - La Ciccolella Holding conta oltre 600 dipendenti, tutti inquadrati all'interno dei contratti nazionali e degli accordi sottoscritti dalla larghissima maggioranza delle rappresentanze sindacali. - Nell'azienda non si sono mai verificati episodi di discriminazioni di qualsiasi tipo. Nessun lavoratore ha mai realmente fatto denunce specifiche di comportamenti illegali. - A seguito delle richieste della Flai-CGIL, negli impianti della Ciccolella Holding sono stati effettuati dagli organismi preposti diversi controlli ed ispezioni per verificare il rispetto delle normative vigenti. Nessun controllo ha mai riportato rilievi di alcun tipo, men che meno quelli che, a dispetto dei risultati, Flai GCIL continua a denunciare (ora solo a mezzo stampa, s'intende!). - Una ristrettissima minoranza dei dipendenti, tutti iscritti a Flai-CGIL, chiede da tempo - in spregio agli accordi sottoscritti - trattamenti particolari ed inaccettabili condizioni di privilegio nei confronti del resto dei lavoratori. Si tratta di circa 25 dipendenti, ovvero meno del 4% della nostra forza lavoro. - Il comportamento di Flai-CGIL è riconducibile unicamente alla frustrazione derivante dal deficit di rappresentatività tra i lavoratori della Ciccolella Holding. Tale rappresentatività risulta in ulteriore calo: lo sciopero indetto ieri ha visto aderire non più di 20 dipendenti. Tali comportamenti rientrano probabilmente in una concezione delle relazioni industriali insieme arcaica e immatura, lontana dagli interessi reali dei lavoratori e tesa unicamente alla creazione di facile visibilità. Per la nostra azienda invece le relazioni industriali sono un fatto troppo serio per poter essere giocato sul filo del ricatto mediatico. Flai-CGIL raccoglie in termini di rappresentatività e credibilità sindacale il frutto del suo approccio, ben diverso da quello delle altre organizzazioni sindacali, largamente maggioritarie, presenti in azienda. Ben più grave invece risulta il comportamento delle istituzioni rappresentate dal Sindaco di Terlizzi su questa vicenda. L'ingegner Di Tria, che non ha mai visitato un nostro impianto pur essendo la nostra una delle realtà produttive più importanti sul suo territorio, spande a piene mani attestati di solidarietà ai nostri dipendenti che essi non hanno mai richiesto e dichiara consapevolezze incrollabili sulla fondatezza di denuncie che non ha mai verificato. Con una disinvoltura e un cinismo che lascia allibiti, chiama in causa gli “anni bui della nostra storia” e addirittura il mancato rispetto dei diritti umani. Dimentica completamente di essere un rappresentante delle istituzioni, mostrando disprezzo per i suoi concittadini nostri dipendenti che non sono iscritti a Flai-CGIL (la larghissima maggioranza) e soprattutto per le più elementari regole della rappresentatività democratica. Dobbiamo purtroppo registrare questo deficit gravissimo di sensibilità istituzionale chiedendoci quali siano i motivi di un attacco così sconsiderato. Chiediamo inoltre all'intera amministrazione comunale di Terlizzi, a nome della quale il Sindaco dice di parlare, di comunicare a noi, ai cittadini di Terlizzi e alla pubblica opinione le sedi dove sono stati deliberati e concordati i contenuti della lettera del Sindaco. Il risultato di questo terrorismo verbale si è gia concretizzato in forme che, vogliamo sperare, sono lontane dagli intenti di qualsiasi sindacato, partito politico o rappresentante delle istituzioni: nei blog di diversi siti internet, primi tra tutti quelli che hanno ospitato i comunicati in questione, sono gia apparse minacce dirette ai membri della famiglia Ciccolella e alle loro abitazioni private. La manipolazione incosciente di temi così sensibili come lo sfruttamento, l'illegalità e i diritti fondamentali della persona, oltre ad essere meschina sul piano etico, genera mostri difficilmente controllabili. Facciamo quindi appello alla ragione di tutti - ed in particolare a quella delle istituzioni - per un ritorno a linguaggi e atteggiamenti più corretti e civili prima ancora che rispettosi della verità dei fatti. La Ciccolella Holding, nel ribadire la totale infondatezza di quanto comunicato dai soggetti interessati e a tutela degli azionisti e di tutti i suoi dipendenti, in data odierna ha dato mandato ai suoi legali di querelare il sito Terlizzilive, Flai-CGIL, gli autori del comunicato stampa congiunto “I fiori all'occhiello dell'azienda Ciccolella” e il Sindaco Vincenzo Di Tria per il reato di diffamazione, inoltrando il presente comunicato alla Prefettura di Bari per le conseguenti valutazioni".
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Risulta arduo capire le motivazioni della Holding Ciccolella di querelare il Sindaco di Terlizzi, la Flai-Cgil, il Prc e Pdci di Molfetta e il quotidiano on line Terlizzilive in relazione alla vertenza sindacale che si protrae ormai da mesi tra i lavoratori della Holding Ciccolella, che rivendicano migliori garanzie contrattuali e condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, e la proprietà dell'azienda. L'azione minacciata dal Gruppo Ciccolella introduce un elemento di solito mai utilizzato nelle relazioni sindacali, ma soprattutto politiche e culturali della vita della nostra comunità e delle sue tradizioni di libero dibattito e aspro confronto. Il Gruppo Ciccolella rappresenta sicuramente una risorsa importante per il nostro territorio, ma non per questo si può pensare di risolvere i conflitti minacciando querele e ritorsioni contro Istituzioni e organi di stampa. È necessario, in questo momento, recuperare un sano dibattito tra le forze sindacali e l'azienda teso a superare incomprensioni e tensioni per arrivare a una soluzione della controversia. Ciò è possibile solo attraverso un atteggiamento responsabile da parte di tutti i soggetti in campo a partire dalla necessità del reciproco rispetto dei ruoli, funzioni e prerogative di ciascuno. Non si può chiedere a un Sindaco di una comunità il luogo e le forme che hanno determinato un documento di solidarietà nei confronti di un gruppo di lavoratori, e non si può dubitare delle finalità delle azioni messe in campo da una importante organizzazione sociale del nostro paese come la Cgil. Così come penso che mai, dico mai, una vertenza, pur aspra e conflittuale debba mai degenerare in atti e o propositi intimidatori contro chicchessia, come riportato nel comunicato stampa del Gruppo Ciccolella in cui si denunciano minacce contro i famigliari della proprietà ai quali, per questo, esprimo la mia solidarietà. La stessa solidarietà che sento di rinnovare ai lavoratori e alle lavoratrici del Gruppo Ciccolella che il 29 agosto hanno scioperato per rivendicare diritti e tutele a fronte della situazione denunciata a viso aperto dagli stessi. Non riesco, pur sforzandomi di farlo, a capire perché mai dei lavoratori e la Flai-Cgil avessero dovuto organizzare uno sciopero in assenza di controversie e conflitti sui luoghi di lavoro. Così come le accuse rivolte alla Flai-Cgil di Terra di Bari di “frustrazione derivante dal deficit di rappresentatività tra i lavoratori della Ciccolella Holding” cedono il passo di fronte alla analoga situazione denunciata a quanto pare dalla Flai-Cgil di Capitanata negli impianti di Candela del Gruppo Ciccolella. Le stesse accuse di strumentalizzazione nei confronti della Cgil si dissolvono poi nel nulla se è vero, come è vero, che solo qualche settimana addietro la stessa Cgil, insieme ad altre forze sindacali, ha duramente attaccato il governo regionale della Calabria per i ritardi nell'iter procedurale che pregiudicava la realizzazione di un impianto produttivo promosso da una delle aziende della Holding Ciccolella, e quindi a difesa della stessa, nella piana di Catanzaro. In questo momento è necessario riprendere le relazioni industriali e pensare che anche in questa terra del Mezzoggiorno d'Italia è possibile produrre benessere e sviluppo riuscendo, al tempo stesso, a rispettare i risultati attesi e il raggiungimento degli obiettivi aziendali e tutelare e garantire i lavoratori e le lavoratrici, insieme alle loro famiglie. Ognuno deve fare la sua parte, in primis la proprietà dell'azienda, che in questi decenni ha ricevuto tanto dalle Istituzioni e dalle nostre comunità in termini di finanziamenti e contributi, al fine di recuperare quella funzione sociale che ogni impresa deve avere, così come la nostra Costituzione recita, a maggior ragione in un territorio avaro di opportunità lavorative, ma non per questo terreno di conquista. In questo percorso comune un ruolo forte e di mediazione può essere esercitato dalle Istituzioni ad ogni livello, innanzitutto la Prefettura di Bari. Per questo invito la dirigenza della Holding Ciccolella a rinunciare ad ogni ipotesi di risoluzione giudiziaria dei conflitti e a riprendere il confronto nel merito delle questioni.


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