Molfetta, maggioranza di centrodestra: nessun passo avanti per la soluzione della crisi
MOLFETTA – 4.11.2005
“Non ci sono passi avanti”. E' questo il responso sconsolato di chi ha partecipato alla riunione di ieri sera tra sindaco e maggioranza di centrodestra, convocata da Tommaso Minervini (nella foto) per cercare di ricomporre la crisi politica che ha portato il primo cittadino alle dimissioni.
Una intera serata a discutere di assetti amministrativi, criteri di scelta per la composizione della giunta, di equilibri interni alla coalizione da rispettare, per poi chiudere il vertice, dopo quasi tre ore di confronto (durante le quali non è stata spesa neanche un parola per discutere del futuro della città), con un nulla di fatto e l'ennesimo aggiornamento a lunedì prossimo.
Le posizioni sono sempre quelle: da un lato la richiesta del sindaco e del “Nuovo Psi” di varare una giunta tecnica, sganciata dai partiti e in grado di portare a termine, nei prossimi sei mesi, il programma amministrativo (evidentemente si riconosce che la precedente non ne sarebbe capace), e, dall'altro, i due principali partiti della coalizione, Forza Italia ed An, che non vogliono perdere la prerogativa di indicare al sindaco i nomi da affiancargli e che intendono riconfermare almeno qualche assessore uscente (Forza Italia non molla sul nome di Pino Amato, mentre An vuole vedersi riconfermato il ruolo di vice-sindaco in campo a Mauro Magarelli).
Da questo punto non ci si schioda e nella maggioranza ormai si sussurra un antico proverbio molfettese: “qui la cera si scioglie, ma la processione non cammina”.
Ora, come detto, l'ennesimo rinvio a lunedì prossimo, con buona pace della tanto conclamata trasparenza invocata dal sindaco che avrebbe voluto discutere di tutto questo pubblicamente in Consiglio Comunale.
Ma Giusy De Bari, capogruppo di Forza Italia, smentendo quanto sostenuto dal Tommaso Minervini, ha già pubblicamente fatto sapere che “la massima assise cittadina è il luogo dell'amministrazione, le questioni politiche si risolvono, invece, in altre sedi”.
Chissà cosa ne pensa il primo cittadino che credeva, forse ingenuamente, di uscire da questa situazione critica prima con il colpo a sorpresa dell'azzeramento degli incarichi amministrativi, poi con le sue dimissioni, ed invece si ritrova oggi invischiato (per sue responsabilità) nei riti peggiori e più deleteri della “prima repubblica”, tra veti incrociati dei partiti, riunioni-fiume che non portano a nulla, rivendicazioni di questo o di quello, sospetti e diffidenze reciproche che certo non creano un bel clima all'interno di questa maggioranza di centrodestra che, addirittura, dopo tutto quello che sta accadendo e con tutte le macerie rimaste sul campo, vorrebbe ripresentarsi coesa al giudizio dei cittadini alle elezioni amministrative del 2006.
Lo ripetiamo, un accordo rabberciato alla fine si troverà. Oggi il “tutti a casa” non conviene a nessuno nella maggioranza: di certo non al sindaco che, come Antonio Fazio, ha già dimostrato di tenere tantissimo alla sua poltrona e di non essere disposto a mollarla tanto facilmente, non ai partiti che intendono preparare la prossima campagna elettorale dalla comoda posizione di amministratori.
E così la vicenda si chiuderà certamente con un ipocrita “happy end”: i nomi degli assessori saranno ovviamente imposti dai partiti al sindaco, ma Tommaso Minervini cercherà di far credere alla città che quella sarà una “giunta tecnica espressione del progetto civico”. Ma questa volta chi sarà disposto a credergli?
Intanto si è appreso che, come da noi anticipato, questa sera la maggioranza non si presenterà al Consiglio Comunale convocato per discutere della revoca dell'incarico di presidente della Multiservizi, conferito nel 2001 a Michele Palmiotti, e così la seduta sarà rinviata per mancanza del numero legale. Un'altra bella prova di trasparenza di questa amministrazione.
Giulio Calvani