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Molfetta, la tassa rifiuti una mazzata che non risparmia nessuno Una coppia di giovani lettori di “Quindici” protesta per il mancato passaggi da tassa a tariffa che rende inutile la raccolta differenziata, in quanto non garantisce alcun risparmio ai cittadini
05 giugno 2010

MOLFETTA - Una giovane coppia di lettori di Quindici, la famiglia Dell’Olio, ci scrive una lettera per evidenziare un problema reale sempre sollevato, ma mai risolto, relativo alla tassa dei rifiuti. Una gestione diversa permetterebbe ai cittadini virtuosi di risparmiare, penalizzando chi inquina. Ma tutto resta fermo, al punto, come osserva la famiglia Dell’Olio, che viene perfino vanificata la raccolta differenziata, alla quale la gente non crede, perché paga sempre la stessa tassa, senza alcune beneficio.

Condividiamo e sottoscriviamo integralmente la lettera e ci auguriamo che il presidente dell’Asm, Pasquale Mancini che si sta attivando per migliorare il servizio, prenda in considerazione l’ipotesi del passaggio da tassa a tariffa e soprattutto il sindaco Antonio Azzollini, il quale, pur dichiarandosi verbalmente sempre pronto ad intervenire, quando è sollecitato dalla stampa, su argomenti scomodi (vedi il porto, ndr) si rifiuta di rispondere a Quindici. Farà così anche stavolta? Ci auguriamo che si attivi almeno l’ufficio stampa, per fornire una risposta anche di circostanza.
Le mancate risposte del sindaco all’opinione pubblica non sono un bell’esempio di gestione pubblica e di rispetto dei cittadini e della stampa. Ma l’esempio, o gli ordini, vengono dall’alto.
Ecco la lettera, sulla quale apriamo, come sempre il dibattito:
«Gentile Redazione,
Siamo una giovane coppia vostra assidua lettrice, con i problemi economici di un po' tutte le famiglie, e animati da un forte spirito ambientalista perchè fortemente convinti che l'unico modo, nel nostro piccolo, per poter contribuire a garantire un futuro sostenibile alle generazioni future sia operare in modo ecologicamente corretto. Pertanto, cerchiamo di spostarci sempre in bicicletta, con i mezzi pubblici, l'auto a metano, il fotovoltaico, l'energia usata con grande parsimonia, e dulcis in fundo, pratichiamo in maniera quasi maniacale la raccolta differenziata, al punto da aver “contagiato” molti dei nostri amici che avevano ancora qualche reticenza in merito alla sua gestione.
Se adottiamo queste pratiche è perchè, in primo luogo, sentiamo profondamente di fare “meno male” all'ambiente, in secondo luogo, e lo affermiamo senza alcuna vergogna, perchè, quando arrivano le bollette di luce, gas e acqua, è piacevole vedere anche i frutti del proprio stile di vita nel conto, meno salato di altri (ma comunque una spesa importante sul nostro bilancio familiare).
Il problema sussiste, e anche molto forte, nel momento in cui ci perviene la tassa dei rifiuti: una sonora mazzata che non guarda in faccia a nessuno, che tu sia ambientalista o no poco interessa, l'importante è la metratura della tua casa, come se da essa si potesse dedurre quanti rifiuti vengano prodotti e come vengano gestiti nel loro conferimento!
Da anni si parla, soprattutto durante le campagne elettorali, del fatidico passaggio da tassa a tariffa, tesa a privilegiare in termini economici chi virtuosamente differenzia e privilegia recupero e riutilizzo, allungando il ciclo di vita di ogni prodotto: ci siamo recati all'ufficio preposto alla risoluzione di problemi relativi alla TARSU e ci hanno chiaramente detto che per il momento questo passaggio ce lo possiamo solo sognare!!! A questo punto capisco perfettamente gli umori di quanti, in modo certo discutibile, si sottraggono al dovere civile di praticare la raccolta differenziata perchè tanto, a loro detta.... SEMPRE QUELLO SI PAGA!!
Ci permettiamo di ricordare cosa implichi questo passaggio. La tariffa rappresenta un’occasione preziosa per riorganizzare e ottimizzare la gestione dei rifiuti urbani in chiave di efficacia e modernità operativa, riprendendo due concetti importanti: da un punto di vista ambientale quello della responsabilità condivisa (chi inquina paga), da un punto di vista economico quello di evidenziare tutte le voci di costo nella direzione di un approccio gestionale della finanza pubblica, ai sensi del D.P.R. 158 del 1999 recante il regolamento per l’elaborazione del metodo normalizzato della tariffa del servizio di gestione dei rifiuti urbani si realizza uno dei passaggi fondamentali introdotti dal D.Lgs 22/97: pagare il servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati in relazione a quanto effettivamente prodotto.
Pertanto:
- Vista l'esigenza da parte della locale Azienda Municipalizzata di migliorare sempre di più il grado di raccolta di rifiuti selezionati;
- Vista la necessità di INCENTIVARE realmente queste buone pratiche, premiando il virtuoso e penalizzando chi continua a gettare tutto “ind a la scaosc”;
·         Considerati i tempi neri che stiamo attraversando, in cui poter risparmiare su più cose possibile è fondamentale;
·         Considerato che, essendo ta tempo il nostro Comune uno dei più virtuosi in termini di raccolta differenziata, potrebbe anche fungere da modello anche in questo passaggio, ormai realtà consolidata al settentrione ma poco realizzato nelle nostre zone; 
·         Considerato anche il fatto che l'attuale amministrazione, sin dalle prime campagne elettorali, ha più volte, in passato, rimarcato la necessità di effettuare questo passaggio, e magari, chissà, ha preso voti anche facendo leva su questo nobile intento;
·         CONSIDERATO CHE SAREBBE FINALMENTE ORA DI DISTINGUERE TRA COMPORTAMENTE CIVILI E ALTAMENTE NEGLIGENTI, ANCHE METTENDO LE MANI NELLE NOSTRE TASCHE, PRENDENDO QUANDO NECESSARIO E RESTITUENDO QUANDO SI RICONOSCE LA VIRTUOSITA'.
Da semplici cittadini CHIEDIAMO che si riprenda in considerazione al più presto questa possibilità. Siamo sicuri che i risultati si vedrebbero... eccome!!
La ringraziamo per aver letto la nostra testimonianza, saremmo lieti di vederla pubblicata e, sinceramente, ci auguriamo che questa nostra lettera possa far “Rumore” nell'opinione pubblica, e chissà, nella stanza dei bottoni.
Con cordialità».
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Famiglia Dell'Olio
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onestamente, come cittadino, sono molto contento che due giovani abbiano mandato una lettera sì fatta ad un giornale, aprendo una discussione molto interessante sia sotto il profilo ambientale che economico. la nostra città ormai da + di 15 anni pratica la raccolta differenziata con risultati che, se confrontati con il resto dei comuni della provincia e regione, potrebbero sembrare significativi. in realtà, in considerazione degli sforzi fatti dalle famiglie molfettesi, basterebbe non molto per ottenere risultati migliori. basti pensare che a molfetta esiste un impianto di compostaggio pubblico praticamente chiuso nonostante ci siano risorse pronte e spendibili per garantirne il suo riutilizzo. ciò consentirebbe di conferire in discarica molti rifiuti in meno garantendo la raccolta differenziata dell'umido. in alcuni comuni, non solo del nord, si sono raggiunte percentuali di differenziata notevoli (75%) attraverso il porta a porta e una raccolta differenziata spinta e anche con benefici economici per gli utenti. io mi accontenterei di pagare un solo centesimo in meno di quello che pago oggi ma poter vivere in una città che organizza una raccolta differenziata spinta, crea occupazione giovanile, contribuisce a preservare l'ambiente, utilizza le strutture che ha (impianto di compostaggio) e avvia un percorso di passaggio da tassa a tariffa considerando gli effettivi apporti di rifiuti dei cittadini. io sono convinto che così facendo si potrebbe risparmiare anche più di un centesimo. p.s. in realtà mi accontenterei di pagare un centesimo in più di quello che pago oggi potendo avere la soddisfazione di confrontarmi con il sindaco azzollini, i suoi assessori, i tecnici dell'asm per poi sentirmi anche dire che ciò non è possibile.

L'identificazine democratica "contemporanea", la si identifica nei Centri Commerciali: questa è l'idea dei più. Così come la libertà, anche la democrazia è diventato un "bene" di consumo e da export - import. - "La specificità normativa della democrazia risiede non nel fatto che il governo è della maggioranza - un greggio di pecore che brucano innocentemente l'erba l'una accanto all'altra -, ma nel fatto che ciascun cittadino partecipa consapevolmente alla vita del paese. Il controllo democratico deve essere situato in un corpo collettivo che (attraverso la rappresentanza) approfitti idealmente della voce di ciascuno e di tutti (CW, XIX, paqg.403). Dunque, mentre il suffragio garantisce che tutti siano trattati come politicamente eguali, la rappresentanza proporzionale assicura che le diverse idee siano egualmente ascoltate. Il primo è cieco alle differenze, la seconda riconosce le differenze. La "divina arte" della politica rende gli esseri umani capaci di costruire e preservare l'ordine politico e morale perchè è fondata sul giudizio (e il linguaggio), una facoltà comune a tutti. Gli uomini possono imparare l'arte di vivere insieme, secondo norme che essi stessi si danno. Questa abilità innata di abitare lo stesso spazio pubblico dà ai cittadini due forme di competenza: la capacità di riconoscere che cosa è bene per la città e la capacità di scegliere chi tra loro sia meglio qualificato a mettere in pratica ciò che tutti insieme decidono, direttamente o indirettamente. Politica e democrazia sono la stessa cosa. La democrazia è possibile perchè la politica è possibile; e la politica è, per definizione, un affare che concerne tutti.- Viviamo in un mondo moderno o solo contemporaneo?



RISCOSSIONE I comuni godono di una discreta liberta' anche nel gestire la riscossione, sia volontaria che coattiva. Quest'ultima, in particolare, puo' avvenire sia con l'avvio di un procedimento ingiuntivo presso un giudice, sia tramite iscrizione a ruolo (con emissione di cartella esattoriale) mediante affidamento della gestione al locale concessionario delle riscossioni (come Cerit, Gestline, Esatri, etc.etc.). L'ente che gestisce la TIA per conto del comune emette delle fatture con cadenza annuale o inferiore (trimestrale, semestrale, etc.) ,comprendenti l'iva al 10% (vedi nota *) ed i tributi ambientali provinciali. La scadenza viene fissata liberamente dal gestore ed il pagamento, oltre che con il classico bollettino postale, puo' avvenire in molti casi attraverso Internet (si veda per esempio il servizio pagoclic organizzato dalla Cerit). Alcuni comuni prevedono la possibilita', in alcune circostanze come il temporaneo disagio economico, di pagare a rate a determinate condizioni (con limiti di importo e di rate), corrispondendo ovviamente gli interessi legali. Anche In caso di morosita' ogni comune si muove piuttosto liberamente. Al classico avvio di procedimenti ingiuntivi con addebito di spese ed interessi si affianca la possibilita' di addebitare sanzioni, in alcuni casi analoghe a quelle tributarie previste per la vecchia Tarsu (vedi sopra). E' indispensabile, se si vogliono conoscere le regole che riguardano la propria utenza, consultare il regolamento del Comune dove questa si trova. LINK UTILI Non esiste un "sito ufficiale" nazionale riguardo alla Tia, perche' la gestione e' locale. Per i comuni toscani in particolare, e in termini generali per tutti, e' attivo il sito gestito dalla Quadrifoglio SpA .

RIDUZIONI, AGEVOLAZIONI, ESCLUSIONI La legge stabilisce che i comuni devono avviare servizi di raccolta differenziata (tramite organizzazione di isole ecologiche, raccolta porta a porta, etc.) e prevedere agevolazioni per gli utenti che aderiscono a specifiche iniziative (raccolta delle frazioni umide tramite "compostaggio", in special modo). Tali agevolazioni devono consistere, in pratica, in riduzioni della quota variabile della tariffa in modo proporzionale rispetto ai risultati raggiunti (singolarmente o da un gruppo di utenze). Per le utenze non domestiche devono essere previste riduzioni, invece, nei casi in cui gli utenti dimostrino di aver avviato i rifiuti prodotti al recupero. Al di la' di questo, in tema di esenzioni e riduzioni i comuni godono di ampia liberta' e discrezionalita', pertanto e' bene informarsi presso agli uffici preposti o consultare il regolamento comunale. Solitamente, le riduzioni riguardano utenti con redditi inferiori ad un determinato tetto o in stato di disagio familiare, abitazione stagionale dell'immobile, residenza dell'utente all'estero, lontananza dai punti di raccolta, etc. Le esclusioni, invece, riguardano di solito i locali dello stesso comune, i luoghi di culto, i locali e le aree dove non possono essere prodotti rifiuti a causa della loro natura, per l'uso al quale sono destinati, o perche' palesemente inutilizzabili. Esempi: centrali termiche, cabine elettriche, silos, aree di centri sportivi dedicate esclusivamente all'esercizio dell'attivita' (campi da gioco o da tennis, piscine, etc.), unita' immobiliari prive di mobili ed arredi, chiuse, inutilizzate e non allacciate ai servizi pubblici di rete (acqua, gas, etc.etc.), immobili non agibili, inabitabili o in ristrutturazione.
COM'E' CALCOLATA LA TARIFFA La tariffa e', normalmente, calcolata per anno solare e dovuta dal primo giorno del bimestre successivo a quello in cui e' iniziata l'occupazione (per le variazioni e le cessazioni e' applicato lo stesso criterio). La legge non specifica niente al riguardo, e di solito i comuni si rifanno ai criteri precedentemente validi per la tarsu, pur avendo la possibilita' di crearne di nuovi. Per quanto riguarda le utenze domestiche esso si deve basare sia sulla superficie dell'immobile che sull'effettiva -o presunta- produzione di rifiuti calcolata in base al numero dei componenti del nucleo familiare (secondo 6 categorie prestabilite), in modo da privilegiare i nuclei familiari piu' numerosi e le minori dimensioni dei locali. Per le utenze non domestiche (attivita' commerciali, industriali, produttive, etc.etc.) il criterio e' simile, solo che la potenziale produzione di rifiuti viene calcolata prendendo in considerazione l'attivita' svolta (secondo 30 categorie prestabilite). Come regola generale, la tariffa e' divisa in due componenti * quella fissa e' riferita alla copertura dei costi generali e quelli relativi alle attivita' di spezzamento e pulizia strade e aree pubbliche, oltre agli ammortamenti ed investimenti. Viene imputata alla singola utenza in base alla superficie dei locali occupati e al numero dei componenti del nucleo familiare residente. * quella variabile copre i costi di gestione (raccolta, trattamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti) ed e' imputata sull'utenza in base alla quantita' di rifiuti -differenziati e non- prodotti, misurata sulla base di specifici criteri. Se non possono utilizzare criteri oggettivi vengono applicati sistemi presuntivi prendendo a riferimento, per le utenze domestiche, la produzione media comunale pro-capite (quindi riferita al numero dei residenti) e per quelle non domestiche il tipo di attivita' svolta.
T.I.A., LA "TARIFFA DI IGIENE AMBIENTALE" Ogni comune si adegua alla nuova tariffa, introdotta dal d.lgs.22/97, con uno specifico regolamento che deve stabilire, oltre alle tariffe vere e proprie, i soggetti passivi, i casi di esclusione, le agevolazioni, le classi di attivita' per le utenze non domestiche e le modalita' di accertamento e riscossione adottate. CHI DEVE PAGARE: ADEMPIMENTI A CARICO DELL'UTENTE Riguardo ai soggetti passivi la legge e' chiara e stabilisce che la tariffa e' dovuta da chiunque occupi oppure conduca locali o aree scoperte ad uso privato (non costituenti accessorio o pertinenza degli stessi) a qualsiasi uso adibiti, esistenti nel territorio comunale. Gli adempimenti a carico dell'utente, invece, sono stabiliti soggettivamente da ogni comune. A quanto ci risulta, conformemente alle regole valide per la vecchia tassa, sono previsti precisi obblighi in fase di inizio e cessazione dell'occupazione dei locali, ovvero invio di denunce scritte entro precisi termini (che in genere ci risultano di 60gg dall'evento). Comprensibilmente i regolamenti disporranno l'obbligo di denuncia anche qualora accadano eventi che possono incidere sul calcolo della tariffa (cambio di residenza familiare, variazione della superficie, cambio attivita' delle utenze non domestiche). Ci risulta, invece, che quando cambia il numero di componenti del nucleo familiare (per nascita, morte o trasferimento della residenza di uno di essi) normalmente non e' necessario comunicare alcunche', poiche' il comune segnala direttamente la variazione al gestore. In caso di morte dell'intestatario dell'utenza, invece, e' in genere previsto l'obbligo di denuncia da parte degli eredi. Presso ogni comune -e spesso anche sui loro siti Internet- sono disponibili i regolamenti e i moduli per le denunce, con istruzioni rispetto al contenuto e alla modalita' di presentazione.

Vediamo, in pratica, cosa cambia per i contribuenti che risiedono nei comuni dove la TIA e' gia' stata introdotta. La principale differenza riguarda il metodo di calcolo, che prevede l'uso, oltre a dati fissi come la superficie dell'immobile (tarsu), di parametri piu' variabili e personali, come il numero degli occupanti l'immobile e l'effettiva produzione di rifiuti in termini sia quantitativi che qualitativi. Gli addebiti, pertanto, dovrebbero risultare piu' equi e meno gravosi per le famiglie numerose che abitano immobili di dimensioni ridotte. Le tariffe e le agevolazioni continuano ad essere determinate dai Comuni, nel rispetto delle regole e dei metodi di calcolo fissati dalla legge. Cambia la gestione, che diventa totalmente esterna (possono essere utilizzate societa' private specializzate od agenti di riscossione locali), con ovvie conseguenze negative sui costi, e quindi sulle tariffe. Un altro principio che pesa sulla TIA e' che essa deve, per legge, coprire il 100% dei costi del servizio, mentre per la Tarsu parte di essi erano coperti, nel bilancio comunale, da entrate diverse. Le conseguenze di un mancato o ritardato pagamento non variano molto, perche' nonostante si passi da una "tassa" ad una "tariffa", i metodi di riscossione possono ancora prevedere la cosiddetta "iscrizione a ruolo". Essa comporta l'avvio -in caso di morosita' - di un procedimento di riscossione che passa dall'emissione di una cartella esattoriale a provvedimenti amministrativi come il fermo dell'auto, il pignoramento dei beni o addirittura l'ipoteca della casa (tutto dipende dall'entita' del credito che il comune vanta nei nostri confronti considerando, oltre alla Tarsu o Tia, gli altri tributi locali nonche' le multe al codice della strada).
Il Decreto Ronchi (d.lgs.22/97, art.49) e il suo regolamento attuativo (d.p.r. 158/99) hanno previsto l'introduzione progressiva della T.I.A. "tariffa di igiene ambientale" al posto della TARSU, la "tassa rifiuti solidi urbani". I Comuni italiani hanno iniziato ad adeguarsi a quanto previsto dalla legge, introducendo la TIA al posto della TARSU e disciplinandone la riscossione tramite specifici regolamenti. In prima fase era previsto che la quasi totalita' di essi dovesse procedere al passaggio entro Dicembre 2006, ma le leggi finanziarie del 2007 e del 2008 hanno congelato i termini decretando che i Comuni debbano mantenere, fino a tutto il 2009, lo stesso sistema di tassazione del 2006. Nel frattempo e' infatti intervenuto, a ridefinire la TIA, il cosiddetto "decreto ambientale", D.lgs.152/2006, che pero' ad oggi manca ancora del regolamento attuativo, un decreto del Ministero dell'ambiente. I passaggi sono stati sospesi proprio in attesa di questo decreto che consentira' ai Comuni di adottare la TIA secondo le nuove disposizioni del codice ambientale. L'ultimo termine a partire dal quale i Comuni hanno comunque facolta' di adottare la TIA in base alle "vecchie" leggi vigenti, in mancanza del suddetto decreto attuativo che dia lumi sulla determinazione di componenti e costi della nuova tariffa (si veda la nota in fondo alla scheda), e' stato prorogato al 30 Giugno 2010 (per le precedenti proroghe vedi Dl 208/08, 78/09 e, per ultimo, il "milleproroghe" 2010, Dl 194/09). Si e' quindi creata una situazione, non poco confusa, dove continuano a convivere il vecchio e il nuovo sistema, ovvero TARSU e TIA. Cio' in attesa che vengano rese attuative anche le "nuove" disposizioni tariffarie del Codice ambientale.

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