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Molfetta, l'addio di Paola Natalicchio: “abbiamo fatto grandi cose ma la mia maggioranza mi ha voltato le spalle, non è più con me. Non sarò io il prossimo candidato sindaco" In una affollatissima conferenza stampa il primo cittadino rivendica a pieno l'azione della sua amministrazione e conferma le dimissioni irrevocabili: “il centrosinistra cittadino doveva farmi sentire la sua vicinanza non pressione e fiato sul collo. Dedicato a tutta la città l'impegno di questi anni ma non sono più disponibile per una ricandidatura”
01 maggio 2016

MOLFETTA - Un addio definitivo, irrevocabile, che pone fine all'esperienza amministrativa del centrosinistra vincitore delle comunali del 2013 e consegna la città per 14 mesi al commissariamento. Il sindaco Paola Natalicchio non torna indietro e presso Palazzo Giovene in una affollatissima conferenza stampa si congeda dalla città che tre anni fa ne sancì la sorprendente elezione, confermando le dimissioni protocollate sabato sera.

A salutarla c'è il popolo del centrosinistra, tutte le forze politiche che ne hanno permesso l'elezione: dal Partito Democratico (i Gd di Adriano Failli, i consiglieri Giuseppe Percoco, Saverio Patimo, Raffaella Cicolella, gli assessori Tommaso Spadavecchia e Giulio Germinario ma non il segretario Piero de Nicolo né l'area vicina ad Annalisa Altomare che ha causato la caduta della maggioranza) ai consiglieri eletti con Sel per passare a quelli confluiti in SI (Sinistra Italiana), a Rifondazione Comunista per arrivare sino ai movimenti civici (Signora Molfetta e Linea Diritta).

Un passo indietro inevitabile, spiega il primo cittadino, frutto della pressione crescente esercitata da pezzi sempre più importanti della maggioranza ( i consiglieri Annalisa Altomare, Sergio De Pinto, Roberto La Grasta, Lia De Ceglia, Ignazio Cirillo) e al generale clima di sospetto e scetticismo che ha minato l'azione dell'esecutivo, tolto certezze all'operato del sindaco e autorevolezza alla linea programmatica intrapresa: “abbiamo fatto davvero buona amministrazione ma nessuno ci ha aiutato ad andare avanti. Il Centrosinistra ha smesso di essere tale da tempo e la mia famiglia politica non mi ha fatto sentire calore e fiducia, sostegno. Non mi ha fatto sentire addosso la fascia da sindaco. Essere messo ripetutamente in discussione è la cosa più pericolosa per chi guida. La verità è che cinque consiglieri di maggioranza mi hanno chiesto di andar via e l'amministrazione si regge solo su 13 consiglieri. Non posso permettermi di essere sottoposta al possibile ricatto di chi si rende conto di essere l'uomo in più, quello decisivo. Da questo momento ogni consigliere avrebbe potuto esserlo e non sono disposta a essere a capo di una maggioranza che non ha più la forza numerica di governare serenamente” ha spiegato Paola Natalicchio.

I toni pacati e dimessi sono molto lontani da quelli ardenti e arrembanti spesi qualche mese fa, a luglio in conferenza stampa, presso la Fabbrica San Domenico. Anche in quella circostanza il primo cittadino annunciava le dimissioni ma tendendo a un rilancio, a una sfida rivolta a quelle forze politiche che la stavano sfiduciando. Adesso no. Piuttosto c'è una presa d'atto, la constatazione di un'esperienza volta al termine: “ tre anni fa abbiamo vinto perché tutte le forze di centrosinistra hanno deciso di scommettere su un abbraccio, su un’alleanza, di porre fine a uno stupido derby che andava avanti da troppo tempo e di indossare la stessa maglia. È stata la città a chiamarmi. Ora non posso che sperare che il prossimo sindaco sia tra di voi, qui questa mattina. Ma non sarò io. Non sono più disponibile. Lo dico con la serenità di chi ha dato tutto alla città. So che qualcuno mi accuserà di un crollo nervoso, di vigliaccheria, di abbandonare la città nel momento di massima difficoltà, di aver voltato le spalle a cittadini e lavoratori. Non è così. Abbiamo fatto quello che avevamo promesso e siamo andati avanti finché ciò è stato possibile. Ma la maggioranza non mi è stata mai vicina, non ha fatto mai sentire il suo calore nei mie confronti, non ha mai rivendicato ad una voce quello che veniva fatto. Bene, adesso bisogna prendere atto che la battaglia spesso ti obbliga a fermarti, a fare un passo indietro. La democrazia è questa: non ci sono più i numeri in consiglio, è finita. Per favore non chiedetemi di non mollare: sono stata mollata”.

Burrascoso il rapporto con il Partito Democratico: “Non ho niente contro il Pd, non sono ostile né al partito nazionale e né alla base locale. So perfettamente che molte anime del partito hanno creduto nella maggioranza ma da due mesi è in corso una verifica di maggioranza richiesta dal Partito Democratico, punto per punto. Mi sono presentata ogni sera, gli assessori pure. I consiglieri comunali che l’avevano chiesta invece no, non si sono presentati. Annalisa Altomare non è mai venuta. Giovedì ho fatto una maggioranza che è andata praticamente deserta. È difficile così, davvero, sostenere l'accusa di non condividere le decisioni.
Ora voglio dedicare ai Gd, lo promette al loro segretario Adriano Failli, di portare in giunta una loro proposta ambientale (l'esenzione del pagamento delle strisce blu per le automobili elettriche; ndr). È un auspicio, un messaggio di buon augurio. Lasciamo stanze pulite, in ordine, senza macchia. Vedremo cosa saranno capaci di fare quelli che ci sostituiranno”.

Tante infine le rivendicazioni di quanto fatto in questi tre anni di amministrazione che il sindaco ha sentito di far proprie: l'aver dato spazio a giovani e donne, puntato su professionalità e competenza, rimesso al centro le tematiche ambientali, sbloccato i comparti urbanistici, risistemato i conti disastrati del comune.

L'amministrazione si congeda dopo aver approvato nell'ultima giunta tenutasi sabato pomeriggio, ben 25 provvedimenti: dall'approvazione del progetto di irrigazione idraulica a Lama Martina( il primo in assoluto), alla manutenzione straordinaria delle case popolari in via Leonardo Azzarita. All'approvazione del progetto di ristrutturazione dell'archivio custodito presso la Fabbrica di San Domenico, fino al via libera alle piste ciclabili. Al progetto sul waterfront a quello del Pirp fatto e finanziato con 3 milioni di euro.
Altre delibere riguardano i campetti da calcio di via Salvemini e l'inaugurazione ormai prossima presso la villa comunale dei lavori per il primo parco giochi per bambini normodotati e diversamente abili. E adesso, davvero game over, il tempo è scaduto, un'altra partita sta per essere giocata.

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Autore: Onofrio Bellifemine
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