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Molfetta, il premio Agorà a Pino Aprile e al suo libro “Terroni”
28 novembre 2010

MOLFETTA - Il terzo appuntamento della rassegna Agorà patrocinata dal Comune di Molfetta, nel Teatro Odeon, ha avuto come protagonista il giornalista Pino Aprile, autore del libro “Terroni”, che ha ricevuto il Premio Agorà.
Il premio, conferito da “la Città” casa editrice a “Uomini Normali che si sono imposti per la loro extra ordinarietà, ad eroi dei nostri tempi che alla legalità, alla ricerca, all’arte, alla scienza, dedicano la loro quotidianità”, questa volta è toccato a un oramai affermato scrittore di libri tradotti in varie lingue e di fama mondiale tra cui “Il trionfo dell’Apparenza” e “Elogio dell’errore”. Pino Aprile, anni addietro vicedirettore di “Oggi” e direttore di “Gente”, ha alle spalle una lunga carriera giornalistica e con i giornali serba ancora oggi un ancestrale legame:“I giornali son stati la mia vita” dice lo scrittore pugliese. Oggi la sua vita è legata alle parole dei suoi libri e questo ultimo, presentato alla cittadinanza molfettese attraverso alcune delle pagine più significative, è un libro forte, un libro di denuncia su “tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del sud diventassero meridionali”. “Io avevo sempre creduto ai libri di storia, alla leggenda di Garibaldi. Non sapevo nemmeno di essere meridionale, nel senso che non avevo mai attribuito alcun valore, positivo o negativo, al fatto di essere nato più a Sud o più a Nord di un altro. Mi ritenevo solo fortunato a essere nato italiano. E fra gl’italiani più fortunati, perché vivevo sul mare”. Ma Pino Aprile, man mano che si è addentrato nello studio e analisi di quella fase della nostra storia che ha condotto all’unità di Italia, ha scoperto che “diventavo meridionale, perché, stupidamente, maturavo orgoglio per la geografia di cui, altrettanto stupidamente, Bossi e complici volevano che mi vergognassi”.

E allora questo suo libro nasce per raccontare una storia mai raccontata dai libri di storia, una storia che dia spazio a quelli che furono i vinti e che oggi dovrebbero invece riacquistare memoria e coscienza di quello che fu il passato della propria terra, riscoprire l’ “orgoglio di esser meridionali” e non indossare questo termine come un vestito scomodo di cui vergognarsi alla presenza dell’altra metà del Paese.
Pino Aprile ha messo in evidenza come la divisione tra Nord e Sud sia già reale e il secessionismo sia nelle cose e nelle leggi che penalizzano il Mezzogiorno. Parlando del federalismo fiscale, il giornalista-scrittore ha sottolineato che sarà una vera iattura per il Sud, per il divario di risorse che esiste col il Nord, e ha aggiunto provocatoriamente che “se il Nord ci vuole cacciare”, facciamolo prima noi, contrattando la nostra uscita, perché sicuramente sapremo fare meglio di loro (come è avvenuto in passato) e riusciremo finalmente a colmare il gap che ci divide, perché oggi sono i politici della Lega che vogliono impedirci di crescere.
 
Con Pino Aprile hanno partecipato all’evento, Nicola D’Agostino (membro del consiglio regionale siciliano), Orlandino Greco (Presidente del Consiglio Provinciale di Cosenza) e Giuseppe De Tomaso direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” dove lo scrittore ha mosso i suoi primi passi nel mondo del giornalismo.
Mancava all’appello Raffaele Lombardo, Governatore della Regione Sicilia, trattenuto nella sua terra dagli impegni, “resi molto più ardui perché condotti all’insegna dell’autonomia e della liberazione dal giogo di governi e di poteri che da troppo tempo sfruttano il sud”, come ha tenuto a precisare nella lettera inviata agli organizzatori della manifestazione.
Nella serata era attesa anche la presenza del sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini che, impossibilitato a presenziare l’evento, ha inviato come suo rappresentante l’Assessore Mariano Caputo.
 
La cittadinanza molfettese è accorsa numerosa, facendo registrare il tutto esaurito. L’evento ha attirato non solo la cerchia dei lettori più impegnati e attenti alle problematiche sociali della “nostra Italia”, ma anche quella dei più giovani, di cui si è registrata una copiosa presenza tra il pubblico in sala. Nel corso di un venerdì sera la cultura è stata preferita allo shopping a dimostrazione che la città di Molfetta non è solo quel  grande “contenitore commerciale” di cui gli ipermercati rappresentano le più moderne filiazioni. E a dimostrazione che nella nostra città la “merce-cultura”, quando ben orientata, traina più di un carro di balocchi.
 
© Riproduzione riservata
Autore: Daniela Gesmundo
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