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Molfetta, il Partito dei Pensionati preoccupato per la disoccupazione
12 novembre 2010

MOLFETTA - Pubblichiamo il comunicato stampa del Partito dei Pensionati di Molfetta.
"La disoccupazione è arrivata ai massimi storici dal 2001, infatti da aprile, secondo i dati Istat, ha raggiunto l’8,9%, con 2milioni e 200 mila disoccupati. La disoccupazione è aumentata, fra aprile e marzo di quest’anno, di 21mila unità e questo deve preoccupare seriamente perché dimostra che la crisi si sta tutt’altro che attenuando e forse il peggio deve ancora venire.
Mentre il Governo è impegnato in un ”tira e molla” estenuante, in tante discussioni e incertezze, ogni giorno tante attività commerciali, artigianali, industriali e agricole continuano a chiudere creando sempre nuovi disoccupati. 
La manovra economica varata dal Governo oltre che essere ingiusta ed iniqua non contiene elementi per rilanciare la nostra economia e contrastare la disoccupazione. Si pensa all’ordinario, a tamponare le falle più evidenti ma non vi è nessuna forte iniziativa per un vero rilancio della nostra economia e del “Sistema Paese”.
Si crea incertezza e preoccupazione fra i lavoratori allontanando il momento della pensione, si colpisce inusitatamente il pubblico impiego e , addirittura, il mondo della disabilità.
I sacrifici vengono scaricati sulle famiglie – ha rilevato il segretario Paolo Montebello – e su chi vive a reddito fisso come pensionati e lavoratori che vedono sempre più impoverirsi pensioni e stipendi.
La mortificazione proprio di chi ha sempre pagato le tasse e ha fatto il proprio dovere non porterà nulla di buono al nostro Paese, perché si ridurranno ancora di più i consumi con inevitabili ripercussioni sulla produzione e sull’occupazione.
Una manovra totalmente sbagliata , che non chiede sacrifici al grande capitale, alle rendite parassitarie, a chi ha usufruito dello scudo fiscale ma, come sempre, a pensionati, pensionandi e lavoratori.
A giudizio del Partito Pensionati – la nostra economia si salva soltanto difendendo il lavoro e creando nuova occupazione.
In effetti oltre a scialbi propagandistici, comunicati stampa che rasentano il ridicolo ( legasi auto in doppia fila), e comunicati di clientelismo elettorale
Che da un periodo di tempo si scrivono, nessuno realmente pensa a difendere i cittadini, lavoratori , soprattutto tutte le fasce deboli. Noi chiediamo che vengano rivalutati  i NOSTRI DIRITTI come  PREVISTI DALLA NOSTRA COSTITUZIONE".

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“.....dimostra che la crisi si sta tutt'altro che attenuando e forse il peggio deve ancora venire". Quanto mai veritiero e profetico tutto questo. Chi ha scritto questa verità, non è certo un pensionato o un "disfattista comunista". Un "intellettuale? L'atteggiamento pessimistico e difensivo degli intellettuali, che si presenta come la crisi della civiltà contemporanea, diventa comprensibile se visto sullo sfondo delle difficoltà che gli intellettuali incontrano ogni volta che tentano di svolgere il loro ruolo tradizionale; vale a dire il ruolo che, con l'avvento dell'era moderna, essi furono addestrati – e si addestrano – a svolgere. Il mondo contemporaneo non è adatto agli intellettuali come legislatori; quel che appare alla nostra consapevolezza come la crisi della civiltà, o il fallimento di un determinato progetto storico, è la crisi autentica di un particolare ruolo e la corrispondente esperienza della ridondanza della categoria che si specializzò in tale ruolo. Il potere della politica e dei politici dipende dall'economia; chi non legifera a favore dell'economia e tenta di consolidare il sociale, è destinato alla sconfitta. Quanto diversa appare questa situazione se paragonata con il conforto intellettuale e morale del dominio incontrastato, che, come ha osservato di recente Richard L.Rubenstein, rese l'autoconsapevolezza dell'era moderna, da Calvino a Darwin, così sicura nel professare i suoi giudizi morali mascherati da affermazioni di verità oggettiva: La visione di Darwin assomiglia alla teologia biblica della storia: il destino di coloro che soffrono deve essere visto nella prospettiva più ampia del grande Progetto. Nella Bibbia, Dio è l'autore del progetto, in Darwin è la “Natura”. In entrambi, la storia trae il suo significato dal destino dei pochi fortunati. Di estrema importanza è il fatto che sia il calvinismo sia il darwinismo forniscono una giustificazione cosmica per la felicità dei pochi e la miseria dei molti.


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